L ’estate chiama l’uscita di singoli, a questo giro pochissimi dischi, giusto l’EP di Shiva, ma trattarlo come se fosse musica ci sembra esagerato. Così fuori Jovanotti, che è la faccia dell’estate italiana; bene anche Samuel, mentre è addirittura magnifico il nuovo brano di Manuel Agnelli. Per quanto riguarda i tormentoni estivi, che speriamo siano anche gli ultimi, abbastanza efficace quello che mette insieme nuovamente Carl Brave e Noemi, un disastro totale quello sconsideratamente 'cciovane' di Raf. Mentre Shablo, Geolier e Coez ci spiazzano con questa “Cuore”, Ditonellapiaga omaggia meravigliosamente bene la disco e chiello e Il Tre sfornano due pezzi molto molto ben fatti.
Il duetto tra Aka 7even e Guè è un incubo, quello di Federico Rossi una tragedia. Ci salvano Napoleone e Luv! con due brani divertenti e intensi. Chicca della settimana: il fantastico nuovo singolo di 8blevrai: “Poveri stronzi”. A voi tutte le recensioni alle nuove uscite della settimana.
Jovanotti – “Sensibile all’estate”
Un brano particolarmente estivo e, forse per la prima volta, perlomeno quest’anno, possiamo utilizzare l’espressione senza alcun intento dispregiativo. La verità è che Jovanotti con certe atmosfere ci va davvero a nozze, le sa leggere, interpretare, tradurre in musica come nessun’altro, coinvolgendoti senza alcuna pietà, come quegli animatori turistici cui sguardo sfuggi per essere lasciato in santa pace su quella sdraio a coltivare le tue angosce. In questo brano così il nostro celebre “ragazzo fortunato” dedica l’estate alla sua amata, una stagione offerta come un mazzo di fiori, un’idea carina e che non appassisce.
Samuel – “Occhiali da sole”
Gli occhiali da sole sono uno dei tanti simboli dell’estate, ma anche un modo per nascondersi, per isolarsi dagli sguardi del mondo e, in quell’isolamento, tirare un po' le somme, per quanto questo rumoroso periodo dell’anno lo permette, è chiaro. Samuel riassume queste due atmosfere diametralmente opposte in un brano andante ed efficace, forse non il più sbrilluccicante, specie dell’ultima preziosa produzione del Subsonica, ma sicuramente valido.
Manuel Agnelli – “Signorina mani avanti”
Alza le braccia, arrenditi al destino, se senti proprio il bisogno di una rivoluzione, che è qualcosa che in diversa misura brucia dentro ognuno di noi, poi devi anche prenderti la responsabilità del rischio, che volendo cambiare qualcosa tutto cambi, anche ciò che di te non credevi fosse possibile mettere in discussione. Rock autentico mescolato a cantautorato di concetto ma immediato, l’impressione è che questo “Ama il prossimo tuo come te stesso”, il disco solista in uscita a fine settembre, sarà una perla di rara fattura, perché finora Agnelli non ne ha sbagliata una, i pezzi finora proposti trasudano l’esigenza di esprimersi, vomitare fuori qualcosa di importante con quella credibile veemenza che in pochi artisti in Italia hanno. Insomma, altro giro, altro pezzone.
Carl Brave feat. Noemi – “Hula-Hoop”
Squadra che vince non si cambia, così Carl Brave e Noemi ci riprovano con la hit estiva dopo il successo dello scorso anno con “Makumba”. Questa “Hula-Hoop” è decisamente meno trascinante, meno intrigante ma ugualmente viene fuori il gioco a due, l’intesa artistica tra Carl Brave e Noemi; un brano che potrebbe arenarsi nel mare di tormentoni estivi proposti quest’anno, ma che cela un’anima che potrebbe anche escluderlo dalla lista della frutta di stagione. Funziona, su questo non c’è dubbio, perché Carl Brave è un autore e, soprattutto, producer sempre più preparato, raffinato e intuitivo e Noemi tra le nostre migliori interpreti in assoluto.
