AGI - Un piacevolissimo disco pop, Aiello in questo “Romantico” si ritrova, fuori dai trick discografici, lontano da ciò che ci si aspettava da lui due anni dopo hit come “Vienimi (a ballare)” e “Ora”. Ma “Romantico” è anche una dichiarazione di intenti, la volontà del cantautore calabrese di lasciarsi andare ad un sentimentalismo pop efficace ed accessibile, che accoglie lo spettatore in un abbraccio dentro il quale può serenamente riconoscersi.
Cosa si deve aspettare il tuo pubblico da questo disco?
"Una leggerezza ed un entusiasmo che in questi due anni avevo un po' perso, per questo mi sono tenuto lontano dalle scene, perché avevo bisogno di un momento per me. Devono aspettarsi grande verità nelle storie che scrivo, tutto fuorché musica di plastica, non potrei mai farla. Devono aspettarsi un disco leggero, ma mi riferisco alla leggerezza calviniana, un disco immediato, fresco, anche se ci sono anche momenti in cui si piange e ti vien voglia di mettere la tua storia tra le mie parole; poi ci sono pezzi più ballabili, quelli più intimi, l’incontro tra l’erotismo di Lenny Kravitz e i ritornelli di Rino Gaetano, tanti colori e un approccio molto meno ansioso rispetto al disco precedente, dove sentivo la pressione di dovermi confermare. Grazie alla mia psicologa me la vivo meglio, mi sento come non mi sentivo da tanto tempo".
Io ascoltando il disco ti ho trovato a tratti più cresciuto, più maturato, più consapevole, a tratti invece come se avessi ritrovato l’autenticità di quando ti abbiamo conosciuto…qual è la verità?
"È come io la racconterei, pur essendo il precedente un disco molto importante, che ho amato, dove dentro ci sono tanti successi, riconosco che l’Antonio di due anni fa era molto ansioso di dimostrare, io che amo la contaminazione ci avevo messo dentro tante cose, tanti strati, qui invece ho lavorato di essenzialità; sarebbe una bugia dire che sono tornato, ancora sono al terzo disco, ma ho ritrovato sicuramente un entusiasmo ed una leggerezza che mi mancava".
È una scelta quella di non inserire elementi puramente urban nel disco?
"Mi riferisco anche ai featuring, visto che orma li troviamo ovunque… Non ne sentivo il bisogno, c’è tanta roba decisa a tavolino ormai, ma se fai quella gara ti schianti prima o poi; pur stimando tanti colleghi rapper, ho deciso di no. Ho fatto il feat. con Gaia perché mentre ero in studio sentivo che serviva una voce femminile, le ho scritto e l’abbiamo fatto; l’altro, aldilà della stima artistica, l’ho fatto con Alessandra perché lei è rimasta molto impressionata dal pezzo, ha voluto provare a cantarlo ed era perfetto".
Nelle note dedicate alla stampa scrivi: “Essere romantici non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio”, è una frase praticamente rivoluzionaria nella musica di oggi…
"Anche questo è il senso di “Romantico”, tornate a fare sesso, a corteggiare, a rischiare anche un no, questa paura di essere rifiutati ci ha castrati, sono stanco di raccontarmi duro, se sono romantico perché raccontarmi come un gangster, che poi quelli stanno a casa con il lecca lecca e il peluche. È giusto promuovere il romanticismo vero, questa parola ha bisogno di ritornare a prendere luce".
Ho trovato molto bella “Libero”, che è quasi uno sfogo, tu dici “Non sarò mai libero”, in cosa ti senti imprigionato al momento?
"In tante cose, io un anno e mezzo fa ho deciso di fare un percorso terapeutico perché l’ansia stava diventando pesante, ho imparato gli strumenti per gestirla, in questo percorso ho scoperto cose di me, ho affrontato i miei demoni, il rapporto con familiari, amici, le storie che mi hanno messo KO. Io credo di essere autentico ma non lo sono mai come quando sto al pianoforte, spesso non mi sento all’altezza di molte situazioni, mi sento intimorito, la mia terapeuta allora un giorno mi ha detto: “Vai al pianoforte e scrivimi una canzone, che sei nato per questo”. La ringrazio perché ancora ascoltando il pezzo mi scendono le lacrime, l’ho lasciato piano e voce, crudo, ne sono abbastanza orgoglioso".
Cosa ti piacerebbe che provasse alla fine del disco chi lo ascolta?
"Una sensazione di leggerezza, di possibilità, ti deve lasciare un sorriso, sia che tu viva un momento up che down, come una passeggiata in macchina con il finestrino abbassato, una visione possibilista, buoni propositi. Vorrei pensasse: “Esiste questo amore, questo modo di fare ricerca, di liberarsi, c’è qualcuno che come me pensa che l’abbraccio ha un valore, che corteggiare, esporsi, in amore, ne vale la pena”, e lo dice uno che ha fatto errori e ci sta lavorando, tutti noi possiamo superare i nostri limiti, è una bellissima strada"
Stai diventando l’artista che volevi diventare quando hai intrapreso questa strada?
"Ti dico la verità: oggi si. È una domanda che mi sono fatto in questi ultimi due anni, perché sentivo che non me la stavo godendo, mi sono chiesto se era questa la fatica che sognavo, perché perfino l’amore che ricevo è impegnativo. Grazie a questo disco penso di essere sulla buona strada, mi auguro di cuore di sentirmi nella possibilità di essere libero, nonostante mi sento minacciato da questi tempi; il fatto che esca così tanta musica, mi sento circondato da queste dinamiche. Quindi si, mi ritrovo sempre di più e voglio lavorare per questo obiettivo, per essere l’artista che ho sognato di essere. Preferisco far dominare il cuore che le logiche".