AGI - "Noi conduttori non eravamo affatto preoccupati per l'intervento di Fedez ma per il clima di ansia eccessiva che si stava creando, a discapito delle nostre prove". Lillo Petrolo, conduttore del Concertone del primo maggio con Ambra e Stefano Fresi, ricostruisce con AGI il retroscena della polemica che ha scosso il mondo politico e televisivo.
"E' stato un errore coinvolgerci, sarebbe stato meglio tenerci fuori evitando di caricarci di certe ansie alla vigilia del concerto" premette, raccontando quindi le fasi che hanno preceduto la sua telefonata a Fedez: "In riunione c'era una certa preoccupazione e quando mi hanno chiesto di chiamarlo da amico io ho chiarito da subito che l'intervento di Fedez era legittimo e inattaccabile e che inoltre stava per dire sul palco qualcosa in cui anche io credo ciecamente".
La telefonata da amico poi l'ha fatta: "Ci siamo sentiti, ma gli ho spiegato di essere pienamente d'accordo con lui e non ho neanche cercato di convincerlo a edulcorare il suo intervento" chiarisce, spiegando che la preoccupazione generale era relativa ai nomi elencati nel suo intervento. "Nessuno ha mai parlato di censura, semmai di edulcorare - precisa - l'intervento di Fedez era più che legittimo: è un artista e la libertà di pensiero è sacra quando non sconfina nel vituperio. Ma da esterno che non vive solo di Rai mi metto anche nei panni di chi con il suo lavoro mantiene da anni la famiglia".
Coinvolto suo malgrado nella bufera del Concertone, Lillo precisa che il suo ruolo era limitato "a tre interventi di 'cazzeggio' e a un monologo sugli anziani", più marginale rispetto a quello dei due conduttori principali. "Resta il fatto che non avrebbero dovuto coinvolgerci - conclude - venerdì era il giorno di prove e alla fine abbiamo provato troppo poco, chi conduce dovrebbe essere preservato da certe ansie eccessive della vigilia. Ma parlare di una nostra preoccupazione per le parole di Fedez è completamente sbagliato".