L a finale della 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo in pratica altro non è che una lunghissima cerimonia di premiazione di Marco Mengoni con ospiti vari. La classifica dalla posizione 28 alla 6, ovvero la chart degli esclusi, porta indubbiamente delle sorprese: troppo bassi Mara Sattei e Leo Gassmann (19 e 18), certamente troppo bassi i Coma_Cose al tredicesimo posto.
Addirittura uno scandalo il decimo posto di Colapesce Dimartino, così come il settimo di Madame. Questo per citare gli artisti in gara che avrebbero meritato più di Mr. Rain e Ultimo, che grazie al televoto si aggiudicano due slot della top five, andandosi così a giocare la vittoria finale. Vittoria che pone fine a questa ennesima epopea televisiva, durata più della stagione di una serie che qualcuno ti ha spoilerato. Infatti vince Marco Mengoni.
Elodie – “Due” – Voto 6,5: Elodie è brava, moderna, cool, efficace, radiofonica e artisticamente del tutto inconsistente. Questo brano è il risultato di questa semplice equazione.
Colla Zio – “Non mi va” – Voto 5,5: Questa sera il collettivo milanese si presenta total black in stile Neri per Caso, infatti appena entrano in scena in tanti esclamano: “Ah si, te li ricordi??”.
Mara Sattei – “Duemilaminuti” – Voto 7,5: Sempre bravissima Mara Sattei, anche se noi la preferiamo in “Boris”.
Tananai – “Tango” – Voto 8: Pezzo bellissimo, di un romanticismo tangibile e devastante. Vestito in quel modo ci aspettavamo che segasse a metà la Ferragni da un momento all’altro. Il posto nella top five è del tutto meritato e perché è bravo, non perché è simpatico.
Colapesce Dimartino – “Splash” – Voto 10: Niente da dire, la cantiamo già a memoria. I due cantautori siciliani non vinceranno il Festival ma lo vinceranno lo stesso, come lo hanno vinto due anni fa con “Musica leggerissima”. Si portano a casa il Premio della Critica Mia Martini, il più credibile disponibile, non il premio più importante ma l’unico premio che conta.
Giorgia – “Parole dette male” – Voto 7: Eleganza e malinconia. Il Festival di Giorgia poteva andare meglio, bastava mettere in piedi una ballad qualsiasi; e invece decide di portare un brano complesso con sonorità contemporanee, spiazzando così il proprio pubblico. Ma “Parole dette male” è un’ottima canzone; brava lei, brava Big Fish. Bravi tutti.
Modà – “Lasciami” – Voto 5,5: Quando una canzone ti fa abbassare il volume…
Ultimo – “Alba” – Voto 6,5: La canzone non è male, il crescendo autentico, la disperazione palpabile, il limite di sopportazione dopo 27 secondi superato. Il brano ha un problema: è tale l’intensità con la quale ti avvisa che ti sta per dire qualcosa, che quando la dice a te già non frega più nulla.
Lazza – “Cenere” – Voto 7,5: Hit dal sapore pop solo apparentemente leggera, dopo qualche ascolto ti accorgi che ti dice anche qualcosa. In total red e microfono in mano gli regaleresti l’anima. Si prende la top five e se la merita tutta.
Marco Mengoni – “Due vite” – Voto 9: Mengoni si merita la vittoria, perché è uno dei pochi della musica italiana contemporanea ad essere capace di declinare al presente, con classe e carisma e credibilità, quella melodia tradizionale dalla quale siamo culturalmente dipendenti noi italiani. Stravince ancor prima che si apra il sipario del Festival martedì.
Rosa Chemical – “Made in Italy” – Voto 8: Quando porta Fedez sul palco durante l’esibizione per poi limonarselo sul finale, in RAI è scattato l’allarme antincendio.
Cugini di Campagna – “Lettera 22” – Voto 5: Un giorno dovremo spiegare ai nostri nipoti cosa ci facevano i Cugini di Campagna a Sanremo nel 2023.
Madame – “Il bene nel male” – Voto 7,5: Amadeus con queste immense serate ha sfalsato gli orari a tutti, così Madame, presa dal jet lag, si presenta sul palco in vestaglia da notte. Il brano è tra i migliori in gara, lei è brava, lo è sempre stata da quando la conosciamo e questa settimana, clamori giudiziari a parte, lo ha ampiamente dimostrato.
Ariete – “Mare di guai” – Voto 6,5: Ariete è brava e “Mare di guai” un buon pezzo; non si capisce se Ariete non era pronta per Sanremo o Sanremo per Ariete. Il suo status artistico, per mestiere e repertorio, si stiracchia più comodamente in un clima più intimo. Ariete è talmente brava da coinvolgere nel suo universo anche persone di generazioni molto differenti, ma non dimentichiamoci che è comunque una artista da cuffie nelle orecchie dopo la scuola, ci serve lì, non servono le grandi luci adesso.
