I l quinto Live della stagione di XFactor si apre con un medley dei maggiori successi dei Subsonica, i concorrenti si limitano ai cori, quindi cominciamo subito benissimo. Serata di inediti. Fedez sostiene che XFactor “conserva una lunga tradizione di inediti” e noi sul divano ci chiediamo di che diavolo sta parlando. Ci comincia a sanguinare il naso soltanto a provare a ricordare un solo inedito uscito fuori dal programma. Cattelan come tutti gli anni annuncia l’ingresso dei ragazzi, dalla mezzanotte, quando gli inediti saranno disponibili sulle piattaforme online e in radio, nel mercato discografico. E noi cogliamo l’aria minacciosa, come se stesse tenendo le persone in studio come ostaggi, come a voler dire “o loro in radio o mi faccio esplodere immediatamente”.
I concorrenti
Luna (4): presentando il testo sostiene che il suo paese è l’America (il pezzo si chiama Los Angeles), dove a quanto pare abita il suo fidanzatino. Già, a 16 anni sta con uno dall’altra parte del mondo. Non c’hai capito niente amica mia. L’inedito è un pacchettino radiofonico perfetto e quindi, come tutti i prodotti evidentemente vuoti di ispirazione artistica, messi sul mercato solo per un paio di click in più, è di un livello quasi rasoterra. La performance è oscena, sembra il video amatoriale di una gang bang girato negli anni ’80 nell’entroterra veneto. Quella vena molto ammmmericana che vogliono dargli viene immediatamente meno quando la ragazzina entra in scena, sarà brava e intonata, ma, diamine, è una ragazzina, non si può mandarla in pasto alla tv vestita in quel modo, possibile che nessuno se ne accorga?
Renza Castelli (6): tremiamo solo a guardare il video di introduzione all’esibizione, sappiamo già che di lì a breve i nostri occhi si chiuderanno e non sappiamo quando ci rivedremo di nuovo, ma veniamo salvati da un’illuminazione fondamentale, che aveva annebbiato ogni singola esibizione della ragazza durante tutto il suo percorso: a chi somiglia? Al quinto live ci siamo arrivati: è una Marina La Rosa molto più noiosa. Fedez dice che Renza è la grande rivelazione di questa edizione e non possiamo dargli torto; effettivamente, ma chi se lo aspettava? La canzone si intitola “Cielo inglese” e non è affatto male; la canzone, perché lei la canta come se fosse una mummia depressa, in bocca a qualsiasi altra persona del mondo avrebbe guadagnato 300 punti, Renza la appiattisce che manco un ferro da stiro nuovo comprato per il Black Friday. Sembra proprio passata di lì per caso, arrivati al quinto live bisogna andare su Google per ricordarsi il cognome. Forse non meritava di andare al ballottaggio, ma ci sta tranquillamente, come il rientro a casa.
Anastasio (10): il giovane e talentuoso rapper, forse per fare uno sfregio ad Agnelli, che da settimane gli rompe le scatole con questo fatto che non fa cover, decide, come inedito, di portare una cover, di se stesso. Infatti “La fine del mondo” è il pezzo con il quale si è presentato alle selezioni. Ed è bello, cavolo se è bello, ancora di più nella nuova versione pettinata a festa. Il ragazzo è oltre questo programma e lo era già quando ancora non era entrato dentro il programma. Il pubblico gli tributa una standing ovation che uguale, alla presentazione di un inedito, non ci ricordiamo.
Sherol Dos Santos (5): Non va benissimo. Il pezzo, scritto da Manuel Agnelli, è molto bello, ma non veste benissimo sulla ragazza. Non la esalta, nemmeno se tentiamo di distrarci pensando ancora una volta a Whoopy Goldberg prima che diventi suora in Sister Act. Lei si muove sul palco come un attaccante quando fa il portiere. In studio aleggia la commozione, il dialogo post esibizione con Lodo Guenzi è da telenovelas brasiliana, da questa parte in tutta onestà arrivava il testo del pezzo e niente di più. Però sembra una canzone sincera e questo è già tanto.
Naomi (4): è la prima che canta in inglese infatti l’effetto inediti è del tutto saltato. La canzone è totalmente anonima, lei la canta perché è intonata, ma difficilmente in Italia questo sound trova mercato. Dovremmo perlomeno scrivere il titolo del pezzo, no? Spiacenti, non ce lo ricordiamo. Va di giustezza al ballottaggio e si salva in calcio d’angolo con quella “Bang Bang” che le viene proprio bene bene.
Bowland (9,5): Quando la band si esibisce controlli l’angolo a destra dello schermo per essere sicuro di non essere sintonizzato su SkyArte. I Bowland ti fanno dimenticare di stare guardando la tv, il pezzo, Don’t stop me, è una bomba, e loro sono gli artisti più cool mai passati da quel palco. Non per niente i loro pezzi già stanno in classifica, alla mezzanotte cambierà poco. Lodo ha ragione: “Vogliamo fare 35 date in Europa? Loro possono farlo”. Ecco, per capirci, il livello è quello.
