AGI - “Sono sincera, sono bugiarda. Sono volubile, sono testarda”. E’ tutto questo e anche di più Fiorella Mannoia, 70 anni e oltre 50 di carriera. Non poteva che iniziare sulle note del disco d’oro Mariposa, che ha segnato il suo sesto ritorno al Festival di Sanremo, il concerto-evento con cui la cantante romana ha inaugurato questa sera, nella suggestiva cornice delle Terme di Caracalla, la tournée estiva ‘Fiorella Sinfonica - Live con Orchestra’, ventotto tappe in tutta Italia. Un appuntamento romano doppio, seconda data domani, pensato come un evento speciale, con la partecipazione di diversi ospiti. Cantanti, ma soprattutto amici della ‘rossa combattente’ che, con lei, hanno condiviso questa sera la scena per celebrare il 70esimo compleanno della cantautrice nella sua dimensione più naturale, il palco. Si entra subito nel vivo, con Mariposa. Più che una canzone, un manifesto sull’orgoglio di essere donna. Arriva l'amico Carlo Conti, spalla nell'apertura di una serata che ha fin da subito il sapore della festa. C’è poi Francesco Gabbani per Un bimbo sul leone e, per omaggiare uno dei primi successi di Mannoia, Caffè nero bollente, la voce rock di una scatenata Giorgia: “lo ascoltavo sempre in cameretta”. Ma poi, per i grandi classici, basta il timbro sensuale di Fiorella per incantare il pubblico.
Da Nessuna conseguenza - “Questa canzone la dedico a quelle che non ce l'hanno fatta ma soprattutto a chi ce l'ha fatta, perché dalla violenza si può uscire” - a Come si cambia a Combattente, Mannoia canta e Caracalla si accende. “Questa sera sul palco con me ci sono gli amici che hanno attraversato, chi da tanto tempo e chi da poco tempo, la mia vita - ha spiegato Mannoia -. Con queste persone ho diviso tanti palchi, abbiamo fatto anche tante battaglie, per cui ci sono tutte persone che stimo e che mi stimano. È il senso di questa serata: un attestato di stima e di affetto. Sentire le canzoni arrangiate in una maniera così distante dai concerti pop che sono abituata a fare – basso, chitarra, batteria - è completamente diverso. Un’esperienza bellissima che volevo fare da tanto tempo”. Per Mio fratello che guardi il mondo di Ivano Fossati il duetto è con Natty Fred, che si unisce a Frankie Hi Nrg per il rap di Non è un film, un testo premiato da Amnesty International e che, secondo la cantautrice, ricorda come “le parole sono importanti, possono fare riflettere”. Ma il repertorio non si limita solo ai brani di Mannoia. Al contrario, si apre al tributo dei colleghi, da Metti in circolo il tuo amore con Ligabue ad Amore bello con Claudio Baglioni. Commuove ed emoziona Ornella Vanoni mentre scandisce Io che amo solo te di Sergio Endrigo. C’è spazio anche per note apparentemente lontane dalla cantautrice, come Rocco Hunt e il suo Sulo pe’ parlà e l’amico Gigi D’Alessio, che intona L’ammore dopo aver ironizzato sull'inizio di questa collaborazione. “Lei disse: ‘Ho cantato canzoni di grandi autori, però se Gigi D’Alessio mi scrive una canzone, la canto’. Non ho capito se era un complimento”.
Immancabile il tributo alla sua città, con Roma è de tutti insieme a Luca Barbarossa. Il ricordo che più scalda i cuori, è, però quello a Lucio Dalla, in una commovente versione di Chissà se lo sai condivisa sul palco con Ron, “un patrimonio per la nostra musica” nelle parole di Mannoia. Il tempo vola ed ecco che, quasi a fine serata, è la volta di Quello che le donne non dicono, cantata inevitabilmente con Enrico Ruggeri che per lei la scrisse nel Sanremo ’87. Il brano, ancora oggi tra i più amati, vinse il premio della critica e diventa oggi occasione di riflessione sulla violenza di genere, con un finale che la cantante, presidente onoraria di Una Nessuna Centomila e da sempre impegnata contro la violenza di genere, trasforma da “ti diremo un altro sì” a “se è no è no”. Con Ruggeri, Mannoia condivide il palco anche per I dubbi dell’amore. “A quest’uomo devo tanto. Abbiamo scritto insieme undici canzoni” ha ricordato l'artista. E’ invece la cantautrice Amara a scandire con Mannoia i versi appassionati di Che sia benedetta, un inno alla vita in tutte le sue forme. Le note di Sally di Vasco Rossi sembrano accompagnare la serata verso la fine, Fiorella però non si nega alle richieste dalla platea e intona anche La storia. Ma è quando partono gli accordi de Il cielo d’Irlanda che il pubblico balla scatenato e vorrebbe che questa danza non finisse mai. Sotto il palco si apre uno striscione '70 candeline tra note ed emozioni, hai un'anima rock'. "Sono una donna fortunata" esclama la festeggiata. Combattente. Impetuosa. Elegante. Sfacciata. E’ sempre lei, Fiorella Mannoia. Per dirla con le sue parole: “Nel profondo sono libera, orgogliosa e canto”.