Mr. Rain – “Supereroi” – Voto 6: I bambini che accompagnano Mr. Rain stasera sono stati rapiti da un pigiama party. Solitamente i pezzi migliorano con gli ascolti, questo non solo peggiora, ma snerva; per riprenderci con qualcosa di più hardcore ci tocca mettere su la sigla di Candy Candy. Puro scoutismo in musica. Occupa un posto nella top five; diciamo che non è uno scandalo ma gli somiglia.
Paola e Chiara – “Furore” – Voto 4: Paola e Chiara non sono un progetto musicale ma un apericena a Porta Venezia finito male.
Levante – “Vivo” – Voto 5: Questo brano è come quel tizio che si siede sullo sgabello accanto al tuo al bancone e sente l’irrefrenabile bisogno di raccontarti qualcosa di estremamente intimo del quale però non ti importa nulla. Ma siccome è così preso dal discorso, fai una faccia attenta, stringi i denti e aspetti che finisca.
LDA – “Se poi domani” – Voto 5,5: Sul palco gesticola così tanto che non solo non si riesce a seguire il filo logico del brano, ma dirotta anche tutti i voli che stanno atterrando a Malpensa. Uscendo ringrazia l’orchestra che l’ha trattato come un figlio, deve aver frainteso quando gli hanno tirato una ciabatta e lo hanno mandato in camera senza cena.
Coma_Cose – “L'addio” – Voto 9: Tutto talmente bello che sparisce tutto; Amadeus, le telecamere, il pubblico, il teatro, e resta solo l’indispensabile: il loro guardarsi e la loro musica.
Olly – “Polvere” – Voto 4,5: Metà Tony Manero, metà Tananai, si ritira verso le quinte al grido di “La vita è una figata”. Be, ora che il pezzo è finito effettivamente…
Articolo 31 – “Un bel viaggio” – Voto 7: Tutto ciò che possiamo desiderare da una favola; le salite, le discese, gli eroi, la guerra, la decadenza, la ripresa, i ricordi, un abbraccio. Articolo 31 fuori dalla gara, superospiti subito.
Will – “Stupido” – Voto 4,5: Will ha l’aria di un supereroe che ha deciso di dedicarsi alla musica e mettere da parte la sua missione. Poi si ritrova a Sanremo proprio quando il cattivo della storia, il suo nemico giurato, decide di attaccare. E il cattivo è BLANCO. Altro che Sanremo, andiamo a Hollywood. Nel frattempo il pezzo è finito e di questa esibizione c’è rimasta solo quella maglia di quel tessuto da casa chiusa algerina e quel “Ho lasciato un pezzettino di William anche qui”, che ammette ad Amadeus prima di uscire di scena. E adesso a Morandi tocca rientrare con la scopa.
Leo Gassmann – “Terzo cuore” – Voto 7,5: Quanti colori, quanta poesia, veicolata con tale leggerezza. L’atmosfera si rompe un po' con il discorso da Miss Italia mentre si incammina verso le quinte: “Lavoriamo tutti per un mondo migliore”. Ah, già, vero, ok.
gIANMARIA – “Mostro” – Voto 6,5: Dite quello che volete, il carico di disagio, le vocali sbagliate, l’atteggiamento quasi superficiale…ma “Mostro” è un buon pezzo ed è ammirevole la volontà di un esordiente di volersi presentare al pubblico con un messaggio ben preciso. Ok, non è niente che possa interessare allo spettatore medio dello show televisivo più nazional-popolare mai partorito da mente umana; ma la scelta è comunque coraggiosa e fortemente poco furba e quindi fortemente artistica.
Anna Oxa – “Sali” – Voto 5: Ecco che succede a fare aperitivo con Ornella Vanoni prima di esibirsi. Stasera comunque la metamorfosi nella gattara dei Simpson la possiamo decretare totalmente conclusa.
Shari – “Egoista” – Voto 6,5: Forse è stata buttata nell’acqua alta troppo in fretta, ma le potenzialità sono altissime, anche a partire da questo brano, che non è affatto male. Anche lei prima di uscire ci lascia una perla: “L’amore è per tutti quanti”; dev’essere la migliore amica di Sethu.
Gianluca Grignani – “Quando ti manca il fiato” – Voto 6: Se ci è permesso mettere da parte un attimo il significato in sé del brano, la storia vera dalla quale è tratta la canzone, dal secondo ascolto in poi, diciamoci la verità, diventano tre minuti estenuanti, logoranti, sfibranti, interminabili.
Sethu – “Cause perse” – Voto 6: Sethu non è una causa persa, come si è definito salutando Amadeus, anzi, è un artista indubbiamente di carattere. Anche se il suo taglio di capelli dovrebbe essere vietato per legge in ogni angolo dell’universo conosciuto.