Leo Gassmann (3): Michele Zarrillo! Esci da questo corpo! “Piume” è un pezzo talmente vintage che guardi Cattelan e ci vedi Pippo Baudo, lui dall’impostazione canora al look, dall’atteggiamento davanti alle telecamere all’interpretazione è più anni ’90 di Totò Schillaci. L’Associazione Milf Sole E Tristi Italiane evidentemente si riunisce per votarlo e fargli passare il turno, ma il countdown è scattato. Ancora un paio di puntate e poi torna a casa.
Martina Attili (8): come Anastasio, la Attili ripropone in versione restaurata Cherofobia, la canzone presentata in prima selezione. Canzone già visualizzata (al momento dell’entrata in scena) da 16milioni di utenti su YouTube. Non sappiamo questo quanto possa incidere sulla votazione da casa, forse tanto. D’altra parte certo, ci sta che si proponga al mercato con questo pezzo ed è un pezzo che spaccherà di brutto, non ne potremo più di ascoltarla. È molto teen ed è giusto così. Se il resto della gara dipenderà dagli inediti lei è già in finale.
Gli ospiti
Subsonica s.v.: musica fatta come si deve. Non che “Respirare” sia il loro pezzo più bello, ma non è questo il punto. Quella che producono è Musica. È incredibile come la band torinese sia rimasta negli anni sempre avanti, nonostante certi scivoloni di stile e anche di ispirazione, strumenti in mano restano un qualcosa di unico negli ultimi decenni di musica italiana. Come loro solo loro, non ci sono sempre riusciti ma quando ci sono riusciti hanno spaccato.
Hooverphonic s.v.: certo tra gli Hooverphonic di Mad About You e questi c’è una cantante in meno e qualche anno in più. Sempre alti livelli intendiamoci. Simpatica l’idea di Corrado Guzzanti alla chitarra.
I giudici
Manuel Agnelli (5): l’avere la squadra di gran lunga più forte rende i suoi interventi meno avvincenti di un film di Pupi Avati. Scrive una bella canzone per Sherol, giusto per ricordare a tutti da dove viene e ci sentiamo in colpa per averlo dimenticato qualche volta.
Lodo Guenzi (8): Mentre i suoi Bowland volano leggiadri e lui li guarda andare con lo stesso sguardo incantato di un padre che ha appena tolto le rotelle alla biciclettina della figlia, lui si lancia in interventi che valgono i soldi dell’abbonamento a Sky. Il commento al brano di Gassmann merita un poster, un “I have a dream” in salsa zen; un’apocalisse di parole che ci commuove. Il tutto, tra l’altro, senza aver capito manco per sbaglio di cosa stesse parlando. Magico.
Mara Maionchi (5): Si bea delle sue pedine, perché uno è già in finale (Anastasio), l’altro ha un bacino di voti sbavante che lo farà andare avanti fin quando possibile, non oltre le prossime due puntate (Leo). La troviamo calma e serena, quasi stanca, le avevamo consigliato di darsi una calmata, ma si scherzava, su. Resta comunque il maschio più vigoroso al tavolo.
Fedez (5): commovente quando deve scegliere chi fare uscire tra Naomi e Renza, forse perché anche lui, come noi, vorrebbe mandarle a casa entrambe e toglierci il pensiero. Poteva darci un attimo di emozione facendo una scelta consapevole, si, fratricida; perché questo taglio perennemente natalizio dello show ha decisamente stufato. Vogliamo il sangue! Non vogliamo la gentilezza e l’ipocrisia che predica, “perché è un momento molto delicato per i ragazzi!”, ecchissenefrega! Se volevano conservare in cassaforte le loro delusioni per aver steccato, per aver presentato dover indecenti, potevano starsene a casa; noi vogliamo vedere i meccanismi, vogliamo la cruda realtà che mette sul tavolo Simon Cowell, che è quello che si è inventato il format americano e viene detestato (ma seguito e rispettato) in ogni angolo degli Stati Uniti. Ma niente, chiede ai colleghi di andare al tilt. Che palle. Per il resto sostiene che una volta in gara con gli inediti lui fa un passo indietro, e finisce nei camerini forse perché non risulta pervenuto.
XstraFactor
Merita una nota a parte l’esibizione in apertura di XstraFactor con Pupo, Elio e la Dark Polo Gang che cantano “Gelato al cioccolato”: surreale. Uno dei momenti televisivi più imbarazzanti dai tempi dei trenini di Buona Domenica. Giuseppe Cruciani, conduttore de’ La Zanzara, ospite d’onore, la prima volta che apre bocca, rivolgendosi ai tre principini della trap, gli dice ciò che la parte dell’Italia alla quale ancora gli funzionano le orecchie pensa: “Se tre scappati di casa come quei tre riescono a campare cantando ce la potete fare tutti”. Voto: 12. Lo vogliamo al tavolo dei giudici l’anno prossimo. È l’affermazione più rock della storia di XFactor e lui può darci lo show che desideriamo, altro che quella gossippara di Asia “Corona” Argento.