AGI - I Coma_Cose tornano a Sanremo: “Sarà la nostra seconda prima volta” Due anni dopo i Coma_Cose tornano al Festival della Canzone Italiana di Sanremo; il brano scelto per ripresentarsi al Teatro Ariston, “L’addio”, è ancora una volta profondamente intima, protagonisti ancora loro, Lama e California, che avevano incendiato il festivàl con “Fiamme negli occhi” ed oggi invece raccontano di una loro crisi, come coppia, che loro hanno trasformato in quello che comunque suona nelle orecchie come un profondo grido d’amore. Perché “L’addio” non parla di un addio, anzi, parla dell’impossibilità di dirsi addio, almeno finché quelle fiamme negli occhi, giusto per ricitarli, continueranno a bruciare.
Cosa rappresenta questa partecipazione a Sanremo in questo determinato momento del percorso dei Coma_Cose?
Lama: "Ovviamente andare a Sanremo è un privilegio, è un atto che ti lusinga come artista, perché vuol dire che sei stato scelto in mezzo a tanti altri cantanti e il cast di quest’anno credo che parli chiaro dati i nomi importanti che ci sono. Per noi è una cosa che ci riempie di felicità, perché una volta può succedere, la seconda può voler dire che hai fatto breccia un po' nel pubblico e in chi decide c’è la voglia di riportare un artista che ha fatto qualcosa di bello su quel palco. Con “Fiamme negli occhi” siete andati molto bene, però avevate anche percepito che forse non era un pezzo che vi rappresentava al 100%, infatti poi siete usciti con “Nostralgia”, che andava in un’altra direzione.
Quando dovevate scegliere il brano per questa nuova partecipazione, avete fatto ragionamenti di questo tipo?
California: "E' un rischio che corriamo sempre, noi facciamo canzoni molto diverse tra loro, quindi poi identificarci noi stessi a livello musicale comprende anche questo: spaziare tra i generi. La canzone che portiamo quest’anno è diversa da “Fiamme negli occhi” nonostante parliamo sempre della nostra storia, però è una canzone un po' più spogliata, un po' più nuda, racconta i nostri sentimenti in maniera più profonda, più fragile, quindi la messa in scena sarà anche più emotiva da parte nostra, anche perché racconta un periodo della nostra storia di fragilità, quindi sarà come fare Sanremo la prima volta, sarà una seconda prima volta.
Una cosa che si evince benissimo dall’ultimo album e da quello che mi dite adesso è che c’è molto di vostro intimo in questo pezzo; quando un artista solista scrive canzoni con questa modalità lo accettiamo, è quasi la normalità, poi si prende lui stesso la responsabilità di raccontare qualcosa di se stesso, voi invece decidete insieme, come coppia, di affrontare pubblicamente, a testa alta, la narrazione di un periodo difficile tra voi; fa più effetto…"
Lama: "Be, sicuramente questo lavoro ti porta a vivere a fior di pelle tutte le emozioni. Noi siamo sempre stati trasparenti dal giorno 0, all’inizio abbiamo raccontato di due persone che si conoscevano, due persone che tentavano di uscire da una situazione di disagio; pian piano abbiamo raccontato la nostra vita, all’inizio lo facevamo per pochi, adesso il pubblico fortunatamente è aumentato, però è il nostro modo di fare le cose, non sapremmo fare altrimenti. Così, se la coppia è il fulcro del nostro operato, ci sembrava la cosa più sincera da fare, siamo cantautori, scriviamo di noi stessi, sarebbe stato assurdo censurarci. La musica è anche un atto di purezza".
Questa onestà è uno dei principali segreti della formula Coma_Cose…?
Lama: "Credo di si, questo progetto nasce in modo abbastanza rocambolesco, io e Francesca abbiamo dieci anni di differenza, veniamo da vissuti diversi, io vengo da percorsi musicali precedenti, è stato un atto di messa in gioco anche naif. Poi comunque ci siamo resi conto che questa cosa ha incontrato subito l’affetto di un certo pubblico e allora questa cosa ci ha dato coraggio. Mettersi a nudo è giusto, anche se poi subisci delle critiche, com’è normale che sia, quando uno si espone è normale trovare persone che non sono d’accordo. Però laddove poi riesci ad intercettare anche quella sola persona che crede in te, che magari ti scrive “ragazzi questa canzone sembra che parli della mia vita”, quella cosa non ha prezzo e alla fine si fa anche per quello, anzi soprattutto per quello".
Come si sceglie una cover su una scelta che copre il repertorio italiano ed internazionale di interi decenni?
California: "E' stato difficilissimo, è forse la cosa che ci ha portato via più tempo nell’ultimo mese. Perché c’è talmente tanto da cui puoi prendere, però non è detto che sia adatto a te; siamo anche in due a cantare, per cui è ancora più difficile, serve dividere le parti, è stato davvero lunghissimo, ma è una cosa che ciclicamente si ripropone. Stavolta è stato particolarmente difficile, ma abbiamo trovato un modo per affrontare questa serata delle cover che a noi piace tanto, condividere questa esperienza con i Baustelle è davvero bellissimo".
Lama: "Ci siamo un po' incartati, perché abbiamo pensato ad un sacco di brani, anche internazionali, che fanno parte del nostro retaggio musicale. Poi ci siamo detti che era inutile partire dalla scelta della canzone senza sapere con chi l’avremmo fatta, così siamo partiti dal lato opposto: pensiamo con chi vorremmo duettare e il nome dei Baustelle è stato subito uno dei più gettonati da me e Francesca. Abbiamo fatto questa proposta e loro hanno accettato, ci siamo parlati e alla fine da Francesco è arrivata l’idea, perché lui aveva già abbozzato una versione di questa canzone, aveva già messo delle intuizioni musicali stilose, io mi sono messo con la chitarra ed è venuto fuori questo pezzo affine al percorso sia nostro che dei Baustelle. Ovviamente la canzone è popolare ma ci divertiva questo contrasto, alla fine Sanremo è una festa, già abbiamo un brano molto intenso da portare noi, ci piaceva distendere un po' le cose nella serata delle cover e divertirci con degli artisti che stimiamo tantissimo".
Cosa vi aspettate che succeda dopo il Festival?
California: "La primissima cosa è il tour che partirà a metà marzo e non vediamo l’ora che cominci. Dal giorno dopo saremo subito con la testa su quello, poi finalmente non ci sono restrizioni da Covid, è tanto che aspettiamo questi concerti".
Lama: "Anche perché nel frattempo due mesi fa è uscito un disco"