A GI. - Era il 1982 quando Virgilio Fraternali, tra i trombonisti più noti del circuito jazz romano, si recò in Ungheria per studiare le tradizioni sonore di quel Paese, ancora dall'altra parte della cortina di ferro. Sull'esempio del grande Bela Bartok, l'idea era fondere i canti dei contadini Ungheresi e Romeni e tematiche di stampo classico, il tutto filtrato con il Jazz.
L'esperienza sfociò nella formazione del gruppo "B", che non ebbe però modo di esprimere dal vivo il proprio repertorio e la propria potenzialità. Il progetto rimase per quasi 40 anni nel cassetto finché Alessandro, chitarrista, fratello di Virgilio, non decise di riportare alla luce il tutto e di riarrangiare quei brani con l'aiuto degli altri musicisti.
“Questo non è propriamente un ‘disco’, o meglio un ‘cd’; lo è diventato mediante le tecniche di oggi. In realtà è una registrazione effettuata nell’anno 1982 con mezzi oggi decisamente caduti in disuso, e registrato ‘seduta stante’ (come viene viene, tanto per intenderci)", ha spiegato Alessandro, "lo scopo di tutto questo non è, appunto, la qualità del suono e di tante sfumature che indubbiamente lasciano a desiderare, ma quanto il linguaggio musicale, che all’epoca tentava di sviluppare nuovi messaggi, inerenti la fusione tra musica popolare, jazz e tematiche di stampo decisamente classico.
"La speranza che io nutrivo vent’anni fa affinché questo lavoro fosse riconosciuto, a tutt’oggi non è cambiata e spero ancora, con il mio sentimento di artista, che dopo tanto tempo sia apprezzato come lo hanno apprezzato i musicisti che hanno collaborato con me. E tutti coloro che, ascoltandolo, hanno fatto altrettanto”. Con queste parole, Virgilio ripropose nel 2002 il progetto, nella speranza di farlo finalmente uscire dall’ombra.
"Oggi, mi sono sentito in dovere di portare avanti il suo discorso musicale così presto troncato", spiega Alessandro, "e grazie ad Alessandro Tomei (sax), Francesco Lo Giudice (piano) e Federico Orfanò (batteria), la musica è ripartita". Venerdì 24 il quartetto si esibirà al Charity Café di Roma.