AGI - Diego Armando Maradona era molto più di un calciatore, era un simbolo di riscatto (seppure controverso) per milioni di persone. Per qualcuno era un santo. Addirittura un dio. Per questo in più di un'occasione il calciatore argentino ha ispirato il mondo del cinema e autori come Emir Kusturica e Paolo Sorrentino, ma anche documentaristi, intellettuali, artisti, musicisti.
Documentario di Kapadia su Netflix
Gli appassionati di serie tv e di cinema in questi mesi avranno certamente visto in programmazione su Netflix il film documentario del 2019 di Asif Kapadia, 'Diego Maradona', realizzato in suo onore grazie alle 500 ore di materiale inedito che la famiglia del campione argentino ha messo a disposizione del regista inglese di origine indiane. Oggi che 'el Pibe de Oro' se n'è andato a soli 60 anni quel film di quasi due ore, che racconta la vicenda umana del più grande calciatore di tutti i tempi e le sue mille facce, diventa un documentario storico. Perché racconta il bambino della periferia estrema di Buenos Aires che a 14 anni mantiene tutta la famiglia giocando a calcio.
Racconta il simbolo del riscatto argentino che vendica la tragica e disastrosa guerra delle Falkland (che in Argentina si chiamano Malvinas) infliggendo all'Inghilterra una sconfitta, forse ancor più dolorosa di quella subita dai sudamericani, nel mondiale del Messico 1986 con la vittoria grazie alla rete realizzata con la 'mano e Dios' (seguita dal gol del secolo). Racconta un calciatore, ma anche un uomo che da sempre è dalla parte dei disperati, dei reietti, di chi viene considerato poco più di niente. E così accade anche a Napoli, che rende sportivamente grande per il riscatto di un popolo che non a caso lo ama più di San Gennaro. Tutto questo si vede nel documentario di Kapadia. Anche il declino dell'uomo, a causa della droga, dell'ingenuità, delle cattive amicizie (non solo la camorra), dell'ignoranza sua e di chi lo circonda. L'inferno della cocaina, i problemi fisici, la riabilitazione, l'amicizia con Fidel Castro (altro simbolo controverso del riscatto del terzo mondo). Il documentario parla molto di Napoli, della parte sportiva, delle vicende private, delle amicizie pericolose. E si chiude con un messaggio di speranza: Maradona accoglie in casa il figlio naturale Diego Armando Junior che ha riconosciuto dopo anni di battaglie legali. Un documentario prezioso, dunque, ma non certo l'unico che vede 'el Pibe de Oro' protagonista.
'Maradona di Kusturica' presentato a Cannes
Se il 'Diego Maradona' di Kapadia è un documento storico potentissimo, non da meno sono due pellicole che vedono la presenza (vera e di finzione) del grande calciatore: 'Maradona di Kusturica' diretto da Emir Kusturica nel 2008 e 'Youth' di Paolo Sorrentino del 2015. Il primo è l'incontro di due fuoriclasse, due istrioni. È un documentario che rasenta l'agiografia verso un personaggio che Kusturica ama e che giustifica in ognuna delle sue trasgressioni. Da sottolineare la scena in cui si vede un Diego Maradona molto ingrassato che canta 'La mano de Dios' in un locale davanti alle figlie.
'Youth' di Paolo Sorrentino
Per quanto riguarda il film di Sorrentino, invece, l'omaggio è esplicito: nel resort-casa di cura dove sono Harvey Keitel e Michael Cane c'è anche Diego Armando Maradona che sta facendo una cura per dimagrire. Non è lui, ovviamente, ma l'attore Roly Serrano è di una somiglianza impressionate; bellissima la scena in cui palleggia con una palla da tennis calciandola in alto e riprendendola al volo (il tutto fatto al computer, ovviamente, ma scena realistica se si pensa che queste cose Maradona le faceva veramente).
Proprio Sorrentino, innamoratissimo come tutti i napoletani dell'ex numero 10, al punto da citarlo insieme a Federico Fellini, ai Talking Heads e a Martin Scorsese nel discorso di ringraziamento per l'Oscar per 'La grande bellezza' del 2013, a luglio ha iniziato la collaborazione con Netflix per il film originale 'È stata la mano di Dio' le cui riprese si sono svolte recentemente a Napoli. Un film, ha detto Sorrentino, "intimo e personale, un romanzo di formazione allegro e doloroso".
'Santa Maradona' di Marco Ponti
Parlando di Maradona e il cinema, poi, non si possono dimenticare altre pellicole, a partire da 'Santa Maradona' di Marco Ponti, film di culto del 2000 per la generazione nata negli anni Ottanta, il cui titolo allude a una canzone dei Mano Negra e non direttamente al giocatore, che comunque compare in tutto il suo splendore nei titoli di testa.
'Tifosi' di Neri Parenti con Nino D'angelo
Dove invece compare Diego nell'unico ruolo di finzione cinematografica della sua vita è una scena del film 'Tifosi' di Neri Parenti del 1999, un cinepanettone dove 'el Pibe de Oro' compare ingrassato (e inseguito dal Fisco), nell'episodio 'napoletano' con Nino D'Angelo e Peppe Quintale rapinatori inconsapevoli di un attico che appartiene proprio al loro idolo Maradona.
Biopic di Marco Risi del 2007
Unico biopic finora realizzato - in attesa di quello di Sorrentino - sul grande calciatore è invece 'Maradona – La mano de Dios' di Marco Risi del 2007, che racconta la vita dell'argentino dall'infanzia fino al capodanno del 2000 ed è interpretato, in età adulta, da Marco Leonardi.
'Armando Maradona' e 'Maradonapoli'
Tornando ai documentari, ce ne sono altri due dedicati all'asso argentino degni di nota, uno spagnolo e uno italiano: 'Amando a Maradona' di Javier Vazquez del 2005 e 'Maradonapoli' di Alessio Maria Federici del 2017. Il primo è un documentario classico e agiografico sul 'Pibe de Oro', con la non troppo originale concessione sul lato oscuro del calciatore che combatte contro le proprie debolezze umane e la dipendenza da cocaina. Più interessante il film italiano, attualmente disponibile su Netflix, che parla dell'eredità e del ricordo che ha lasciato a Napoli, città che vive ancora nella memoria e nella gratitudine verso Diego al quale in diversi vicoli sono stati addirittura eretti degli altarini come fosse un santo.
L'omaggio in poesia in 'Così parlò Bellavista'
Fin qui i film e i documentari che hanno raccontato o reso omaggio a Maradona. Eppure la lista dovrebbe proseguire con le tantissime citazioni in molti film, anche popolarissimi. Su tutti vale la pena ricordare Luciano De Crescenzo che nel suo 'Così parlò Bellavista' fa recitare a un suo attore una poesia che è la sintesi e la summa di ciò che l'asso argentino ha rappresentato (e rappresenta) per Napoli. "San Genna', non ti crucciare/ tu lo sai, ti voglio bene/ ma na finta 'e Maradona/ squaglia o sang' rint'evvene/ E chest'è...!".