Shablo feat. Geolier e Coez – “Cuore”
Tutti i presupposti di questa inedita collaborazione gridavano alla hit estiva, invece “Cuore” non c’entra proprio niente, anzi, è un brano anche discretamente cupo che racconta delle incongruenze che ruotano attorno all’amore, alla necessità di essere salvati e alla necessità che questa salvezza non diventi una gabbia dentro la quale ci si scanna per vincere una coppa di latta. Shablo mette insieme due fenomeni come Geolier e Coez, ognuno ci mette la propria firma, la propria personalità, soprattutto la propria delicatezza, buona per incastrarsi in un mix particolarmente affascinante in un oceano di feat a tavolino che non hanno niente di artistico.
Raf – “Cherie”
Sarà l’amore infinito che nutriamo per Raf, uno che nella sua carriera ne ha sbagliate davvero pochissime, e posto che nel silenzio discografico di questi anni l’artista ha già fatto interessantissime esplorazioni in campi musicali diversi da quelli dentro i quali la nostra memoria collettiva lo ha recintato; questa “Cherie” è veramente un brano imbarazzante, una roba che ti viene spontaneo chiedergli “ma che ti salta in mente??”.
Un imbarazzo che si palesa evidente sul volto di Raf anche nel video, in cui viene vestito come un ciovanedoggi e se la ballicchia disagiato su questo beat che lui riempie con una serie di cliché riguardanti l’estate ed espressioni in lingue straniere smarmellate un po' a casaccio, tipo “Voglia di perderci, cherie, mi amor, la notte d’estate, si accende quando ridi, my sweet sweet love, hai voglia di ballare, ballare tutta la notte…”…un parodia di brano senza capo né coda, una roba che sembra studiata a tavolino giusto per esserci, e per esserci d’estate serve che il brano si possa ballare e che richiami a delle immagini particolarmente legate alla stagione. Ma chi lo ha detto? Ma perché? E che bisogno ne ha un artista come Raf che ci ha abituati ad una serie di capolavori di immensa bellezza…cos’è? Ha chiuso la Siae?
Shiva – “Dark Love”
Non sappiamo chi sia questa tizia che ha spezzato il cuore a Shiva ispirandone così la produzione di questo disco che noi ad oggi, con questo caldo, siamo costretti ad ascoltare, ma non potevate parlarne con calma e risolvere la situazione? Magari tra di voi, in tranquillità, così magari tutti quanti ci evitavamo questi sbattimenti?
Ditonellapiaga – “Disco (I Love It)”
Un brano divertentissimo, evocativo di un sound, quello della disco appunto, che spesso viene ritirato fuori a sproposito, con la sola voglia di utilizzarlo, spremerlo, incastrarlo a forza dentro produzioni che c’entrano poco o niente. La bravissima Ditonellapiaga invece fa esattamente l’opposto: è lei ad incastrare la propria visione musicale, così colorata, stralunata, esagerata, meravigliosamente psycho, dentro un rondò psichedelico e accattivante che suona come un omaggio ammiccante e rispettoso e funzionante. Senza per altro nemmeno rinunciare alla trama, alla drammaturgia, al lasciarsi andare ad una riflessione post rottura amorosa, dentro la quale il ballo rappresenta la precisa e autodistruttiva voglia di lasciarsi andare alle vibes dell’estate. Ottimo lavoro.
Chiello – “Dove vai?”
Un brano che mescola e alterna le affascinanti imperfezioni di un punk naturalmente declinato in quest’epoca capitalistica, ed un pizzico di anni ’60 all’italiana, quei brani che si reggevano su due accordi di elettrica suonati, tra l’altro, nella maggior parte dei casi, discretamente male. Quello che ne esce è dirompente, divertente, intrigante, splendidamente folle…insomma chiello, uno che ha trovato una cifra stilistica unica e inimitabile, cui carattere si basa molto su ciò che in lui non va, ciò che in lui è storto. Il mitico Walter Valdi una volta disse: “La torre di Pisa…e se avesse ragione lei?”, ecco chiello è storto, ma è talmente bravo e convincente nel suo essere storto che orienta l’ascoltatore sulla propria posizione, e alla fine tutta quella stortura diventa l’unica visione possibile, e tu sei più confuso e felice di Carmen Consoli sul finire dei ’90.
Aka 7even feat. Guè – “Toca”
In dieci per scrivere un brano estivo talmente brutto che fai fatica a credere che sia stato davvero pubblicato. Avete presente quando state facendo un incubo talmente orrendo che vi rendete conto che state dormendo e vi sforzate per svegliarvi? Ecco. Solo che questo non è un incubo.
