Ursula Corberó sarà Rosa Peral per una nuova serie Netflix
AGI - Come si cancella un personaggio che t’ha reso un'icona pop globale? Forse scommettere su un altro non meno rilevante e scandaloso? Se lo chiede Ursula Corberò, l’affascinante attrice nel ruolo di Tokyo nella serie Netflix “La casa di carta”, che si trova alle prese con l’eredità di un ruolo che l’ha resa universalmente famosa.
E apprezzata. Ora affronta l’incognita di essere Rosa Peral nella nuova serie sul crimine della Guardia Urbana, un caso che ha sconvolto la Spagna nel 2017.
Tranquilli, fatevene una ragione, scrive il Paìs, ma Ursula Corberó “non indossa più la frangetta corvina”, anche se i capelli sono tutto, specie per chi “ha fatto della propria pettinatura un simbolo pop”, tanto che la sua è stata “la foto che un esercito di ragazze sparse in tutto il mondo ha scattato e mostrato al proprio parrucchiere di fiducia negli ultimi cinque anni” per essere scolpite allo stesso modo: “Volevano tutti la sua frangia, smussata a pochi centimetri dalle sopracciglia, incorniciata in una corta criniera che le stilizzava il collo ed esponeva un girocollo nero”, annota il giornale. Nel 2018 “il taglio di capelli più richiesto", secondo il Clarín.
Úrsula Corberó y Quim Gutierrez protagonizarán #ElCuerpoEnLlamas, la miniserie inspirada en una historia real llena de misterio, violencia y escándalos sexuales ocurrida en Barcelona en 2017. Completan el reparto José Manuel Poga e Isak Férriz. pic.twitter.com/49BN5ODBii
— Netflix España (@NetflixES) September 15, 2022
Oggi Ursula-Tokyo confessa: “L'acconciatura è una delle cose che, non chiedetemi il perché, è fondamentale quando si crea un personaggio. E se ora voglio proseguire ho bisogno di almeno due alternative per non ripetere la stessa estetica.
Nessuno me l'ha chiesto, ma ho dovuto dire a me stessa: ‘Per quanto tu sia carina e pensi che sia il tuo stile, se sei intelligente e pensi come un'attrice, devi lasciar crescere la tua frangia’”. E ora, a 33 anni, Corberó affronta le riprese di “Il corpo in fiamme”, la miniserie Netflix che romanza uno degli scandali criminali e sessuali che ha generato il più grande dibattito sociale in Spagna nell'ultimo decennio: il crimine della Guardia Urbana di Barcellona.
Sarà Rosa Peral, l'ufficiale di polizia condannata a 25 anni per aver ucciso il suo ragazzo, l'agente di polizia Pedro Rodríguez nel maggio 2017, insieme al suo ex amante e anche membro dell'Albert Corps, in un triangolo bizzarro. Un caso ideale di sesso, bugie e messaggi telefonici pronti per essere consumati e sfruttati nell'età d'oro del vero crimine.
L’attrice fa poi una seconda confessione-concessione ai suoi fan, che sono 23,5 milioni di follower solo sui social: “So che c'è molta morbosità intorno a Rosa Peral, ma se avessi lasciato perdere questo ruolo, sarei morta di rabbia. È molto difficile trovare personaggi protagonisti con quel peso, quella sfumatura e quella profondità".
E ammette d’aver impiegato un tempo più che ragionevole per discutere se avrebbe accettato di diventare la condannata dopo l’impatto de “La casa di carta”.
Quindi rivela: “Ci sono progetti che vengono realizzati per romanticismo e altri per interesse per raggiungere altri obiettivi. Faccio commuovere Rosa Peral con le mie viscere”.
Non resta che attendere la messa in onda.