L ’operazione Netflix è un successo, questo ormai possiamo decretarlo senza timore di essere smentiti. La piattaforma per la visione in streaming di contenuti video ha fatto breccia nel tempo che il mondo intero dedica all’intrattenimento, e i numeri parlano chiaro: 125 milioni di abbonati ad aprile, 150 al momento e una capitalizzazione in Borsa che supera i 150 miliardi di dollari. Non solo: Netflix è stata la prima ad inculcarci, forse ancor meglio di Sky, il concetto di tv on demand.
È con Netflix che quell’intrattenimento televisivo esistente da decenni, le famigerate serie-tv, si è strutturato fino a diventare quasi un movimento culturale, una frase che ormai ci si scambia nei locali al primo appuntamento per rompere il ghiaccio: “Che serie guardi?”; una situazione paradisiaca per qualunque over 30 distrutto da una settimana di lavoro che utilizza come scusa: “No, mi spiace, stasera divano, coperta e Netflix”.
Quante volte avete sentito queste frasi? Un’azienda, sempre Netflix, che ha messo in riga prima e alle strette dopo i più grandi colossi del settore, costretti ad andarle dietro scatenando, come successo ultimamente con Disney+, una guerra di contenuti impietosa e sanguinaria combattuta a suon di milioni di dollari. E ancora Apple, Amazon, Sky, HBO, sono solo alcune delle aziende che hanno dovuto incastrare il coltello tra i denti e fare in modo di reggere la botta data al mercato dalla società californiana fondata da Reed Hastings e Marc Randolph il 29 agosto 1997.
È per questo che il cambio di metodologia nel conteggio delle visualizzazioni dei contenuti, annunciato pochi giorni fa con una lettera agli azionisti firmata dallo stesso presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato di Netflix Reed Hastings, è una cosa che in qualche modo ci riguarda tutti.
La faccenda è la seguente: Netflix, che ormai vanta tra i suoi contenuti show di lunghezza diversa, ha deciso che per un utente un contenuto risulta ufficialmente visualizzato, quindi conteggiabile, dopo soli due minuti di scorrimento della timeline. Nello specifico, se siete sul divano e mettete su un film e 5 minuti dopo che avete cliccato play vi rendete conto che non è di vostro gradimento, il contenuto sarà comunque segnato come visualizzato. Prima di questa scelta qualsiasi contenuto, che durasse 15 minuti o più di due ore, per rientrare nello share di Netflix doveva essere “consumato” per almeno il 70% della durata. In questo modo, come è facile intuire, tutti i numeri di Netflix risultano “dopati”, cosa che importa tanto quanto considerando che la società non si affida ad aziende esterne per far fronte al conteggio delle views, per cui ogni numero che viene riportato comunque va accettato sulla fiducia, ma che potrebbe fare la differenza sui nostri personali profili.
Perché quel contenuto, che magari abbiamo scartato dopo due minuti e un secondo, ci risulterà visualizzato quindi andrà ad “inquinare” l’algoritmo che ci propone i contenuti che potrebbero piacerci di più. Una vera e propria tragedia per tutti i maniaci di Netflix la fuori, e sappiamo che sono tanti. Attenzione, cliccare per sbaglio su un film che non ci interessa non vuol dire mandare in malora mesi e mesi di costruzione chirurgica della nostra lista di programmi preferiti, la visualizzazione è solo uno dei parametri che regola il suddetto algoritmo, se guardate continuamente film horror e poi cliccate per sbaglio su un cartone animato per bambini, l’algoritmo, tranquilli, valuterà anche la mole di ore passate a guardare omicidi e squartamenti vari.
Hastings nella lettera scrive, in pratica, che considerata l’enorme mole di contenuti disponibili quella percentuale, quel 70%, non aveva più molto senso, così ci si riallinea con altre realtà come il New York Times per quanto riguarda gli “articoli più popolari” o come YouTube nel conteggio delle views. “In questa maniera – scrive Hastings - i titoli brevi e quelli lunghi vengono trattati allo stesso modo, livellando il campo di gioco per tutti i tipi di contenuto, incluso il contenuto interattivo che non ha una lunghezza fissa. La nuova metrica è mediamente superiore di circa il 35% rispetto alla metrica precedente. Ad esempio, con la nuova metrica sappiamo che 45 milioni di abbonati hanno scelto di guardare Our Planet, rispetto ai 33 milioni risultanti sotto la metrica precedente”.
Il problema più che altro è: quanti utenti per aver visualizzato oltre due minuti di “Our Planet” si ritroveranno proposti titoli simili compromettendo così il rapporto quasi intimo e morboso che abbiamo instaurato con Netflix? Ma, siamo nel 2020, è ovvio che non poteva non esistere un modo per aggirare l’ostacolo, per dribblare l’algoritmo e trovarci da soli i contenuti che più ci aggradano. Molti ignorano infatti la potenza di questo algoritmo che, attenzione, rappresenta anche la forza di Netflix che ha trovato un modo “matematico” (anche se decisamente fallibile) per dimezzare il tempo di scelta proponendo titoli che richiamano a contenuti già visualizzati.
Come scrive Today.it infatti, usando un’azzeccatissima metafora, “i contenuti che ti appaiono sono solo la punta di un gigantesco iceberg“, infatti “esiste un sistema di catalogazione segreto che ti permette di accedere a un elenco lunghissimo di titoli che normalmente restano nascosti. Il modo migliore per accedervi è usare i codici categoria”. E utilizzarli è facilissimo, basta semplicemente aggiungere alla barra nel browser un numero che Netflix ha associato ad una determinata categoria di film nascosti. Tipo: https://www.netflix.com/browse/genre/codicecategoria.
Il sito prezzogiusto.com per esempio vi offre tutte le categorie nascoste di Netflix con relativi codici in ordine alfabetico e basta dare un’occhiata veloce per rendersi conto delle enormi possibilità che ogni giorno non sfruttiamo, come se navigassimo felici dentro una bacinella mentre tutto intorno a noi si stiracchia un oceano senza confini. L’elenco, lunghissimo, spazia dalla A di “Action & Adventure based on a book from the 1960s” (codice 4082, per esempio) alla Z di “Zombies” (codice 3719). Tranquilli, non state hackerando alcunché, non state infrangendo alcuna regola, è solo un piccolo trucchetto da nerd per migliorare il servizio che pagate, per rendere il vostro rapporto con Netflix ancora più personale, con buona pace della vostra vita sociale.