AGI - Alex W è stato certamente uno dei protagonisti della scorsa edizione di “Amici di Maria De Filippi”; un paio di settimane l’uscita di “Ciò che abbiamo dentro”, il suo disco d’esordio, che ha immediatamente fatto capolino in vetta a tutte le classifiche specializzate.
Come stai trovando il mondo della discografia, che immagino tu prima dell’esperienza ad “Amici” sognavi…?
Forse pieno, tanto, di regoline, ma a me non piace seguirle, infatti faccio uscire un album e questa cosa mi piace. Io scrivo molto, mi ritrovo spesso ad affrontare il mio pianoforte e la mia personalità, scrivendo tanto mi preme fare uscire prima possibile tutte le canzoni che ho, quindi sono contento di avere la possibilità di fare uscire tante canzoni. È certamente un mercato complicato, non è facile, specialmente per il genere che faccio, penso che in Italia vadano più cose assieme, questo secondo me complica le cose in questo mercato.
Spesso i lavori dei ragazzi usciti da Amici non aggiungono alcunché alla narrazione pop classica della musica italiana, in questo senso tu cosa pensi di poter dare?
Secondo me la parte principale è comunque rimanere coerenti con se stessi, un punto a favore è scrivere le proprie canzoni, perché riesci a mostrare il lato più interno di te e, se trovi la tua scrittura, riesci a portarlo nel tuo lessico, trovi il tuo modo di dire qualcosa. Forse in tanti testi non bisognerebbe parlare sempre per forza di una cosa “privata”, come se fosse solo una visione, ma magari cercare di dare un insegnamento da rimandare a qualcun altro. Forse probabilmente è questo.
Io non me lo aspetto, ma già scrivere i propri testi è un passo in avanti. Tu che genere di artista credi di essere e vorresti diventare?
A me non piace definirmi artista, io sono semplicemente una persona che scrive quello che si vuole dire da solo, per questo ti parlo di insegnamenti, è come se tentassi di spiegarmi qualcosa da solo e nel farlo qualcun altro capisse qualcosa. La parte fondamentale è lo scriversi le canzoni e non aver paura di fare entrare altre persone nelle proprie canzoni senza mettere paletti, metterla un po' sul generale, come se chiunque possa caderci all’interno e non solo io.
Come mai non ami definirti artista?
Perché non mi piace definirmi artista da solo, magari posso considerarmi un cantautore, ma l’artista viene più chiamato dagli altri che vogliono reputarti tale, io mi sento un cantautore, una persona normalissima, non sono una star. Sono io, Alex, che canta e scrive, poi quello che viene viene.
Quindi non ne fai una questione di maturità, non lo vedi come il punto di arrivo?
Semplicemente non mi piace autodefinirmi.
Tu hai studiato a Londra, hai fatto lì anche una scuola di musica, come mai non c’hai provato lì, in un mercato classico, fuori dal circuito dei talent, che da tante possibilità in più?
Questa cosa me l’hanno detta anche quando sono tornato in Italia, ma il fatto è che sono testardo, penso che la vita vada vissuta come vuoi tu, le redini le devi per forza tenere tu. A me ha fatto tornare in Italia l’idea di scrivere in italiano, a me la lingua italiana mi ha sempre affascinato nella scrittura, mentre l’inglese l’ho sempre visto un filino più semplice, forse quella semplicità non mi ha portato tanta passione, però è una lingua sulla quale tornerò prima o poi, ma io sono tornato in Italia per questo, per fare quello che mi sentivo di fare.
Quindi torni in Italia e decidi di provare con un talent, l’impressione da fuori è che il rischio di partecipare ad “Amici” è che gli artisti vengano percepiti più come personaggi televisivi che come musicisti veri. Tu hai questa percezione o hai avuto il dubbio che potesse andare così?
