D omenica Bechy Lynch la rossa sarà l’attrazione del Wrestlemania, uno dei Big Four, i quattro tornei più importanti del suo sport, come i Majors del tennis. Lo sanno tutti, e glielo ricorda lei già dal nomignolo, “The Man”, di cui s’è appropriata, forte dell’appoggio dei fans. Ha la faccia, le movenze e i capelli (tinti) di un diavolo, e recita al meglio da personaggio forte del suo sport, il WWE. Cioé la World Wrestling Federation, un’azienda dello spettacolo col fatturato superiore agli 800 milioni di dollari l’anno.
Vera, finta? Chissà. Anche “The Man”, soprattutto lei/lui, è in bilico fra realtà e finzione, pioniere della fulgida era al femminile di questo sport dell’eccesso, alla continua rincorsa di amicizie, litigi, tradimenti, vendette, per ammantare di umanità un irrefrenabile uragano di muscoli e violenza.
Prima di vincere, prima di diventare il campione arrogante che tutte le donne oppresse dagli uomini vorrebbero essere, e che forse tutti gli uomini vorrebbero avere (forse), Bechy Lynch ha scalato la hit parade della popolarità sui social ravvivando il ring con oggetti e parole, tante parole, tante storie, tanti racconti. Fino a diventare reale, per la gente, più di tanti colleghi, ed allineare 1.48 milioni di followers su Twitter e 3.4 su Instagram. Dopo due anni di clamorosi su e giù, fra sistematiche esclusioni nei match pay-per-view e sconfitte nella sua specialità, lo SmackDown, dove vanta il record di prima campionessa mondiale.
Oggi, è “The Man”, il personaggio forte, che gira il mondo da wrestler professionista esibendosi davanti a milioni di persone ululanti che chiedono di sfogarsi per interposta persona con calci, pugni, manate, salti addosso a piedi uniti, trascinamenti, strattonamenti, sradicamenti dal ring, e qualsiasi altra brutalità che provochi dolore, ferite, sangue. Ieri, “la rossa” è stata per due anni hostess di volo della Air Lingus, (ereditando il lavoro da mammà) e si è arrangiata come clown e personal trainer. Oggi, urla: “Tutti parlano ad alta voce, finché non arriva “The Man””, dopo aver steso qualcuno.
Lei e lo SmackDown hanno cancellato la lotta, anche se capita di rompersi la faccia, di stare con la testa eretta per non far colare il sangue e di dover saltare qualche puntata perché i medici proprio non se la sentono di dare il nulla osta. Ieri, quindicenne, viveva in Irlanda, e mentiva sull’età per poter imparare l’arte della sopravvivenza alla Balor Academy, insieme al fratello maggiore, che sarebbe diventato “Gonzo de Monzo”. La sua prima evoluzione è transitata per NXT, la tv del wrestling, dove il suo visino ha bucato lo schermo. E, da Rebecca Quin, ha abbracciato il nome d’arte di Becky Lynch, ha cominciato a viaggiare per il mondo, più di tutti gli altri girovaghi del wrestling, contribuendo alla popolarità e ai successi del suo sport, anche nel Regno Unito.
Al curriculum ha aggiunto l’attività di stunt woman e di attrice, con qualche puntatina anche ad Hollywood - avete presente il film The marine 6- Close Quarters e la serie tv “Vikings”? -, una laura in recitazione al Dublin Institute of Technology e un periodo al Columbia College di Chicago, gli studi in Giurisprudenza, la fuga in Canada. Anche perché per sette anni, dal settembre 2006, non è salita sul ring per un brutto infortunio che sembrava averle danneggiato l’ottavo nervo cranico.
Ma, nel 2015, ha rilanciato la sfida a uno sport così maschilista con l’esibizione Bella Twins on Raw che s’è trasformato nell’hashtag #DiveDivasAChanche e in un massiccio rilancio su NXT. Con vistoso aumento di sceneggiate ideali per il business, e quindi faide, scuse, finte scuse, assalti scorretti, colpi mirati per acuire gli infortuni, vittorie e sconfitte che si susseguono come le sigle e le categorie.
Fino all’acme, il 28 ottobre, con la difesa del titolo contro Charlotte Flair nell’enfatizzato “Last Women Standing Match” che è stato giudicato dalla critica il miglior match femminile della storia della WWE. E quindi l’occasione giusta per diventare "The Man. Non male per la ragazzotta di Limerick, alta appena 1.68 per 61 chili, che viaggia a una media di 700mila dollari l’anno, un fidanzato ufficiale, Luka Sanders, un artista, non certo un wrestler, che la vezzeggia regalandole i suoi fiori preferiti. Ovviamente, rose.