P izzibarbaro della Maremma qualche giorno dopo la pubblicazione su YouTube commenta così: “Un minuto di silenzio per chi voleva scaricarla”. Capita sempre più di rado che una canzone sia identificata in maniera così totale con un video, anche solo provare a fare un elenco di tutti quei pezzi che potremmo riconoscere semplicemente dal frame del loro video sarebbe divertente ma quasi inutile, vinceremmo tutti.
Tra qualche anno, giusto il tempo che l’attualità filtri l’inutile e si trasformi in storia, in quella lista inseriremo anche l’immagine di Alessandro Borghi vestito come un senzatetto, con la barba lunga e incolta, il viso annerito, i dreadlocks, che si aggira solitario in un’ambientazione apocalittica. E ci ricorderemo, ma più probabilmente non ci saremo mai dimenticati, di “Lunedì”, il magnifico rap di Salmo, tratto dall’album dei record “Playlist”, e che negli ultimi giorni sta raccogliendo milioni di visualizzazioni.
C’è da dire che chiamarlo video musicale è evidentemente riduttivo, la parola cortometraggio appare certamente più adatta. 8 minuti che raccontano una storia intensa, quella appunto, di Alessandro Borghi, prestatosi per l’occasione (ma non è la prima) per impersonare i panni del protagonista di questa visione del mondo, così meravigliosamente decadente e surreale, costruita da Antonio Usbergo e Niccolò Celaia, il duo di videomaker romani riconosciuti come YouNuts Production.
Due geni del videoclip che stanno attivamente contribuendo con il loro lavoro al successo dei maggiori artisti pop italiani: Coez, Mengoni, TheGiornalisti, Elisa, Gemitaiz, Maneskin, Gianna Nannini, Caparezza e soprattutto, appunto, Salmo. Con lui sembra che il lavoro sia molto diverso, perché Salmo il cinema ce l’ha dentro, talmente dentro che solo pochi giorni fa, ospite di Deejay Chiama Italia, ha tranquillamente dichiarato che la musica lo ha già annoiato e preferirebbe di gran lunga piazzarsi dietro una macchina da presa.
Di cosa parla Lunedì
“Lunedì” parla della solitudine, di quell’imbuto esistenziale che toglie sapore e colore a qualsiasi cosa, che trasforma davvero il mondo in un luogo colpito dalle bombe, dove ogni cosa perde di valore e tu resti l’ultimo sopravvissuto, come Borghi, che non è un barbone ma semplicemente un sopravvissuto, la versione solitaria di quel Salmo che durante il video continua a vedere riflesso nello specchio, quel Salmo demoniaco, schizofrenico, dallo sguardo e dall’atteggiamento sempre così intoccabile, inarrivabile, con la quale a metà della storia inizia anche a darsele di santa ragione, come una lotta interiore senza pietà tra due parti di se stesso che stanno troppo strette in un corpo; uno l’incubo dell’altro.
Quel Salmo che interpreta benissimo se stesso, o perlomeno l’immagine di lui che ha lasciato trasparire, specie in questi ultimi mesi di successo sfrenato, in cui tutti i record attualmente battibili nella musica sono stati battuti, nonostante il suo perenne portare a spasso con sé una rabbia che poi fiorisce nei suoi testi con un calore che si traduce in tachicardia; come se ti piazzassi nel bel mezzo di un’autostrada, chiudessi gli occhi e aspettassi quel tir che prima o poi ti beccherà, la sensazione ascoltando la sua musica è più o meno quella. (Allarme spoiler!).
In realtà il paragone non nasce così per caso, perché il video parla proprio di un suicidio, quello di Salmo, quello del protagonista Borghi, che poi sono la stessa persona, in un mondo apocalittico, si, ma non perché bombardato o disabitato, ma perché capace di isolare molto più di quando avevamo molti meno mezzi per restare in contatto, per essere costantemente rintracciabili. Di lunedì, è chiaro, come segna nel calendario Borghi all’inizio del video, esattamente il 23 novembre del 2020, facendoci subito sentire e notare quanto a lungo il protagonista ha dovuto sopportare quel triste isolamento.
23 novembre 2020
“La gente come me morirà da sola” ripete il testo più volte e in otto minuti ti spiega anche come; quello che c’era prima, come si arriva ad una scelta così definitiva e anche cosa succede dopo, alla fine, quando non diventi che un fenomeno sdraiato per strada, dove Borghi/Salmo decide di farla finita, accerchiato, da sconosciuti, non per questo meno solo.
Il video di “Lunedì” è stato girato in Bulgaria, l’idea pare sia venuta un anno fa, quando Salmo & Co. hanno rintracciato questi studi pieni di scenografie di città distrutte, gli studi dove gli americani ricostruiscono le loro città per farle distruggere dagli alieni nei film, che costa meno ricostruire una cosa in Bulgaria per farla distruggere che distruggerla davvero negli Stati Uniti. Allora insieme alla YouNuts si è deciso di raccontare questa storia, eccezionale perché riesce ad essere piccola e grande allo stesso tempo, impetuosa nelle riprese della città, minuscola, quasi soffocante, quando trascinati nell’intimità e solitudine di Borghi, neanche a dirlo, magistrale come pochi attori della sua generazione sanno essere. Il video ha superato i due milioni e mezzo di visualizzazioni, non poteva essere altrimenti, ed è primo tra i video più trend della classifica settimanale di YouTube.
Ora in molti, come si fa quando si analizzano i film di registi cult alla Quentin Tarantino, si chiedono come mai Salmo abbia deciso di uccidersi nel video proprio il 23 novembre del 2020, ci sta comunicando qualcosa? Il dubbio viene. Quel genere di dubbio dentro il quale solo una grande opera può incastrarti. E “Lunedì” lo è, c’è un video che ce lo ricorderà per tanto tempo. Pizzibarbaro della Maremma ha ragione: chi si è scaricato la canzone senza aver mai visto il video, non sa cosa si è perso.