AGI - Lo scorso 27 maggio è uscito “Club Topperia” il terzo album della cantautrice anonima e mascherata MYSS KETA, diventata ben presto un’icona della vita notturna milanese, dell’eccesso naif dell’universo del clubbing. L’album si fa ascoltare, un pezzo tira via l’altro, incuriosisce in che modo la rappresentante di una milanesità impertinente ai limiti del fastidioso, accosta il proprio modus operandi, che sia testuale o musicale, ai vari artisti con i quali ha scelto di collaborare, piegandoli alla propria idea.
Si tratta di un disco iperprodotto e divertente, tutti i brani, eccetto il singolo “Finimondo”, che ne ha anticipato l’uscita (scelta davvero bizzarra), richiamano ad un determinato immaginario che, attenzione, di culturale non ha una virgola, ma perlomeno presenta un’intenzione univoca che ne evidenzia il carattere. E nella discografia di oggi il carattere vale più o meno tutto.
Qual è la necessità artistica che ti ha spinta a pensare a questo “Club Topperia”?
La necessità mentale di tornare allo stato di grazia della vita notturna in un momento in cui non la stavo vivendo. Da grande amante del mondo della discoteca e del clubbing ho voluto proprio riportarmi lì, quella è stata la prima esigenza istintiva.
Un’esigenza particolarmente sentita dopo questi due anni di pausa?
Onestamente è un’esigenza che ha a che fare con il personaggio di MYSS, che ha sempre abitato la vita notturna milanese, è nato lì e l’ha sempre frequentata. Però, devo dirti la verità, in questi due anni particolari questo terreno ci è mancato sotto i piedi, è stato ancora più importante tornare lì con un certo tipo di spinta e di volontà artistica, quella di ricreare il club ideale di Myss.
Cosa vuol dire per te Milano?
Myss è proprio nata a Milano, la prima canzone si intitola “Milano, sushi e coca” mica per niente, però secondo me è un personaggio nato a Milano ma cresciuto in modo un po' più ampio. Io celebro Milano perché la vivo, vado al Plastic, a Porta Venezia con le mie amiche, e credo che Myss Keta sia molto milanese negli atteggiamenti, nel modo di vivere le cose. Ci sono dei luoghi di Milano che cito perché significano una certa cosa e sono luoghi nei quali le persone possono riconoscersi. Tipo Porta Venezia, ogni volta che vado in giro in Italia mi dicono “Questa è la Porta Venezia di…”, secondo me sono un po' partita da Milano per poi allargare lo sguardo, se torno così tanto su Milano è perché alla fine uno parla di cose intime, vicine, proprio per parlare di temi universali.
Nel disco ci sono tanti featuring, sei riuscita a trovare un compromesso con artisti che c’entrano pochino con te…
Alcuni li ho scelti per vicinanza artistica/spirituale/fisica e altri per volontà precisa. Ad esempio, con Carlo (dei Post Nebbia) c’eravamo già conosciuti, io sono superfan del loro progetto, stavamo già collaborando, è venuto molto naturale. Poi ci sono altre persone come Silvia Calderoni o la Santacroce o la Cipriani o Malena, che sono state puntate per dare un significato in più a questo album. BigMama, cmqmartina, sono ragazze alle quali mi sono avvicinata perché vedo una luce brillare in loro, dei fuochi d’artificio, volevo passare una serata in studio con loro per vedere cosa veniva fuori. Invece ci sono delle collaborazioni, come quella con Dargen, che è un po' più mirata, volevo questo mondo dentro “Club Topperia” e sapevo che Dargen me lo avrebbe portato. Oppure Isabella, soltanto la sua mano poteva tratteggiare un outro del genere, sono stati diversi gli approcci, in base alle persone che hanno collaborato. Noemi è sempre stata entusiasta del progetto MYSS, fin da “Le ragazze di Porta Venezia” e avevamo sempre pensato di collaborare e quando è nata questa canzone mi sono detta “Questo ritornello lo deve fare la Noemi”.
Sono anche tanti i pezzi e hai deciso di fare pochi singoli di anticipazione, di non spalmare l’album in diversi mesi, c’era una grande voglia di produzione di nuovo materiale…
Più che altro c’era una forte volontà di esplodere il tema, una volta trovato il tema “Club Topperia” abbiamo deciso di farlo esplodere in varie direzioni e i tanti featuring e i diversi produttori ci hanno molto aiutato in questo. L’idea del Club Topperia secondo i Post Nebbia, l’idea di Club Topperia secondo Guè… mi ha aiutato a vedere le diverse sfaccettature del progetto.
Secondo te in questi anni come si è evoluto il personaggio di MYSS KETA?
Si sta evolvendo come ci evolviamo tutti essendo tutti esseri umani che si evolvono, fai conto che nella settimana di uscita dell’album ho anche condotto i Diversity Media Award che andranno in onda su RaiUNo, il personaggio di Myss si evolve dove ci sono le possibilità, io sono una sperimentatrice gigante, se tu mi fai fare delle cose nuove e il progetto mi può entusiasmare io mi ci butto volentieri. Anzi, sono riuscita a sperimentare su vari ambiti, mi viene in mente il libro, un certo tipo di video, però, se ti devo dire la verità, dove mi posso lanciare mi lancio, le proposte che mi arrivano più sono azzardate più mi gasano, ci sono delle volte che l’idea parte da Myss, alle volte parte dall’esterno, però ti devo dire che il personaggio di MYSS si sta evolvendo e sta diventando…non so cosa sta diventando, sicuramente la voglia è quella di tornare sui palchi per portare fuori il Club Topperia, è uno dei lati che mi piace di più della Myss cantante, poi in realtà ho imparato ad essere abbastanza fluida, vedremo dove ci porterà il cuore, il fuoco, l’acqua e tutti gli altri elementi.
Il personaggio di MYSS può anche essere in qualche modo utile in certe battaglie sociali?
Cioè in politica praticamente?
Politica non attiva, non partitica…
Io quello che mi sento di fare lo faccio, non mi devo nemmeno forzare. Io credo che con Myss porto dei temi politici avanti e credo che ogni persona che performa porta temi politici che interessano la collettività. Io porto i miei, lo faccio nella mia maniera, lo faccio nel modo in cui credo, non mi sono ancora buttata in politica, non sono ancora entrata in parlamento, però onestamente sono soddisfatta di come mi porto avanti. Ognuno crede in quello che crede, ognuno ha delle aspettative su altre persone, io sono contenta di portarle avanti alla mia maniera, dove mi sento a mio agio, dove mi sento sicura, navigo.
Qual è il futuro del progetto Myss?
Nel futuro di Myss vedo un premio scintillante, o un premio Oscar o un premio Nobel, vedremo.
Devi decidere?
Si, devo ancora decidere.