I l 30 gennaio di esattamente mezzo secolo fa si chiudeva uno dei capitoli più importanti della storia della musica, e venne chiuso direttamente dai protagonisti in una maniera unica che per sempre resterà nell’immaginario comune. I Beatles nel 1969 non sono più loro da un pezzo. Non che non fossero più in grado di produrre musica ai loro soliti livelli, ma proprio perché la loro musica significa molto più della loro musica, sentono forse troppo forte quella responsabilità, sentono che quella fiamma che ha incendiato una generazione si è spenta, che possono continuare a suonare, certo, e lo faranno insieme per l’uscita di Abbey Road e da solisti, ma l’impressione è che una favola sia giunta a conclusione.
Pochi giorni prima, il 26 gennaio, i ragazzi si trovano negli studi della Apple Corps, e decidono, in occasione delle riprese del film documentario "Let It Be", di concedersi (e concedere) un’ultima esibizione. Le idee sulla location sono diverse e tutte epiche, da un anfiteatro in Tunisia alla Cattedrale di Liverpool, ma sono stati presi in considerazione anche il Parlamento inglese e il deserto del Sahara. Poi qualcuno, forse stremato dalla difficoltà di fare una scelta (c’è chi dice si sia trattato dell'ingegnere del suono e produttore Glyn Johns), disse semplicemente “Saliamo sul tetto!”. E così fu. Un’improvvisata, 42 minuti di concerto che resteranno nella storia.
Sono le 12 di un giorno qualunque
Su quel tetto, accompagnati anche dal tastierista Billy Preston, suoneranno nove take di cinque loro pezzi. La gente a poco a poco comincia ad affollare il n° 3 di Savile Rowd. Sono le 12 di un giorno lavorativo qualunque, molti di quegli spettatori passano di lì per caso in pausa pranzo. L’atmosfera è epica ma qualcuno ha il coraggio di chiamare la polizia, “troppi schiamazzi” dicono. Gli agenti arrivano pochi minuti dopo, i ragazzi li vedono, ma non importa, continuano a suonare, anzi, li prendono anche in giro: John Lennon, magnifico con addosso la pelliccia di Yoko Ono, storpia il testo di Get Back, che diventa “You've been playing on the roof again, and that's no good, and you know your Mummy doesn't like that... she gets angry... She's gonna have you arrested! Get back!”.
Gli impiegati della Apple si mettono in mezzo, non vogliono farli entrare, non vogliono interrompere quel che sanno sarà un’esibizione che il mondo ricorderà per sempre, e cedono solo sotto minaccia di arresto. La polizia arriva e loro capiscono che è finita, stavolta è davvero finita. Storiche le parole che pronuncia John Lennon prima di congedarsi: “Vorrei ringraziare a nome del gruppo e di noi stessi e spero che abbiamo superato l'audizione”.
Si chiuse così una storia che impresse una svolta epocale non solo alla musica. Quest'ultima sarebbe stata solo la leva con la quale i quattro ragazzi di Liverpool, avrebbero letteralmente sollevato il mondo. Ed è questo ancora oggi il solco che divide i Beatles da tutte le altre realtà musicali esistenti dal 1963 in poi, dalla pubblicazione di "Please Please Me", il loro primo album. Non è che fossero i musicisti più bravi o che scrissero canzoni enormemente migliori di quelle dei cugini Rolling Stones o di altri grandi geni della musica moderna. Ma i Beatles hanno qualcosa, o più che altro hanno stimolato qualcosa di veramente unico: erano lì quando tutto cambiò, anzi di più, vennero scelti, dalla prima all’ultima nota, dal primo all’ultimo vestito e taglio di capelli, come colonna sonora da quella generazione che cambiò tutto, o che perlomeno ci provò.
Non sarebbe folle pensare che tutte le rivoluzioni che servirebbero per cambiare il mondo oggi risultino impossibili perché non esistono più band capaci di guidarle come fecero, consapevolmente o meno poco importa, i Beatles. Non sarebbe folle pensare che da lì in poi la musica venne lentamente disinnescata fino a rappresentare oggi poco più che mero intrattenimento. Numeri riguardanti vendite e classifiche con i Beatles cadono quindi in secondo piano.
Nessuno in vetta come loro
Comunque, nel caso un extraterrestre fosse appena sbarcato sulla Terra, i dischi venduti sono stati 600 milioni e al momento su Spotify i Beatles tengono incollati alla piattaforma più di 17 milioni di utenti al mese e, un po' a sorpresa, la canzone più cliccata risulta essere "Here Comes The Sun", con più di 256 milioni di ascolti. Poi, naturalmente, il numero che più li rappresenta meglio è l’1, perché raramente, da quando esistono le classifiche, una band o un artista è riuscita a conquistare così tante volte la vetta come i Fab Four.
Infatti una delle loro raccolte, ai primi posti tra gli album più venduti nel nuovo millennio, si intitola proprio semplicemente 1, e dentro si possono trovare tutte le canzoni con le quali i Beatles hanno raggiunto il primo posto in classifica: 27 pezzi rimasterizzati in occasione dei trent’anni dallo scioglimento, che fanno venire un groppo alla gola solo a leggere i titoli. Chi è stato ad un concerto dei Beatles lo conserverà nel cuore per sempre, anche se non c’erano le attrezzature di ora, l’acustica era pessima e se si era fortunati si poteva scorgere giusto qualche nota tra un urlo isterico e un altro.