I l mandato di Frank Underwood alla Casa Bianca sta per giungere al termine. La sesta stagione - attualmente in produzione - di House of Cards, sarà anche l'ultima. Ad annunciarlo è Hollywood Reporter nel giorno che vede Kevin Spacey, attore protagonista della fortunatissima serie, rivelare di essere gay dopo esser stato accusato dall'attore Anthony Rapp di un tentativo di abuso sessuale accaduto più di 30 anni fa, nel 1986, quando la star di Star Trek Discovery era appena quattordicenne. Secondo il sito specializzato, già questa estate i dirigenti di Netflix avevano iniziato la chiusura della serie, surclassata nel cuore degli spettatori da nuovi fenomeni come Stranger Things e The Crown. La coincidenza con la controversia che ha coinvolto Spacey appare però significativa, considerando le dichiarazioni rilasciate dal creatore Beau Willimon, che si è detto "profondamente turbato" dalle rivelazioni dell'attore.
Netflix manda così in pensione la serie che la ha trasformata in un colosso, portandola a puntare sempre più sulla produzione di materiale originale, sfidando ad armi pari network come Hbo e preparandosi a superarli. Ora Netflix è un colosso che investe 6 miliardi di dollari all'anno e manda in onda al momento oltre trenta serie diverse, seguite da 100 milioni di utenti in tutto il mondo. È vero, d'altra parte, che la compagnia ha smesso presto di cercare di sfruttare i suoi prodotti allo stremo. Anzi, uno dei pilastri della sua strategia è proporre serie destinate a terminare relativamente presto, come The Get Down e Sense8. Ma House of Cards non è una serie qualsiasi. House of Cards è la serie senza la quale Netflix non sarebbe Netflix.