Cimini feat. Dutch Nazari – “Etna”
Il dipinto di un’estate perfetta, siciliana (quindi ancor più perfetta) e l’Etna utilizzata come metafora per descrivere quell’inquietudine felice che domina le avventure di questa strana stagione, per ricordarci che dentro noi e dentro anche ogni storia che raccontiamo, c’è qualcosa che bolle, qualcosa pronta ad esplodere; e questa cosa può anche essere una canzone particolarmente azzeccata, ed “Etna” lo è certamente, una canzone che celebra la leggerezza senza quel vuoto cosmico e deprimente che pervade qualsiasi produzione sia proposta una volta arrivati a giugno.
Il Tre – “Boogie Woogie”
Pezzo gioiosamente feroce in cui gli anni ’60 vengono presi per le orecchie e portati qui da noi, sorretto da un sax dal sapore minimal funky e dentro il quale si stiracchiano le barre de Il Tre, rapper che messo nelle giuste condizioni si rivela non solo bravo ma anche discretamente pieno di roba da dire. Infatti tira fuori una mina di pezzo che finisce dritto dritto nelle nostre playlist.
Murubutu – “Daimon”
Il rapper Murubutu, un vero maestro della narrazione in rima, si trascina in un territorio reggae (quello tutto speciale di Bizzarri) con il quale si mescola alla perfezione in questo pezzo che, attraverso il racconto del mito di Er, in realtà ci spiega l’ineluttabilità dei nostri destini, specie quando si intrecciano, colti da amorosi sensi, in maniera così precisa e interdipendente. Murubutu è un artista strabiliante, questa “Daimon” si aggiunge allo splendido “Storie d’amore con pioggia e altri racconti di rovesci e temporali”, che chi si è perso consigliamo vivamente di recuperare.
Federico Rossi – “Le Mans”
Brano debole, sfibrato, che non galleggia nel mare dei tormentoni estivi e men che meno in quello delle canzoni d’amore, perché la storia del cuore che “corre a Le Mans” perché la lei di turno non gli da “l’ultima chance” è veramente da scuole medie. Magari non ti da l’ultima chance perché le canti ‘ste canzoni terribili, prova con un’altra, già una che non hai scritto tu sarebbe un enorme passo in avanti. È un consiglio, poi fai un po' te…
Beba – “Regole”
Piccolo inciampo di una rapper di ottimo livello; questo consiglio in musica, piuttosto qualunquista, su come comportarsi con un uomo, tirando fuori, ma senza ironia (o forse con un’ironia che non arriva per niente), tutta una serie di cliché sulle meccaniche dei rapporti, è didascalico e calibrato malissimo. È vero che potrebbe servire a qualche donna per raccapezzarsi meglio sulle proprie storie, ma per roba di questo genere ci sono i tè con le amiche, gli alcolici, le ripicche, i messaggi agli ex, le stories esca su Instagram, giusto? Una canzone che, tra l’altro, procede su una cazzutissima costruzione melodica firmata da Andre Blanco; un peccato insomma che il tutto si perda in questo oceano rosa di luoghi comuni. Regole? Che noia, recita il testo…eh appunto.
Matteo Romano – “Tramontana”
Tutto resta in superficie, brano che non può andare oltre il sottofondo in un grande magazzino mentre compri quel costume da bagno che ti sei dimenticato di mettere in valigia. Una voce indistinguibile nel coro di canzoni estive che non sentiremo mai più nella vita quando le prime piogge le laveranno via dal centro della scena musicale.
Samurai Jay – “Non mi va”
Samurai Jay è un rapper di grande talento e grande orecchio, nel senso che sa bene come far suonare i suoi pezzi e infatti i suoi pezzi sono quasi sempre ottimi pezzi. Diciamo che a sto giro più che il talento ci ha messo orecchio.
Ruggero De I Timidi feat. Faby Q, Maestro Ivo e Mbriake – “Sole cuore hangover”
Cos’è il genio? Tipo un artista che incide la parodia di un tormentone che suona molto più divertente ed efficace e leggera del tormentone stesso. A segnare una linea meravigliosamente nitida tra chi fa l’artista e chi è artista, e a chi lo è viene facile impacchettare in un divertissment tutti i cliché utilizzati per la grammatica musicale della nostra estate, per poi, all’interno dello stesso divertissment, smutandarli.
