AGI - “Non c’è innovazione se non c’è tradizione”. Sono queste le parole con le quali la regina delle discografiche italiane, Caterina Caselli, con la sua Sugar, commenta all'AGI l’acquisizione del catalogo di Bob Dylan da parte della Universal Music per la cifra record di 300 milioni di dollari.
Un acquisto che, secondo Caselli, non solo è meritato, considerando la grandezza dell’artista, ma non inciderà minimamente sulla carriera del premio Nobel per la Letteratura: “Bob Dylan resta l’autore inalienabile dei suoi brani, rimane assolutamente proprietario della sua quota autoriale. Perlomeno in Europa è così”.
E riferendosi al catalogo ne ha sottolineato il "valore inestimabile". Quello che la Universal ha acquistato sono 600 canzoni che vanno a coprire quasi 60 anni di carriera.
Non a caso Lucian Grainge, della Universal Music Group, ha parlato di grossa “responsabilità”. “Perché è un catalogo fondamentale a livello mondiale - prosegue la Caselli - stiamo parlando di un catalogo di opere importanti che fanno parte della storia della musica pop, penso che questo abbia un certo valore anche economico, finanziario. Avevo letto che Universal aveva intenzione di entrare in borsa, avere un catalogo così importante da gestire è un patrimonio che dà un valore assoluto”.
L’acquisto del catalogo di Bob Dylan potrebbe dunque rappresentare una mossa per accrescere il valore di una società che, come è stato reso noto lo scorso ottobre, nel 2022 dovrebbe tentare l’ingresso in borsa. Per quanto riguarda il caso italiano, ricorda Caselli, "anche noi abbiamo cataloghi che rappresentano un patrimonio. Anni fa abbiamo acquistato il catalogo della Cam, con tutte le colonne sonore riferite a Nino Rota, a Ennio Morricone, Trovajoli. Queste sono opere che rimangono e segnano la storia della musica nel mondo, parliamo di un catalogo universalmente noto. In Italia poi – sottolinea Caselli - c’è anche il grande repertorio della musica napoletana, che fa parte della nostra storia della musica e molto di quel catalogo è di dominio pubblico, come le opere”.
Ma anche in Italia i cataloghi dei cantanti vengono comprati e venduti come qualsiasi altra merce passando di mano in mano? Assolutamente sì, “solo che la vendita del catalogo di Bob Dylan è una notizia mondiale. Anche noi abbiamo patrimoni molto importanti che hanno di per sé un valore inestimabile, però in questo caso specifico si parla di opere preziosissime. Bob Dylan ancora oggi fa un centinaio di concerti all’anno, basti pensare a quante persone sono andate ad ascoltarlo, quante volte hanno ascoltato quelle canzoni attraverso i dischi”.