AGI - Si chiude 42 anni dopo il debutto la storia, perlomeno live, dei Litfiba, la più importante rock band della storia della musica italiana. Due concerti in cinque città, Padova, Napoli, Roma, Firenze e Milano, tra la fine di aprile e la fine di maggio del 2022. Piero Pelù e Ghigo Renzulli quest'ultimo viaggio insieme lo hanno chiamato "L'ultimo girone", forse proprio in omaggio a quell'incontro con "El Diablo", che anni fa ne celebrò il definitivo successo pop dopo anni di gavetta in giro per l'Italia e per il mondo.
"Tanta roba - commentano, durante la conferenza stampa di presentazione del tour - Per noi oserei dire anche un traguardo decisamente, totalmente, impensabile quando in quell'ottobre del 1980 ci incontrammo - e proseguono in un'ondata di ricordi che parrebbe non avere fine - Eravamo cinque raccattati, ognuno con esperienze diverse, e poi piano piano abbiamo cominciato a costruire un suono, una storia, dei racconti. L'incoscienza dei vent'anni ci ha portati avanti, si facevano poche domande, si suonava e basta".
Fervono i preparativi per quella che Pelù e Renzulli ci tengono che sia considerata una festa, 60/70 pezzi in preparazione per una scaletta che cambierà, perlomeno per un terzo, ad ogni data. Potrà succedere di tutto in questi live, anche perché nessuno può dimenticare che in realtà il rock spesso dichiaratamente provocatorio dei Litfiba era sunto di un pensiero dietro che è sempre stato abbastanza definito: "Siamo stati una band scomoda - spiega Piero Pelù - e di questo andiamo orgogliosi, non abbiamo raggiunto il successo di grande pubblico strizzando l'occhio a destra e a manca, anzi, se potevamo scalciare, ruttare e non mandarle a dire ai politici (che poi sono tutti spariti mentre noi no), non avevamo problemi a farlo. Le denunce fioccavano durante le nostre turnè: vilipendio alla bandiera, istigazione alla diserzione, ci hanno accusato di tutto".
La notizia non farà di certo felice l'ampio pubblico che vede nel progetto Litfiba il primo e forse anche l'ultimo vero barlume di rock puro e impegnato ma la scelta di un ultimo giro di giostra vis a vis con i propri fans giunge (evidentemente con due anni di ritardo causa emergenza sanitaria) una volta percepito un grado di soddisfazione che non potrebbe gonfiarsi più di così: "Con questo tour festeggiamo i nostri primi 40 anni più due, orgogliosamente felici di quello che abbiamo fatto, sarà l'ultimo tour dei Litfiba e lo diciamo con estrema gioia. è una bellissima storia che si chiude con una grande festa", perché, come sottolinea Ghigo Renzulli: "che tutte le cose al mondo hanno un inizio e una fine e finire in un modo del genere è bello e divertente", e poi "siamo contenti di poter dire a tutti 'ciaò, e dirlo suonando, perché siamo nati per suonare su un palcoscenico. 40 anni fa quando ci siamo incontrati non avremmo scommesso un centesimo".
In realtà questo tour metterà un punto esclusivamente alla loro attività live, sia Pelù che Renzulli confermano che il loro lavoro di musicisti proseguirà e non escludono nemmeno insieme, inutile quindi parlare di addio, specie se si tratta di una band che lascia un patrimonio di un valore che non può essere ingiallito dal tempo: "Quello che non avrà fine è la nostra musica - spiegano infatti - noi lasciamo 13 album, almeno una decina di evergreen. Siamo felici e appagatissimi da quello che abbiamo ottenuto con la nostra musica. Quando noi abbiamo iniziato vivevamo col mito del club dei 27, quindi siamo dei sopravvissuti, gli anni '80 erano veramente il Vietnam, c'era l'Aids, per questo misi il preservativo sul microfono di Mollica - spiega a distanza di anni Pelù - girare all'estero ci apriva gli occhi".