AGI - Mostrare la passione e l’entusiasmo dell’orchestra prima di tutto, trasmetterle al pubblico, per coinvolgerlo e far sì che si crei una “grande e forte comunità, unita”. Che porti ad avere un auditorium sempre pieno, con persone di ogni età, “da 1 a 100 anni e oltre, perché nella musica e in amore l’età non conta”. È il progetto di Emmanuel Tjeknavorian, nuovo direttore musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano, 28enne viennese, energico e di grande talento. Scelto all’unanimità dal Cda per guidare l’orchestra per i prossimi tre anni. “Oggi si realizza un sogno - dice - . Questa direzione musicale”, la prima della sua brillante carriera, “è anche una grande responsabilità ma la gioia è molto più grande. Non vedo l’ora di iniziare”. Non manca molto, perché già nell’ambito della stagione in corso, il prossimo 16 febbraio, Tjeknavorian torna sul palco dell’Auditorium con un programma “che è una sfida impegnativa”.
Ma è a partire dalla stagione 2024-25 che si potrà apprezzare il ‘cambio di passo’ di questo maestro. Che ‘nasce’ come violinista solista, avendo iniziato a suonare a 5 anni con il padre Loris Tjeknavorian, compositore e direttore d’orchestra armeno. E’ lui che gli ha trasmesso la passione per la direzione musicale. E poi “Ci sono cose che non decidi nella vita: la direzione è stata qualcosa di naturale. Facevo pratica con mio padre. Poi a 17 anni ho iniziato con un'orchestra giovanile. Condurre è sempre stato il mio sogno, anche se continuo ad amare il violino. Ma adesso il mio percorso prende un’altra strada”. Fino a un certo punto in realtà, perché lo strumento che lo ha fatto conoscere al mondo, non lo abbandona. E anzi si esibirà nel concerto più importante per Milano, quello ‘offerto’ alla città, dalla Filarmonica della Scala in piazza Duomo, a giugno, dove sarà sul palco con Riccardo Chailly. “Due direttori musicali di Milano sullo stesso palco” si è lasciato sfuggire Tjeknavorian. Ma queste sono eccezioni.
La direzione della Sinfonica assicura che avrà la priorità, dirigerà 10 programmi sinfonici e coinvolgerà molti direttori di fama internazionale, d’altra parte ne conosce tanti avendo “lavorato con più di 100 maestri”. L’intenzione è di dare spazio anche ai giovani compositori italiani, “da Marcucci a Sinigallia. E altri che hanno fatto musica bellissima che non è mai suonata. Non il primo anno ma il secondo includerò sicuramente nel programma i compositori italiani”. Le opere in italiano, preferisce condurle solo quando padroneggerà la lingua. Nel frattempo “C'è un sufficiente numero di opere in tedesco e parlo bene il russo, quindi posso fare opere in russo”. L’italiano comunque un po’ lo mastica già, e assicura che per l’autunno al massimo, sarà ‘fluente’. A Milano Tjeknavorian verrà spesso, almeno una volta al mese. E’ una città che ama, dove si sente a suo agio, con cui ha “feeling”. Lo stesso che prova con gli orchestrali della Sinfonica che già conosce bene, avendoli diretta per la prima volta nel 2022. “Per me l'Orchestra Sinfonica di Milano ha qualcosa di speciale” dice, promettendo un grande lavoro di squadra. “Bisogna fare come gli sportivi, i calciatori che si allenano ogni giorno, e sudano, altrimenti non sarebbero in serie A. Lo stesso dobbiamo fare noi” ha detto rivolgendosi ai musicisti.
La cura dei dettagli, per lui è tutto: “Non esiste una cosa fatta bene al 99 per cento”. I progetti ci sono e la visione anche, e “con un duro lavoro tutto è possibile, dobbiamo unire le forze” per portare il pubblico a teatro. Sono importanti i media, non solo i social, ma la televisione e la carta stampata e anche le affissioni in città. Una campagna di pr come si deve insomma, “è fondamentale per dare voce al nostro impegno”. A quel punto, il maestro viennese ne è convinto, verranno anche i giovani. “Loro hanno bisogno di emozioni, passioni, azione, e noi possiamo dargli tutto questo. Dobbiamo attrarli. Sono sicuro che se vengono e riescono a percepire la passione sui volti dei musicisti, vedono occhi che bruciano, un’orchestra entusiasta, poi vogliono essere parte della ‘comunità’”. Gli orchestrali annuiscono. A Emmanuel Tjeknavorian hanno riservato un caloroso benvenuto invitandolo subito a ‘fare squadra’, anche fuori dall’auditorium: giocando a calcetto. Il maestro, grande amante del pallone, non viene meno, accetta. Mancava proprio il numero 10.