AGI - "Un artista deve affidarsi alla bellezza della musica". Lo ripete più volte Lisette Oropesa, soprano statunitense di origini cubane, 39 anni tra poco, vegana e runner.
La stella indiscussa del belcanto debutta a Napoli due volte: al San Carlo, il più antico Lirico del mondo nel quale entra la prima volta con i giornalisti oggi, e nel ruolo di Elvira in 'I Puritani' di Vincenzo Bellini, capolavoro assoluto del belcanto, appunto, e primo titolo in cartellone al Massimo partenopeo dopo la pausa estiva.
La cantante
A Napoli Lisette Oropesa, origini cubane ma nata e cresciuta a New Orleans, era stata l'anno scorso, di passaggio per un suo concerto a Ravello. La trova una bella città, e racconta sorridendo dell'incanto di correre sul lungomare al tramonto.
Ma la sua emozione e la sua energia sono tutte per Elvira, per cantare finalmente una musica che ama e che ha studiato molto. "Bellini è stata una costante del mio studio - conferma - ma sul palcoscenico per lui sono stata sinora solo Giulietta nei 'Capuleti e Montecchi' alla Scala la scorsa stagiome. Ho tanta voglia di cantare questa musica, impegnativa per un soprano, con frasi lunghe e tanti estremi. L'ho portata in tante audizioni, ma mai sul palco".
"Ho tanta voglia di cantarla e spero di farlo ancora nel futuro, e in integrale come in questo caso al San Carlo - ribadisce - è un repertorio che non si apprezza, non se ne capisce la bellezza". Oropesa, che prima del canto ha studiato flauto per dieci anni alla Louisiana State University e ha debuttato al Metropolitan nel 2006, a 22 anni, come Susanna nelle 'Nozze di Figaro', sarà la protagonista di uno spettacolo in forma di concerto ("ma questo consente un rapporto più diretto con la musica", sottolinea) a fianco di Xavier Anduaga nel ruolo di Arturo Talbo, Davide Luciano (Riccardo Forth), e Gianluca Buratto (sir Giorgio).
L'opera
'I Puritani' è un melodramma serio in tre parti su libretto di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico 'Têtes rondes et Cavaliers' di Jacques-Arsène-François-Polycarpe d’Ancelot e Boniface-Xavier Saintine, in programma al San Carlo dopo 34 anni di assenza. Sul podio alla guida di orchestra e coro sancarliano ci sarà Giacomo Sagripanti.
"Elvira è un personaggio innocente che si sente tradita, ma resta una innocente nonostante tutto, lo sentiamo nella musica", spiega il soprano. Sullo sfondo, nella trama, c'è una guerra, così come in Europa ora. "Certo ci penso - esplicta Oropesa - un artista deve avere anche un tempo di riflessione su quale è il suo ruolo al mondo, come può aiutare. E' stato lo stesso durante la pandemia, quando non si poteva e non si riusciva a cantare perché era difficile trovare la motivazione per andare avanti. Ma la musica ci trasporta e ci fa riflettere. Questa opera poi ha un happy end, e speriamo che prevalga".
La versione parigina e quella napoletana
La cantante affronterà la versione dell'opera che Bellini concepì per la prima a Parigi, il 24 gennaio 1835, diversa da quella che giunse a Napoli, per rispettare gli impegni con il suo editore, dopo un viaggio travagliato che il compositore credeva di abbreviare mandando il manoscritto via Marsiglia, dove però c'era il colera.
La versione napoletana, due atti concepiti anche per Maria Malibran e quindi con un mezzosoprano e tenore come protagonisti, andrà in scena solo al Petruzzelli di Bari nel 1986,quando la partirura fu riscoperta. Quella parigina, invece, che vede appunto soprano e baritono nei ruoli di punta, è in tre atti che permettono anche ai cantanti di riposare.