AGI - Come sarà la televisione del 2023? Mentre da oggi 20 dicembre in Italia sarà l'ultimo giorno di trasmissioni in MPEG-2 su digitale terrestre e da domani 21 dicembre si passa definitivamente alla più moderna codifica MPEG-4 AVC, secondo il rapporto Kantar intitolato “Media trends e previsioni per il 2023”, anticipato dal Paìs, nel 2022 le piattaforme a pagamento sono entrate in una nuova fase dopo aver assistito al rallentamento (e in alcuni trimestri anche alla perdita) di nuovi abbonamento da parte di colossi come Netflix. In un panorama saturo d’offerte, zavorrato tra l'altro anche dalla crisi economica globale e da una nuova crescita nella pandemia, secondo alcuni calcoli “le piattaforme raggiungeranno il loro tetto di abbonati più velocemente del previsto”. Cosa che induce quindi le società a esplorare nuove strade commerciali.
Il rapporto ricorda che il 2023 sarà un anno chiave “per verificare la reale accettazione di queste proposte”. Quali, per esempio? Sembrerà strano, ma le piattaforme guardano la televisione tradizionale. Nel senso che da un lato è sempre più comune per i canali tradizionali “presentare in anteprima le loro serie in anticipo sulle loro piattaforme di pagamento”, come fatto da Atresmedia in Spagna e anche da Itvx, la piattaforma della più grande catena commerciale del Regno Unito. “Netflix ha poi testato in Francia un canale lineare, Netflix Direct, e diverse piattaforme stanno già sperimentando trasmissioni in diretta, sia di sport che di eventi specifici”.
Eppure in un nuovo capitolo della lotta per il mercato della Tv e dei video, “i vincitori della guerra delle piattaforme saranno coloro che utilizzano strategie di consegna che raggiungono il giusto equilibrio tra video on-demand e lineare", afferma il rapporto Kantar secondo quanto anticipato dal Paìs. Ed ecco perché “le emittenti tradizionali adottano aspetti della strategia di video on demand che meglio si adattano ai loro interessi, mentre le piattaforme abbracciano concetti tradizionali come il rilascio settimanale e la trasmissione di contenuti attraverso canali lineari”. Obiettivo: massimizzare i ricavi.
La crisi economica sta infatti evidenziando modelli di business finanziati dalla pubblicità e i consumatori sono sempre più ricettivi all'idea di risparmiare denaro, afferma il rapporto. Motivo per cui gli inserzionisti stanno prendendo sempre più in considerazione “le piattaforme nelle loro strategie, soprattutto per raggiungere gli spettatori più giovani”. Da questo punto di vista il Rapporto Kantar avverte del rischio che questi modelli creino “due tipi di spettatori: quelli con un reddito disponibile inferiore, che saranno quelli presi di mira da questi annunci, e quelli con un reddito più elevato, che non opteranno per questi piani con annunci e a chi sarà più difficile da raggiungere con la pubblicità”.
Risultato? I dati sulle visualizzazioni nel Regno Unito e in Brasile raccolti da Kantar mostrano che la stragrande maggioranza delle trasmissioni e delle visualizzazioni on demand “avviene in Tv”, con le smart Tv che sono il principale motore di un maggiore utilizzo dei servizi di streaming. Tant’è che le smart television “sono triplicate in Spagna dal 2017 e sono il dispositivo preferito dal 59% degli spagnoli per visualizzare contenuti on demand”.