I l secondo live di XFactor, puntata a tema “uscite nell’ultimo anno”, si apre immediatamente con un controsenso: entra Sting che attacca “Message in bottle”; evidentemente la volontà degli autori è quella di garantire una percentuale di ottima musica, a maggior ragione considerata la seconda ospitata della serata in scaletta che abbasserà drammaticamente la media: Dark Polo Gang. Sting prosegue nell’esibizione accompagnato dai concorrenti in un medley dei suoi più importanti successi, le telecamere indugiano su uno sguardo della star internazionale nel momento stesso in cui si sta evidentemente chiedendo “ma tu sei il figlio di Gassmann?”. Palpabile l’emozione e la gioia dei ragazzi sul palco insieme al loro idolo, trapela a casa l’audio di Martina Attili che saluta affettuosamente: “Ciao Terence Hill!”. Sting quindi esce di scena ed è già il momento delle esibizioni. Vi lasciamo allora al nostro pagellone:
Luna 6,5: Visto che la giovane sarda l’avevano vista vagamente a disagio sul palco del primo live hanno ben pensato di tranquillizzarla spedendola sul palco travestita da Cher con un parafulmine in testa tipo altarino della Madonna. Canta “God is a woman” di Ariana Grande e spacca di brutto, il talento non è in discussione, purtroppo l’effetto è sempre quello dei concorsi di bellezza per bambine in America.
Leo Gassmann 7: Prima che le milf italiane vadano a letto viene mandato sul palco il giovine Gassmann, e il reparto costumi risponde presente vestendolo come un attore porno anni ’70. Ma, a parte gli scherzi, la sua versione di “Next to me” degli Imagine Dragons è talmente bella che fa scendere in secondo piano persino la sua totale incapacità di dominare un palco. Però ha cantato. Bravo.
Seveso Casino Palace 4: Lodo assegna alla band milanese “Amore e Capoeira”, evidentemente per vendicarsi di un qualche torto gravissimo. Loro ci provano ma il risultato è confuso. Fedez e Agnelli bullizzano con educazione Guenzi, che si assume la responsabilità della sventurata scelta e annuncia che dalla prossima settimana i ragazzi torneranno nel loro recinto e considerata l’esibizione in molti trovano azzeccata la metafora.
Naomi 7,5: Continua il processo per rendere la ragazza ogni apparizione un pò più pop-star. È forse la cantante tecnicamente più preparata nella competizione. Canta Never Enough di Loren Allred e lo fa da gran professionista. Nulla di più da dire. Brava eh…ma vagamente noiosa.
Martina Attili 6,5 : XFactor è uno show arrivato alla 12esima edizione, dovrebbero rendersi conto dietro le quinte, dai giudici agli autori, che certe esibizioni, anche se belle, perfette e pulite, comunque annoiano dopo un minuto e ne durano due. Brava, e chi lo nega? Ma molto più interessante quando tira fuori la sua vocina da cartone animato che mette in evidenza il forte contrasto. Nel video di riassunto della sua settimana gli altri la descrivono in pratica come una totalmente fuori di testa. Il mezzo punto in più è perché a noi le fuori di testa ci piacciono tanto.
Red Bricks Foundation 6 : Trema il divano quando si scopre l’assegnazione di “Thoiry” di Achille Lauro. Il cantante entra impanato nei glitter come una cotoletta al gay pride e inizia a urlare; e noi, ma anche Mara Maionchi, ci accorgiamo che lui è meglio quando urla che quando canta. Cioè un vero talento dell’urlo. Avremmo ascoltato anche qualcosa in più dell’esibizione ma l’inquietudine nel vedere Pablo Escobar suonare la batteria confonde i paradigmi dei nostri sensi, storia e fantasia si uniscono spedendoci in un pianeta parallelo dove facciamo tutti di cognome Gassmann. C’è da dire però, scherzi a parte, che almeno stavolta sul palco hanno dimostrato di avere un senso. Considerati i precedenti è già un passo in avanti. Ma non è abbastanza, vanno al ballottaggio e poi a casa. Il discorsetto finale del frontman ci fa andare a letto un po' più sereni: non lo sentiremo mai più proferire parola.
Emanuele Bertelli 5 : Il ragazzo esegue la trap di Ghali al pianoforte. Ok, se proprio insisti. Impossibile stare attenti senza chiedersi perché troneggia in scena sopra la sua testa un fragolone gigante e cosa possa entrarci con il pezzo (“Zingarello”). Così come è difficile ascoltare senza condannare indiscutibilmente l’avergli brandizzato Inter il suo anacronistico ciuffo. L’esperimento di nobilitare la trap al piano viene benissimo a Dolcenera, molto meno al ragazzotto della squadra della Maionchi, che con questa esibizione speriamo possa spazzare via da quel palco tutte le altre possibili assegnazioni di trap; giusto perché sarebbe sempre un rockeggiare, jazzare e funkeggiare, un genere che ancora ha sviluppato troppo poco di significativo, perlomeno in Italia. Va al ballottaggio contro i Red Bricks Foundation ciononostante non sia il peggiore della manche ma si salva perché almeno lui rispetto ai colleghi canta.