8blevrai – “Poveri stronzi”
Che pezzo meraviglioso, da brividi, trascinante, coinvolgente, commovente. Raramente ci capita di ascoltare un rapper, specie se giovane, che riesce a far coincidere la propria nitida poetica con il racconto della strada; solitamente o punti al primo obiettivo, e immediatamente vieni posto fuori dal rap game, oppure punti al secondo e immediatamente vieni celebrato come nuovo vate della street credibility, anche se poi finisci quasi sempre a produrre musica orrenda in cui luoghi comuni plastificati vengono raccontati con ignobile falsità.
8blevrai va addirittura oltre, costruendo, sul fantastico beat melodico del maestro Big Fish, un testo dalla struttura imponente, che parte da questo assunto dolcemente sarcastico e amaro su quei “Poveri stronzi” che subiscono la vita, che vengono piazzati ai margini proprio per evitare una partecipazione che squilibri i meccanismi della nostra società, per arrivare a toccarci corde profonde, proprio con quello sguaiato “Ue, ueee” sul ritornello, che suona come una pernacchia trap, perché in fondo tutti noi in qualche modo siamo “Poveri stronzi” che accettano regole che nemmeno capiscono, che vivono senza piena consapevolezza, che si lasciano imbambolare pigri da sogni che nemmeno ci siamo scelti da soli. Il mood ricorda vagamente, concettualmente, quel gran capolavoro di “Signor tenente” di Giorgio Faletti che con quel “Minchia” spezzò il fiato agli italiani in quel Sanremo del ’94. Davvero: wow.
Priestess – “Lama d’argento”
Brano dalle sonorità interessanti, ultramoderne, dalle dinamiche corrette e affascinanti…l’impressione è solo che manchi un po' di ciccia, che far funzionare un brano ormai son bravi tutti, basta rispettare una serie di parametri prestabiliti e la musica la puoi pure far volare; il problema è emergere davvero, costruirsi (per quanto è possibile costruirlo, è chiaro) il proprio carisma, diventare per qualche ragione memorabile. Ecco “Lama d’argento” è un buon pezzo ma non è memorabile, non ci ha cambiato la vita, nemmeno la giornata, anzi, abbiamo finito or ora l’ascolto e già quasi non sappiamo di cosa stiamo parlando. Peccato.
I Botanici – “Un istante”
I Botanici desiderano raccontare quella sorta di rassicurante e mortifera ciclicità, questa giostra chiamata vita che ti permette di guardare lucidamente il panorama che ti sei costruito solo quando ormai non puoi più intervenire per cambiarlo. Tutto succede. Niente succede. Tutto scorre. Tutto è uguale, immobile, deprimente. Una metafora che con grande maestria e artigianalità declinano in musica.
Napoleone – “Io, tu e l’estate”
Tutta la magnificenza del Neapolitan Power declinata ai giorni nostri con la naturalezza del talento vero di un artista che non ne sbaglia una. Nettamente il miglior pezzo dalle atmosfere estive uscito in queste settimane, questo perché racconta le atmosfere estive così come sono, colme di ricordi, nelle quali nostalgia e gioia sciagurata si alternano armonicamente e il sole, romanticamente, concede i suoi baci a tutti quanti. Davvero un ottimo lavoro. Bravissimo.
Luv! – “Jamais Vu”
Nuovo singolo da parte di una delle artiste in erba che più ci hanno entusiasmato negli ultimi tempi. Ritmo serrato, la solita voce graffiata e ipnotizzante, la capacità di far rivivere un certo sound disco anni ’80 senza quella insopportabile quadratura eletronica, anzi, mettendoci dentro colori, caratteri, storie…questa “Jamais Vu” è il brano che ci piacerebbe suonasse forte dalle macchine e nei lidi, nei festival e nelle playlist, perché ha i tratti precisi e convincenti della hit.
Colla Zio – “Tanto piove”
La forza di questo progetto nuovo e in ascesa è certamente la spontaneità con la quale questo simpatico collettivo di giovini racconta la propria vita in un momento in cui con noi vecchiardi di qualche generazione più avanti si è solcato un fossato quasi invalicabile. Se è vero (ed è certamente vero) che la musica è una delle più chiare manifestazioni espressive per raccontare l’intimo, che sia personale o, appunto, generazionale, allora tocca dare un ascolto attento a questi Colla Zio, anche perché, a prescindere da chi sono e cosa raccontano, sono molto interessanti.