AGI - È forse ricompreso fra due canzoni il segreto di Peppino di Capri, e sono quelle che probabilmente porterà al prossimo Festival di Sanremo, che gli regala (come a Gino Paoli) il palcoscenico da super ospite giovedì 9 febbraio. La prima è “Il sognatore” con cui partecipò all’edizione del 1987; la seconda è “I miei capelli bianchi”, brano della maturità (dire senilità nel suo caso asseconderebbe l’anagrafe ma tradirebbe la vitalità), numero cinquecento del repertorio sterminato di Peppino.
“La chiamata di Amadeus, che ringrazio moltissimo, ci crediate o no è stata inaspettata e mi ha reso felicissimo”, dice l’artista all’Agi ricordando una sua curiosa superstizione: quando ti svegli al mattino non riavviarti con gesto istintivo i capelli, sennò i sogni della notte svaniscono. E il sognatore, stamattina, i suoi capelli bianchi deve averli lasciati arruffati perché in giornata è arrivato l’annuncio ufficiale di Amadeus. Inaspettato sì, ma sognato pure.
Un premio alla carriera
“Non lo debbo ricordare: ho partecipato a quindici Festival e ne ho vinti due”, aggiunge Peppino senza immodestia (difetto di cui la fortunata carriera non gli ha lasciato il bisogno, e se non glielo ricordate non ripete lui che è l’unico italiano a essersi esibito con i Beatles). Ci sarà un segreto di tanta longevità professionale? “Professionale? Usiamo pure questo termine, chiamiamola ‘lavoro’ ma la musica per me è stata più che altro una ineluttabilità: ho tentato anche altre strade nella vita, ma niente da fare. Alla fine, tutto mi riportava a quella della musica. Perché sono premiato da una carriera così lunga?”.
E sì, una carriera che riesce a pochissimi: 54 album, esordio nel ’53, il primo Sanremo nel 1967, l’ultimo nel 2005… “Perché il pubblico premia la coerenza con cui un artista affronta questo che chiamiamo ‘lavoro’, ma che volentieri chiamo ‘l’amore mio’. Ho seguito senza deragliare la linea che mi ero prefisso sin da quando cominciai. Restare seriamente me stesso”.
Quali brani ascolteremo dal Teatro Ariston? “Sceglierò quelli più significativi della carriera perché questo è un premio alla carriera”. Ma il “cascione” è pieno, hai voglia a pescare… “Sicuramente ci sarà ‘Il sognatore’, che mi rappresenta moltissimo, poi ‘Nun è peccato’, che è stato un classico di quando ho cominciato, e credo includerò anche ‘I miei capelli bianchi’, un bilancio della vita in cui si mettono in fila i ricordi, le emozioni, i viaggi”.
"C'è ancora un pubblico pronto ad amarmi"
Un ritorno a Sanremo in un momento collettivo affaticato e faticoso, mentre picchiettano sul Festival le polemiche “Zelensky sì Zelensky no” però the show comunque must go on. “Come artista, per quanto poco possiamo noi, dobbiamo contribuire nella parte che ci spetta a offrire un momento di serenità, magari di piacere, con una bella canzone. In attesa che passi ‘la nottata’, perché comunque non c’è stata ancora una ripresa vera e propria dai tempi della pandemia, anche se ora mi arrivano di nuovo molte offerte per esibirmi all’estero e di una cosa sono contentissimo: c’è ancora un pubblico pronto ad amarmi”.
Chi scrive ricorda il primo film che ha visto, “Operazione San Gennaro”, in cui i ladri tentano il clamoroso colpo in Duomo perché la città è tutta ferma davanti alla tv per la diretta del Festival di Napoli dove il primo a cantare è lui, Peppino, con “Ce vo’ tiempo”. E adesso te lo ritrovi a Sanremo, anche se vincere sul tempo non vuol dire consegnarsi al passato: “Se guardo adesso alla musica italiana, la trovo sempre in cerca di nuove dimensioni e di riferimenti artistici puntati sul futuro. È viva, e io sono un ottimista. Come tutti i sognatori”.