S e non vi basta la quarantena dal vivo, con le torte, i flashmob, lo sconforto, la claustrofobia e l’umorismo salvavita in scena tutti i giorni a casa vostra, preparatevi anche a riviverla e ripassarla, una volta, finito tutto, al cinema, nelle tv tradizionali, in streaming e sui social. Si chiama “Quarantena-documentario collettivo” il progetto che un gruppo di film-maker e antropologi bolognesi ha appena lanciato in una pagina Facebook dedicata, con relativo appello a inviare video su azioni, pensieri, sensazioni, emozioni, idee, flash mob, esperienze varie insomma, collezionate in questo periodo di isolamento. L’idea che sfocerà in un docufilm diffuso online prende spunto, hanno spiegato, dal celebre documentario ‘Italy in a day’ di Gabriele Salvatores, il film collettivo del 2014 che raccontava l’Italia vista dagli italiani in un giorno (il 26 ottobre 2013) per il quale al regista furono recapitati 44197 video da cui ne selezionò e montò 632.
Ma a prendere spunto da quella felice esperienza di Salvatores ci ha pensato però pure Salvatores medesimo: si intitolerà “Viaggio in Italia” e racconterà l’emergenza coronavirus vista e vissuta dagli italiani barricati a casa il docufilm che il regista premio Oscar si prepara a girare, prodotto da Indiana production e Rai Cinema, previo un appello sui social e su mezzi di comunicazione vari a inviare materiali che raccontano come si trascorre il tempo in epoca di pandemia, cosa si vede dalle proprie finestre, nonché paure, pensieri, preoccupazioni.
C'era da aspettarselo: il ribaltamento dello stile di vita, la capriola emotiva e fisica che la pandemia ci ha inflitto, del resto porta con sé un carico di emozioni e di spunti che non possono non diventare materiale cinematografico, anche per realizzare “operazioni sulla memoria collettiva” come ha chiarito Paolo Dal Brocco, ad di Raicinema, relativamente al progetto Salvatores. A fissare sulla pellicola questo momento storico ci sarà anche Gabriele Muccino, e chissà se dopo il suo “Gli anni più belli” ancora in sala quando la pandemia ha serrato le sale cinematografiche il nuovo film si intitolerà “I mesi più brutti”. “Scrivetemi le vostre storie, io proverò a farne un film” è l’appello twittato dal regista che invita a mandare contributi alla sua mail gmuccino3@gmail.com: “Vorrei realizzare un film su questo momento storico che tutti insieme, ad ogni latitudine sociale e geografica, stiamo attraversando. Se volete collaborare con me scrivetemi delle vostre esperienze e riflessioni e raccontatemi le vostre ansie e i cambiamenti che stanno subendo le vostre vite. Scrivetemi di voi confidenzialmente, sarà l’unico a leggere le vostre testimonianze” ha scritto ai follower. Diversamente dal docufilm di Salvatore, il suo sarà un vero e proprio film, un racconto corale basato sulle storie che riceverà (in poche ore, ha raccontato, ne ha già ricevute centinaia).
Anche la tv, oggi totalmente impegnata nella mission di raccontare il virus, si prepara al dopo: EndemolShine Italy sta lavorando alla realizzazione di un docufilm (in questi giorni sta chiudendo l’accordo con la rete che la trasmetterà, ancora top secret) che racconterà il nostro Paese in questo momento che resterà nella storia. Si chiamerà #rEsistiamo e sarà un racconto corale che coinvolgerà, direttamente dalle proprie case, attraverso dei video-diari, le persone che avranno voglia di raccontare il loro #iorestoacasa. Endemol all’indirizzo mail resistiamo@endemolshine.it sta raccogliendo storie di genitori e di figli, di nonni e nipoti, di chi sta barricato in casa e di chi continua a uscire per andare a lavorare nonché storie di amori a distanza, di amori che finiscono o che resistono, scegliendo quelle che seguirà, in una sorta di videodiario.
E non mancherà neanche una serie tv ispirata dal coronavirus, artefice Raoul Bova: “Finito questo incubo lo racconterò in una serie tv” recita il comunicato con cui l’attore ha appena annunciato un progetto che in dodici puntate racconterà la storia della Croce Rossa: “Sono davvero molto colpito dal duro lavoro che i volontari stanno svolgendo quotidianamente, anche a costo della loro vita, a favore di tutti i cittadini italiani. Sono i nostri eroi, da sostenere in ogni modo possibile”.
Il primato, in quanto a velocità (meno in qualità), però è americano: è stato appena diffuso il primo trailer del primo horror ispirato al coronavirus. Titolo raccapricciante: “Corona Zombie” è stato prodotto da Full Moon Features, casa cinematografica americana di B-movie. Che ha già messo le mani avanti, per frenare la valanga di critiche che le pioveranno addosso: “Full Moon ha sempre predicato la filosofia del divertimento per stare al passo con il difficile mondo in cui viviamo - hanno spiegato - vogliamo rispondere al panico della pandemia attuale con il nostro taglio satirico, bizzarro e sanguinario attraverso Corona Zombie: la visione grottesca di un virus subdolo e fuori controllo che trasforma le sue vittime in raccapriccianti zombie cannibali altamente contagiosi”. Non solo un' esercitazione di dubbio gusto però, stando a quello che dicono: pare che il film affronti anche i temi dell’isolamento