AGI - La capacità di gestire l'imprevisto "è quello che fa la differenza per un direttore d'orchestra". Enzo Campagnoli, napoletano, 55 anni, da sedici sale sul palco di Sanremo, da 5 come guida dell'orchestra della Rai. "L'imprevisto più grande - racconta all'AGI - è stato l'anno scorso quando è morta mia madre la sera che si esibiva Orietta Berti, che dovevo accompagnare nella sua performance. Non sono andato al funerale e non ho detto nulla a Orietta perché ero stato proprio io a convincerla a rimettersi in gioco e a stimolare la sua 'terza giovinezza' e i successi che poi ha avuto. È questo essere dei professionisti. Gliel'ho svelato solo di notte, tornando in albergo e lei era incredula che fossi riuscito a nasconderglielo. La sera dopo ha dedicato la sua cover 'Io che amo solo te' a mia mamma, che conosceva". Diventare direttori d'orchestra "è un percorso lungo e difficile".
E richiede una certa precocità. "A sette anni suonavo la batteria a un matrimonio, a 16 ero nell'orchestra sinfonica Alessandro Scarlatti, sede di Napoli. A 21 qualcuno parlò di questo scugnizzo 'uscito dal fuoco' a Peppe Vessicchio, napoletano come me. Da 35 anni collaboro con lui, cme musicista, arrangiatore e direttore. Ho fatto tanti programmi per la Rai e per Mediaset. Tutti festival degli anni '90 con Pippo Baudo fino ad Amadeus". Perché piace così tanto visto dal podio del direttore? "Perché, da ex dj, è competente, e ha saputo trovare il giusto mix tra i giovani e i nomi storici della musica italiana".
Quest'anno dirige Dargen D'Amico, che porta un brano di grande forza ritmica, e Michele Bravi, con una canzone molto introspettiva. "Due canzoni molto diverse ma con la stessa forza. Quella di Dargen è leggerezza ma con uno sguardo al mondo intorno, lui è un animale da palcoscenico, mentre Michele ha una grande forza poetica". Come si gestisce la tensione dell'Ariston? "Io sono uno determinato con gli occhi da tigre, so che ogni volta che salgo sul palco può succedere di tutto e mi sento in grado di gestirlo. Anzi: adoro le dirette, l'imprevisto. L'importante è stare sempre un passo avanti su quello che può succedere. Chi è davvero bravo ama le sorprese".