YouTube Music, la piattaforma in rampa di lancio come primo vero competitor di Spotify per l’ascolto di musica in streaming, ha appena lanciato la playlist “Il suono del 2019”, una lista dei più talentuosi artisti pronti a fagocitare ascolti nei prossimi dodici mesi. Alcuni di loro hanno già concluso benissimo il 2018 presentandosi sul mercato discografico con pezzi che hanno già riscontrato il favore del pubblico. Tra questi, probabilmente il principale, certamente quello con i numeri più promettenti, Yuman, 23 anni, mamma italiana e papà capoverdiano.
Appare quasi per magia all’Indiegeno Fest di Patti (Me), uno dei principali festival estivi dedicati al panorama indipendente italiano, due anni fa, lasciando letteralmente di stucco tutto il pubblico del Teatro Antico di Tindari. Un pubblico che addirittura non si accontenta chiedendo a gran voce all’organizzazione del festival di poterlo riascoltare in apertura di Niccolò Fabi, nella splendida cornice dei laghetti di Marinello. Per i non frequentatori di festival, una cosa che non succede tutti i giorni.
È un’improvvisata, Yuman canta a cappella, la sua voce d’altra parte basta e avanza per commuovere gli spettatori presenti e, soprattutto, l’organizzazione del festival, la Leave Music, che è anche un’etichetta discografica che conta tra i suoi assistiti, tra gli altri, nomi come Tosca, Artù, Avincola, Cassandra Raffaele e Tommaso Di Giulio; che lo adocchia e lo mette sotto contratto per la realizzazione del primo disco. Così nasce una favola che lo scorso ottobre diventa realtà con l’uscita di “Twelve”, brano che è riuscito ad entrare in altissima rotazione su Rtl e altri network nazionali come Radio Deejay, Radio Montecarlo e Radio Rai.
E ora questa playlist di YouTube music, riconoscimento che al telefono con AGI, commenta così: "Direi che l'essere inserito in una playlist creata da un colosso come YouTube sia un grandissimo onore, sono davvero felice per questo riconoscimento, soprattutto se penso che solo pochi mesi fa lavoravamo in studio all’uscita di Twelve, meditando a lungo se far uscire una ballad romantica come primo singolo. Non ci aspettavamo che venisse accolta con questo calore e siamo stati contenti di aver vinto la sfida!"
Dalla tua biografia si intuisce che la musica ha significato qualcosa in più di un modo come un altro per esprimersi o il mero inseguimento della fama...?
"Credo che, come molti altri artisti, il mio approccio all'arte rappresenti un bisogno quasi fisico. La musica è e sarà sempre la mia wunderkammer in cui rifugiarmi per trovare conforto o anche semplicemente per riuscire ad esprimere i miei sentimenti più profondi. La fama non è il motore che mi muove, e non credo sia giusto inseguirla. Penso piuttosto che possa essere una delle conseguenze di un lavoro ben fatto, congiuntamente col talento, la tenacia e la dedizione più totale".
Il tuo singolo Twelve è entrato in classifica Viral di Spotify, è stato trasmesso dalle maggiori radio italiane, sembra proprio l'inizio di qualcosa...ma quand'è che tu hai cominciato a credere che la musica potesse essere il tuo mestiere? Qual è stato il momento esatto in cui in ti è scattato questo pensiero?
"A dire il vero, ancora oggi sto realizzando tutto quello che mi sta succedendo e che mi auguro succeda in futuro; come ti accennavo, abbiamo meditato a lungo sulla possibilità di far uscire Twelve come primo singolo, perché, nonostante fosse un pezzo a detta di tutto il mio staff molto bello, avevamo timore non fosse proprio di immediato ascolto. Insieme al mio manager Alberto Quartana, al mio partner in crime artistico Francesco Cataldo (produttore artistico e arrangiatore del brano) e alla mia etichetta Polydor abbiamo scelto di mandarlo al grandissimo Chris Lord Alge (che ha lavorato su pezzi di artisti del calibro di Muse, Phil Collins, Eric Clapton, Joe Cocker, Aerosmith e U2) che lo ha missato divinamente. A quel punto ci siamo fidati del cuore, e “Twelve” era la scelta più naturale per la mia prima uscita".
Tu ti stai avvicinando adesso al mercato discografico italiano, quali sono le tue prime valutazioni?
"Beh, indubbiamente il mercato discografico italiano sta vivendo un momento particolare, il cantautorato ha lasciato molto spazio a fenomeni come la trap e per chi racconta storie, credendo che il cantare sia una parte importante di questa espressione artistica, la sfida da affrontare è grande. Ma mi intriga mettermi alla prova e trovare uno spazio in un mercato così cristallizzato".
Twelve ha un respiro decisamente internazionale, l'impressione è che il mercato italiano ti possa quasi stare stretto, dove può arrivare Yuman?
"Mi auguro molto lontano. Sono il frutto di una mescolanza, mamma italiana e papà capoverdiano. Anche nella musica che faccio propongo sound contaminati e traggo forte ispirazione da artisti internazionali. Per mia natura preferisco evitare di porre confini, anche e soprattutto alle mie canzoni!"
Come sarà il tuo 2019?
"Penso che sarà fantastico, pieno di musica, di nuove uscite e spero che sempre in crescita".
Se invece andiamo più in là e ti lascio libero di sognare ed esprimere un desiderio, qual è l'immagine che ti viene in mente?
"Penso a grandi palchi che vorrei calcare, mi vengono in mente grandi canzoni che vorrei comporre, persone emozionate e sorridenti lì davanti a me. C’è un mondo di cose che vorrei veder ed esperienze che vorrei vivere e sono sicuro che la musica sia il tramite che potrà aiutarmi a realizzare i miei sogni".