AGI - "Stavolta mi diverto", il paragone per Marco Mengoni è chiaramente con l'Eurovision Song Contest 2013, quando si classificò settimo, forse anche a causa di "un po' di pressione", come confessa alla stampa italiana per la conferenza che precede la sua partecipazione a questa nuova edizione alla più seguita delle competizioni musicali a livello europeo, quest'anno di base a Liverpool data l'impossibilità di Kiev, causa guerra in corso, ad ospitare la manifestazione, come sarebbe stato suo diritto considerata la vittoria, lo scorso anno, della Kalush Orchestra.
"Dieci anni fa ero molto giovane - dichiara Mengoni - mi sono fatto prendere dall'emotività del momento, quest'anno sono partito con degli strumenti che ho appreso in questi dieci anni di carriera, quindi molto più bello essere qui". Così come professava alla vigilia della 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, Mengoni non pensa in alcun modo alla classifica: "Mi interessa divertirmi, sono alla soglia dei 35 anni ma la cosa piu' importante è star bene, fare delle scelte giuste che ti portino a essere contento e felice".
"A me non piace la parola gara o competizione - dice - mi mette pressione il fatto che ci sia una classifica, che ci si possa fare una sgambetto, non è nemmeno lo spirito di questo Eurovision; io punterei più sulla parola "Uniti". Spero che ognuno di noi porti dei messaggi giusti e buoni a tutte le persone che seguono, che sono tante".
Un messaggio su tutti, quello riguardante la pace, tema che sarà evidentemente centrale nella narrazione di questo nuovo Eurovision: "La musica è un mezzo per diffondere messaggi di pace - prosegue il cantante di Ronciglione - riguarda me e anche tutti i paesi che stanno concorrendo all'Eurovision. Abbiamo l'occasione di urlare ancora di più questa cosa, a me sarebbe piaciuto andare a Kiev, avrebbe voluto dire che la guerra è finita e che quindi non ci sono più persone che soffrono in quel modo".
"Essere uniti qui - continua - significa anche mandare un messaggio a tutta l'Europa. Io sono assolutamente contrario a qualsiasi guerra, scrivo canzoni per l'amore anche riflettendo su tanti temi, quanto sia utile io non lo so, ma l'utilità della musica consiste anche nel divulgare messaggi".
Com'è noto Mengoni a Liverpool canterà "Due vite", brano certificato dalla FIMI con il triplo platino proprio durante la stessa conferenza stampa, e sarà l'ultima esperienza prima di dedicarsi alla chiusura di "Materia (Prisma)", ultimo tassello della trilogia dedicata alla materia, ma la scelta di proporre questa canzone al resto d'Europa, si potrebbe dire del mondo considerata l'esperienza Maneskin, non era affatto scontata; prima di scegliere Mengoni ha esplorato proprio i nuovi brani del nuovo album, salvo poi decidersi su "Due vite".
"Ho pensato un po' al brano da portare perché tengo molto a questo ultimo disco - spiega - penso che ci sono molti pezzi che saranno importanti nella mia carriera, quindi mi sono lasciato una porta aperta per capire se c'erano dei pezzi più giusti. Poi alla fine riflettendo su 'Due vite', mi sono reso conto che è un bel viaggio, descrive tantissimo gli ultimi anni della mia vita personale e forse era giusto che condividessi con l'Europa questa parte, che è intima ma molto presente e viva in me in questo momento, era la scelta giusta".