“Non mi metto a ironizzare sui morti”, parola di Osho, il famoso maestro spirituale indiano. O meglio, di chi anni fa ha deciso di utilizzarne la faccia per declinare la propria satira. Si tratta del giornalista e autore Federico Palmaroli, che oggi ha abbandonato la figura tradizionale di Osho per fare dei "meme” con le foto dei politici. Il linguaggio e l’umorismo restano comunque uguali, chiunque passi sotto la sua penna viene umanizzato e “romanizzato”.
A lui, specializzato in commenti riguardanti la politica, AGI ha chiesto se in questo periodo così drammatico sente in qualche modo che esistono dei limiti da imporre alla satira: “Io mi sento limitato soltanto nelle tematiche da trattare perché ovviamente ormai si parla solo di questo, ormai se parli del tempo rischi di essere originale. La prima limitazione è in questo, le altre sono di tipo morale, etico. Però è chiaro che essendo un tema così predominante è difficile per chi fa satira esimersi dal farlo. Magari ti concentri più sui provvedimenti del governo, sul MES, su questi aspetti che sono collaterali rispetto al tema principale, oppure sulle limitazioni imposte dal governo. Certo non sulla salute dei cittadini”.
Ti è capitato di pensare a un meme con Osho o con i politici e pensare “questo è troppo”?
“Ma no, ripeto, non vado a toccare i temi strettamente legati alla salute, quindi se c’è Conte che fa la conferenza stampa e si presenta anche quando non ha molto da dire posso ironizzare su quello o sullo scontro con l’Europa. Il tema è sempre il Covid ma non è legato ai problemi di salute delle persone. Io faccio satira politica e sempre sulla politica si va a finire, perché comunque le questioni politiche emergono anche in situazioni come questa”.
Questo limite della satira, a prescindere dal coronavirus, gli italiani lo sentono?
“Si, se parli di reazioni alla satira ognuno fissa il limite secondo la propria ideologia politica. Se fai satira su Greta, per farti un esempio, c’è chi non permetterà che il personaggio Greta venga minimamente sfiorato. Alcuni limiti sono etici, di natura personale, come l’ironizzare sulla morte, però per il resto non mi faccio molti problemi, perché comunque è normale, specie facendo satira politica, che chiunque vai a colpire, chiunque rendi oggetto di satira, ci sarà sempre qualcuno che la prenderà male. L’unica cosa su cui sicuramente più o meno nessuno dice niente e mette tutti d’accordo è quando faccio satira sulla Merkel, sull’Europa, perché comunque in fin dei conti ce l’abbiamo un po' tutti con l’Europa. Ma quando entri nei confini nazionali, se prendi in giro Salvini si incazzano i leghisti, se prendi in giro Conte si incazzano i grillini, ma oramai a questa cosa ci sono abituato. Non si arrabbiano i diretti interessati ma si arrabbiano i supporters”.
Quindi occupandoti di satira politica senti di dover mantenere un po' di equilibrio?
“Si, mi sento di farlo perché comunque se fai satira politica è giusto che tu lo faccia senza sembrare schierato. La satira però va molto a ispirazione quindi in questo periodo, riguardo questo tema centrale, le decisioni le prende il governo, l’opposizione è molto relativa, quindi se devi fare la satira su chi la fai? Sul governo o sull’Europa. Ma io tendenzialmente cerco di essere abbastanza imparziale. O almeno ci provo anche se poi vado a istinto”.