AGI - Un prisma oscuro, etereo, fluttuante in quell’assenza profonda e persistente, trafitto da un raggio di luce, che attraverso quel triangolo si trasforma in un arcobaleno. Tutto geometrico, esatto, come se fosse il frutto di un calcolo complesso, uno di quelli che regolano le leggi del mondo, un triangolo dal retrogusto divino impresso sulla copertina di un disco che effettivamente si rivelerà nel tempo qualcosa di superiore; parliamo di “The Dark Side Of the Moon” dei Pink Floyd, album che proprio oggi compie 50 anni dalla pubblicazione, e quella copertina fu ideata da Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis e poi disegnata da George Hardie, ai quali era stato chiesto solo “qualcosa di semplice”, forse mai si sarebbero aspettati la creazione di una delle immagini più iconiche della storia della musica mondiale.
Vita, morte, denaro, salute psichica, quella che venne a mancare a Syd Barrett, membro fondatore e paroliere dei Pink Floyd, già da anni fuori dalla band, sono questi i temi che Roger Waters, che si occupò interamente della stesura dei brani, intendeva affrontare, riteneva più urgenti per lui e per chi avrebbe ascoltato l’opera. La conferenza stampa di presentazione del disco si tenne al London Planetarium il 27 febbraio, i giornalisti intervenuti, al posto dei Pink Floyd, trovarono quattro sagome in cartone a grandezza naturale, tutto perché l’album, come richiesto, non fece in tempo ad uscire in versione quadrifonica, come avrebbero desiderato; a riprova del fatto che “The Dark Side Of The Moon”, per il quale vennero utilizzate apparecchiature del tutto innovative per l’epoca, leggenda vuole del peso totale di oltre tre tonnellate, fu un disco rivoluzionario anche per il modo in cui verrà pensata e si farà la musica da quel momento in poi.
La lunga gestazione di un capolavoro
Bisogna anche dire che il successo immediato dell’album fu dovuto alla colossale campagna pubblicitaria imbastita ai tempi da Bhaskar Menon, ai tempi fresco direttore della Capitol, la casa discografica dei Pink Floyd, che erano in scadenza di contratto e stavano già flirtando con la Columbia, alla quale si legheranno nel 1974. In realtà la gestazione del disco fu lunga, si tratta di un lavoro venuto fuori dopo anni di audaci sperimentazioni, soprattutto live, tant’è che di fatto quasi nessun brano dell’album al momento dell’uscita si poteva ritenere inedito.
L'album segnò un prima e un dopo non solo per tanti critici e fan ma anche per gli stessi Pink Floyd e non solo perché si tratta del loro maggior successo commerciale. Roger Waters, Nick Mason, David Gilmour e Richard Wright hanno pubblicato sette dischi in studio prima e sette dopo, e quelli immediatamente successivi, certamente non a caso, saranno “Wish You Were Here”, “Animals”, “The Wall”, i loro migliori, grandi successi che hanno cambiato la storia della musica, come se qualcosa, un codice musicale, dentro di loro si fosse sbloccato. Certo tutti secondi, perlomeno in termini di vendite, a “The Dark Side Of The Moon”, che rimase nella classifica statunitense per 741 settimane, dal 1973 al 1988, come se l’astrologia musicale si fosse plasmata a sua immagine e somiglianza, e tutto ruotasse improvvisamente attorno a quell’album.
Numeri da record
Questo perché, sebbene esistano dischi, probabilmente per la loro accessibilità, più popolari, ne esistono pochissimi che hanno numeri paragonabili a quelli di “The Dark Side Of The Moon”: 45 milioni di copie vendute nel mondo, terzo posto nella storia, per quanto riguarda il Regno Unito si parla del settimo album più venduto di tutti i tempi, e si stima che almeno un cittadino statunitense su quattordici possegga una copia del disco. Oggi, in Italia, nella classifica FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), “The Dark Side Of The Moon” si trova al 39esimo posto, nella Top 100 da 49 settimane, al terzo, in nuova, ennesima, risalita, della classifica dei vinili più venduti, sempre presente nella decina finale nelle ultime 93 settimane; sei i dischi di platino nel nostro paese e questo solo dal 2011, quando la FIMI ha rivoluzionato i parametri di assegnazione delle certificazioni.
Su Spotify, il più attendibile dei termometri per misurare la musica di oggi, i dieci brani che compongono la tracklist del disco sono stati ascoltati quasi due miliardi di volte, solo “Money” ha raccolto oltre 407 milioni di stream. Numeri straordinari, specie se si pensa che si tratta di un album non solo complesso ma anche, appunto, registrato 50 anni fa, ma che poco o niente, comunque, riescono a raccontare della grandezza di un’opera talmente immensa da essere tributata in ogni singolo ambient musicale, da “Return to the Dark Side of the Moon: A Tribute to Pink Floyd”, album pubblicato nel 2006 e che vede coinvolti artisti come Adrian Belew, Tommy Shaw, Dweezil Zappa e Rick Wakeman, a “The Not So Bright Side of the Moon”, uscito nel 2000, firmato dai The Squirrels.
Nel 2003 il collettivo reggae newyorkese Easy Star All-Stars pubblicò “Dub Side of the Moon”, mentre i Voices on The Dark Side ne hanno realizzato una versione a cappella, i Poor Man's Whiskey lo eseguono spesso in stile bluegrass, chiamando lo spettacolo “Dark Side of the Moonshine”, e nel 2004 fu realizzata una particolare reinterpretazione dell’album con un quartetto d'archi. Nel 2009 anche i The Flaming Lips, una delle più importanti band del circuito indie mondiale, in collaborazione con Stardeath and White Dwarfs e con Henry Rollins e Peaches, ne pubblicarono una propria versione.
Alcuni azzardarono anche una riproduzione live integrale del disco, è il caso dei Phish e dei Dream Theater, la più famosa band progressive metal del mondo. Per questi 50 anni i Pink Floyd regalano ai loro fan un nuovo cofanetto deluxe che include CD e vinile gatefold con una nuova masterizzazione dell’album in studio e audio Blu-Ray + DVD con l’originale mix 5.1 e le versioni stereo rimasterizzate. Il cofanetto include inoltre un BluRay con mix Atmos più CD e LP di “The Dark Side Of The Moon – Live At Wembley Empire Pool, London, 1974”, l’esibizione che la band tenne durante una data del tour invernale e che per la prima volta sarà disponibile come album separato, con artwork originale del 1973 disegnato ancora da George Hardie.