Da una parte penso sia vera questa cosa, perché di natura succede questo, Amici ti fa vedere la persona in tutte le sue sfaccettature, non ti fa vedere solo il lato artistico, quindi finisce per uscire di più la persona. Secondo me la cosa che bisogna sottolineare di Amici è che tante persone debbano effettivamente essere, non pronte, perchè neanche questa mi piace come parola, non saremo mai pronti; ma devi conoscere chi sei e se conosci chi sei e sei anche cantautore, riesci ad unire il tuo lato artistico a quello personale e fare tutto in una linea unica e seguire il filo di chi sei. Da una parte quindi è vero, perché ti metti a nudo ed escono tanti lati del tuo carattere, non è solo musica, però alla fine noi siamo questo, noi siamo umani e sicuramente è un rischio, perché a livello televisivo in generale, penso che se tu ti metti a nudo devi essere corretto e se uno non è corretto esce subito, io la chiamo intelligenza emotiva, che è una parte fondamentale.
Quindi è un percorso che consiglieresti più come opzione B, qualora non ti riuscisse una carriera in modo tradizionale, oppure anche a chi vuole cominciare?
Io in realtà consiglio Amici soltanto a chi si sente pronto, ma non a livello artistico, basta che ti conosci. Se tu ti presenti ad un talent come Amici, che è grandissimo e ti porta tantissimo, devi essere pronto, perché con le cose televisive, se non sei pronto, potresti anche rovinarti un momento, cadere…
L’accelerazione potrebbe bruciarti intendi…?
Più che altro non sapresti affrontarla se non ti conosci bene, devi sapere che tu sei fatto in un modo, devi accettarti e poi puoi presentarti dove vuoi, puoi fare quello che vuoi.
Maria De Filippi ha ascoltato il disco?
Presumo di si, ma non ho ricevuto feedback. Ma da quanto so va tutto bene.
…d’altra parte tu sei anche uno dei primi della squadra della nuova etichetta legata al programma, la “21CO”…?
A me sono arrivate tante proposte ma l’idea principale è che non mi sarebbero mai arrivate se non avessi fatto Amici, ho visto come lavorano, com’è dentro, posso fare tante cose di testa mia senza che qualcuno mi metta paletti ed io ho sempre pensato che, a prescindere dall’etichetta, uno debba sempre farsi le cose da solo. Speriamo che sia giusto, sennò ci sbatto la testa e basta.
Intanto sei riuscito a farti notare, ad esistere sul mercato…
Io non faccio niente di particolare nella mia testa, io scrivo solo canzoni sulle cose che mi succedono, poi mi fa piacere che possa arrivare a qualcuno, che sia tanto o poco.
Adesso con questo disco sei alla prova definitiva, hai paura di finire in quella percentuale, decisamente maggiore, di persone che partecipano ad un talent e poi vengono dimenticate?
C’è, ma soltanto perché è una cosa quasi oggettiva in generale, è una cosa che non puoi non pensare, finchè sei dentro le mura ti senti un po' protetto, mentre adesso è un po' diverso, adesso ti senti un pesciolino, devi accettare il concetto che le cose se devono andare andranno. Il disco è un rischio, sennò fai uscire singoli, uno dopo l’altro, ed è la via che seguono un po' tutti.
Quale tra le canzoni di questo disco ti identifica di più come artista?
In questo momento ti dico “Non ho paura” perché parlo con il me di prima.
La prima volta che hai ascoltato il disco dall’inizio alla fine, cos’hai pensato?
Io non l’ho mai ascoltato tutto, però sono contento di quello che è uscito, perché ci sono tutti i frammenti che volevo dargli, delle emozioni di questo periodo, c’è il momento dei live, l’undicesima traccia parla delle persone che mi seguono, credo ci sia un po' tutto, vado nell’intimo con “Stella in Antartide”…sono contento.
Immagino tu abbia già fatto un pensierino su Sanremo…?
Sanremo è sempre stato un mio sogno fin da bambino, è come se fosse un punto importante, una cosa che da piccolo ti chiedi “chissà come sarà?”, quindi sarebbe un sogno, però penso che le cose vadano un po' come devono andare…
Perché hai mandato un pezzo e aspetti una risposta?
Speriamo di avere un pezzo che possa presentarsi lì..
Prima o poi?
Prima o poi.