“Il segreto della nostra lunga tenuta di coppia è quello di lasciare all’altro degli spazi professionali di libertà, dovrebbero seguirlo anche gli innamorati”. Così Lillo Petrolo, in arte Lillo, analizza con Agi il suo legame con Claudio Gregori, in arte Greg. Il loro fatale incontro alla fine degli anni Ottanta da autori di fumetti comici si è trasformato, quando si sono trovati senza lavoro per il fallimento della società che quei fumetti li editava, in una macchina da guerra creativa di coppia che ha colonizzato teatro, radio, tv, cinema, webserie, ma che ha sempre concesso parentesi private come, per Lillo, il musical “School of rock”.
Il 30 aprile i due aggiungono un nuovo tassello al loro lungo curriculum di coppia, con l’uscita del loro primo film da registi “D.N.A. (Decisamente non adatti)”, che li vede protagonisti con Anna Foglietta e di cui hanno firmato la sceneggiatura con Edoardo Falcone, regista di commedie come ‘Se Dio vuole’ e ‘Questione di karma’ . Il film, “a metà tra commedia surreale fantascientifica e spy story”, come lo definisce Lillo avrebbe dovuto debuttare al cinema proprio il 30 aprile, ma vista l’impossibilità i produttori Lucky Red e Vision Distribution hanno scelto di farlo uscire comunque, nella stessa data, on demand sulle piattaforme Skyprimafila Premiere, Timvision, Chili, Google Play, Infinity, CG digital e Rakuten TV.
Nella commedia Greg è uno scienziato (Ezechiele) che sta lavorando sullo scambio del codice genetico, lui un suo ex compagno di scuola alle elementari (Nando), che in classe lo bullizzava e da adulto è diventato un delinquente di mestiere, specializzato in estorsioni: “Allo scienziato Greg, molto nerd, deriso da amici e famiglia servirebbe un carattere più deciso per essere rispettato, il mio personaggio invece ha l’esigenza di crescere nei modi perché è decisamente una bestia”. Si procede così allo scambio di Dna con il delinquente più penalizzato dello scienziato perché il gene caratteriale dello studioso attecchirà in modo incalcolato in lui che si ritroverà trasformato in un uomo troppo buono e disponibile per il mondo dei duri che frequenta. “Poi partirà un’avventura che ci farà unire contro un cattivo, un produttore di cibo spazzatura che vorrebbe Greg al suo servizio…” Il cast annovera anche Simone Colombari e tra gli altri Marco Marzocca (nel ruolo del “Piattola”) e la Foglietta ha addirittura tre ruoli: “È’ la moglie di Greg, una timida libraia e anche un trans - racconta - oltre che un’amica Anna è un’attrice e anche una trasformista bravissima, ci tenevamo tantissimo ad averla nel film”.
Cosa vi ha spinto dietro la macchina da presa?
“È stata un’evoluzione naturale, senza difficoltà, stimolata da Lucky Red che tra le tante idee che avevamo nel cassetto ha scelto “D.N.A.”: Greg e io abbiano una lunghissima esperienza nella direzione teatrale, abbiamo capito che basta avere le idee chiare e, come è stato in questo caso, uno staff tecnico che ci ha capito al volo. Finora ci eravamo messi al servizio di altri registi (hanno firmato anche la sceneggiatura di ‘Natale col boss’ ndr) questo è un film molto nostro, una commedia fantascientifica che segue il filone delle nostre commedie teatrali, e sull’ipotesi dello scambio del Dna ci siano confrontati con dei genetisti, ci siamo documentati parecchio: pare che si arriverà davvero a isolare alcune parti di Dna per poterle trasferire”.
Dispiaciuti di dover rinunciare al grande schermo?
“Mi dispiace un po’ perché oltre ad essere la nostra prima regia è un film molto curato dal punto di vista tecnico, ma era l’unico modo per dare luce a un film che quando le sale riapriranno si sarebbe trovato intrappolato nell’ingorgo distributivo, e poi ormai il pubblico è abituato, con le serie, alla qualità tecnica anche in tv”.
In un momento di crisi come questo, con i palinsesti tv dominati dal coronavirus, quali sono spazi e compiti della comicità?
“Far uscire una commedia comica come la nostra in un momento di crisi come questo può avere un valore aggiunto, potrà strappare qualche risata e contribuire, nel suo piccolo alla salute pubblica. Anni fa rimasi molto colpito quando un medico alla fine di un nostro spettacolo teatrale venne in camerino a ringraziarci per l’utilità del nostro lavoro. Ci chiarì che ridere fa alzare le difese immunitarie”.
Nel panorama italiano siete tra i pochi a puntare sulla comicità surreale, chi sono i vostri maestri?
“In Italia Tognazzi e Vianello ma anche Cochi e Renato e i Giancattivi, all’estero i Monty Python e Mel Brooks. Un po’ siamo fortunati perché quasi tutti fanno in Italia fanno satira sull’attualità, la nostra comicità surreale, lunare è poco frequentata. Ma il segreto è mettere in scena soltanto quello che fa ridere noi” .
Ma in trent’anni avete mai litigato?
“No, anche perché sappiamo dosarci prendendoci i nostri spazi tra un un nostro spettacolo e un altro. Ma non abbiamo mai pensato, ad esempio, a un anno sabbatico”.
Vi frequentate anche fuori dal lavoro?
Se ci sono occasioni, come ad esempio una prima teatrale, sì. Per il resto io sono leggendariamente un pantofolaio, sto bene a casa mia, e se non ci sono occasioni per uscire evito di farmi venire qualche idea. Tant’è che in questo periodo di emergenza coronavirus, fermo restando il dolore per i morti e la preoccupazione per il futuro, dal punto di vista pratico non soffro affatto, anzi posso stare a casa senza dovermi giustificare”.