D ietro le quinte, sul palcoscenico, nei corridoi, e perfino nel palco reale. Nelle sale prova e nei laboratori dell'Ansaldo dove prendono vita i preziosi costumi di scena, e tra i carteggi a zoommare sull’autografo di Verdi. Il Teatro alla Scala si ‘apre’ al pubblico del mondo mettendo online su Google Arts & Culture i suoi tesori, tra cui i ricchissimi archivi, con materiali accumulati in 250 anni di storia.
Il progetto permette “di viaggiare nella Scala” come dice il sovrintendente scaligero Dominique Meyer durante la presentazione. E mai come in questo momento l'esigenza di guardare oltre le pareti casa è cosa seria.
Per il Teatro è un modo per “allargare il pubblico scaligero - spiega - e comunicare con tutti gli amanti dell’opera in ogni parte del mondo". Ma non è finita qui.
Per ‘celebrare’ il passato e il presente, 92 artisti provenienti da cinque paesi si sono “ritrovati” virtualmente per creare la prima performance operistica della Scala eseguita in quarantena. La scelta non poteva non cadere sul "Simon Boccanegra" di Giuseppe Verdi, una "storia di unità" e resilienza che ben si adatta a questo momento storico.
"Abbiamo pensato che era bello iniziare con qualcosa di nuovo - dice Meyer - e abbiamo filmato una scena dell'opera che fu scritta da Verdi per la prima della Scala", è un estratto del finale del I atto, e ci sono artisti eccezionali come Salsi, Beloselskiy, Stoyanova, Meli. “Ognuno dalla propria abitazione suona o canta e – ammette – non è stato facile".
Ma d'altra parte il "Teatro alla Scala è sempre stato un simbolo, di qualità dell'esecuzione musicale e delle rappresentazioni sceniche. Oggi il simbolo che incarna è quello della rinascita" osserva l'assessore comunale alla cultura Filippo Del Corno. "La Scala è sempre stata identificata con la storia della città, e adesso non potrà che essere protagonista della rinascita attraverso la tecnologia".
Nella 'collezione' online del Teatro alla Scala, che si può conoscere andando all'indirizzo g.co/teatroallascala, è possibile passeggiare per il teatro grazie a 46 Street View tours, perdersi in 250 mila immagini d'archivio, visitare 40 mostre virtuali curate da esperti, sfogliare 16 mila documenti musicali tra cui le pagine di una rara edizione manoscritta dello spartito di Turandot, il primo libretto del Nabucco di Giuseppe Verdi o conoscere i vari artisti il cui lavoro ha abbellito il palcoscenico della Scala, tra i quali David Hockney e Giorgio De Chirico. E poi i costumi: ne sono stati digitalizzati 12 tra i più memorabili. Con 'Art Camera' (realizzata ad hoc, permette una risoluzione che va dai 6 ai 12 miliardi di pixel) si possono ingrandire i dettagli più piccoli e raffinati, dal broccato d'avorio e cabochon dorati al velluto nero e alle pietre a specchio rubino, indossati da Maria Callas.
Il progetto è in divenire. "Si svilupperà ancora - conclude il sovrintendente Dominique Meyer - nei prossimi mesi e nei prossimi anni continueremo a mettere i nostri documenti nascosti a disposizione di tutti gli amanti della cultura e della Scala".