Bowland 8,5 : Non ci si può fare niente, i Bowland danno sempre l’impressione di essere qualcosa in più di concorrenti di un talent. Sembrano più una di quelle band super cool che becchi a notte fonda in un pub mentre sei in viaggio all’estero e ti compri il cd anche se non ascolti qualcosa in cd da almeno dieci anni, solo per aiutarli a continuare a spargere pura gioia musicale nel mondo. Fanno totalmente loro No Roots di Alice Merton facendoci dimenticare che si trattava di una cover. XFactor per loro sarà solo una vetrina, noi li aspettiamo a braccia aperte nel mondo della musica reale. Mezzo punto in meno per i didascalici abiti di scena.
Renza Castelli 5 : Quando si deve dare un’idea di donna particolarmente avvenente ma leggermente spenta si usa l’espressione (perlomeno in ambienti raffinati): bella che non balla. Mai detto può azzeccarci meglio per descrivere Renza Castelli. Le tolgono finalmente la chitarrina e la sua debolezza esce fuori ancor più evidente. In scena è invisibile, insipida. E non è sbagliata l’assegnazione (“Thunderclouds di LSD Feat. Sia & Diplo & Lanbirinth”) è proprio lei che sembra passata di lì per caso.
Sherol Dos Santos 9: La voce di questa ragazza ci fa volare via da XFactor e dall’Italia. Formidabile. Il pubblico in studio esplode in un’ovazione. Sul palco è una tigre, la voce è potente, perfetta. Niente in più da dire. Quando vincerà non dite che non ve l’avevamo detto. Quando non vincerà ricordatevi che noi siamo già indignati.
Anastasio 9: Ma perché si ostinano a rovinare gli inediti di Anastasio con le assegnazioni di altri artisti? Finisce l’esibizione ed uno, citando il mitico zio/avvocato di Johnny Stecchino, non può che pensare “Minchia!”. Il testo al solito è gonfio di contenuti, di vita; e lui lo interpreta anche con una passione ed una necessità esemplari, di matrice fortemente artistica. Accenna anche due tre note cantate e anche se non sono il massimo della precisione lui è talmente dentro che ti arrivano splendide così come sono. Dovrebbe esserci stato anche qualche inserto musicale di un pezzo di Elisa che nemmeno ci ricordiamo e conta talmente poco che non ci sforziamo nemmeno a cercarlo.
I giudici
Manuel Agnelli 6: quando è arrabbiato ci piace di più, ammettiamolo, il suo ruolo alla cattedra è quello, e stasera pare esserlo. Quando Fedez gli alza la palla lui schiaccia in faccia a Guenzi delle cannonate colpendo i suoi Seveso e costringendo il collega alla pubblica ammenda. Ogniqualvolta nomina pop-star o imita la vocina della sua Martina Azzilli ci viene su un rigurgito di imbarazzo e da qualche parte un punk muore.
Lodo Guenzi 6: Lodo è un bravo ragazzo, conserva gelosamente un entusiasmo ammirevole. Non si erge a rockstar de’ noatri e mantiene la calma anche quando avrebbe motivo di saltare al collo. Ma questo politically correct deve avere un limite, vogliamo che la sua spensieratezza sia un po' più maliziosa, un po' più pungente.
Mara Maionchi 4,5 : la prima volta che si è “rotta i cojoni!” di quello che succede in studio uno ride. “Eheheheh che figata! Una vecchietta che dice le parolacce!”. La 73esima volta invece si riga lo schermo della tv, qualcosa stona. Non sa leggere i testi delle presentazioni che gli scrivono gli autori, a momenti si dimentica pure i nomi dei concorrenti della sua squadra e pare non avere idea delle canzoni, specie quelle straniere, che assegna. Sul finale sbotta improvvisamente e senza alcun motivo con il povero Guenzi ed è costretta a scusarsi nel breve dibattito con i giudici all’inizio di Extra-Factor, nel frattempo la badante gli deve aver suggerito che non c’aveva capito una mazza del discorso del collega. Un po' più di musica, un po' più di storia della discografia italiana sulla quale lei può mettere la firma, e un po' meno parolacce. Please (che qualora ci stesse leggendo, vuol dire per favore).
Fedez s.v.: la puntata scorre ma di lui non v’è traccia. È sempre lo stesso ed è normale che dopo un po' stufa.
Sting e Shaggy s. t. (senza tempo): Due artisti immensi, leggendari, ma accendere la tv e trovarli lì dentro ti stranisce un po', ti aspetti che entri Fiorello con la coda e il cappottone cammello, Claudio Cecchetto e Mauro Repetto che balla.
Dark Polo Gang 2: Non sono veri. Non fanno sul serio. Non è possibile.