AGI - Secondo Live della 15esima edizione di XFactor, la prima con le cover, soprattutto la prima con un’eliminazione. Ora, non è che il meccanismo di votazioni sia chiarissimo, abbiamo capito che la metà dei concorrenti in gara è al ballottaggio, a un certo punto, evidentemente, qualcuno voterà e quello con meno voti, supponiamo, verrà eliminato, e fin qui ci siamo; gli altri, da regolamento, sono costretti a stalkerare Cattelan per farlo tornare di gran corsa. Colpo di tacco l’ospitata di Chiello, che è un ragazzo che ha già portato il punk nella trap e la trap nel pop; il suo disco “Oceano paradiso” è una piccola perla. Alla fine della puntata salutiamo i Westfalia, quelli che tra dieci minuti ci ricorderemo come “Pest…no, Taribo West…No…West...Westqualcosa…”
Le Endrigo – Voto 4: Tutto fumo e niente arrosto. Tornano di gran carriera, vestiti come ad un gay pride venuto male, i primi e massimi esponenti del “paraculrock”, termine geniale coniato la scorsa settimana da Agnelli. La loro versione di “A far l’amore comincia tu” infatti viene totalmente denudata di quella malizia così pop, messa in scena con la presunzione di chi del brano non c’ha capito granché e sottintende “mo' te la intellettualizziamo noi ‘sta sigletta tv”. Risultato imbarazzante.
Baltimora – Voto 6: Metà Mauro Di Francesco metà Calcutta con il carisma di un comodino, come se già il cantato non fosse deprimente di suo, Baltimora viene spinto sul palco vestito da poeta surrealista daltonico. Mette del suo dentro “Parole di burro” di Carmen Consoli, nel cantato la solita coinvolgente disperazione, coinvolgente nel senso che ci è venuta voglia di fare cose molto tristi, tipo guardare una galleria di foto di gattini storpi, inseguire con la fronte gli spigoli più appuntiti di casa, ascoltare un intero disco di Sangiovanni. Oh, magari è questo l’effetto che desideravano, infatti, intendiamoci, mica male questa sua versione del brano, però ora vorremmo tanto chiamare la mamma e dirle che le vogliamo bene.
Fellow – Voto 6: “Apriamo l’armadio di Fellow” declama Mika nell’introdurlo. Stupore nello scoprire che l’armadio di Fellow è un po' come ci immaginavamo il bagno di Mika. Canta Harry Styles con la verve di un Cocciante 2.0 e se la cava, figuriamoci; ma risulta un po' vecchiotto, impettito, imbambolato, anche la messa in scena fa mestiere, che poi il confine con il karaoke di quartiere è sottile.
Mutonia – Voto 5: Si può dire che ascoltando i Mutonia capiamo il motivo per cui questa sorta di hard rock in televisione non è mai andato granché bene? Il cantante entra in scena vestito da sposa, ma, ha ragione Mika, fosse stato vestito da gelataio sarebbe stata la stessa cosa. Agnelli dice che il cantante è l’unico elemento carnale di questa edizione e lui esprime “sesso da autogrill, senza nemmeno invito a cena”…è evidente che Agnelli non se lo ricorda granché bene il sesso, in compenso avremmo voglia di fermarci all’autogrill con Agnelli, perché noi ce la sbrighiamo con un Capri e un pacco di Grisbì, una lavatina al vetro quando ci va proprio bene; lui esattamente cosa fa?
Vale LP – Voto 3: Rimasta ancora truccata da Halloween da Mercoledì della Famiglia Addams, viene mandata al macello con la versione di Gabriella Ferri di “Dove sta Zazà”; una follia. È imprecisa nel canto, ha il respiro corto, lei ha 21 anni ma ne dimostra 13, il che da a tutta la performance il sapore della recita di fine anno delle elementari.
Westfalia – Voto 5: Non abbiamo visto in questi anni tante band portare il genere dei Westfalia, ne abbiamo viste tante, tantissime, finire nel dimenticatoio perché, in fin dei conti, poca roba senza i lustrini dell’occhio televisivo, e loro sembrano rientrare alla perfezione in questa categoria di artisti. Divertente l’esecuzione di “Hey Ya!” degli Outkast, ma, ehi, ci piace vincere facile, no? Poi loro non ci mettono alcunché, eseguono, punto, per cui è tutto molto piatto, abbastanza noioso. A ben ragione, vanno a casa senza nemmeno passare dal voto del pubblico.
Erio – Voto 8: La nostra anima radical chic viene tirata per le orecchie, ascoltiamo emozionati questa versione di “Limit To Your Love” come dinanzi una bottiglia di vino della casa in una trattoria di provincia dove ci ha mandati il cugino del fratello di quel nostro amico che “lui ne capisce”. Scherzi a parte, insieme a Nika Paris, è il progetto discograficamente più centrato.
Karakaz – Voto 7,5: Il cantante dei Karakas, Miguel, ha la faccia di quell’amico di un tuo amico che quando esci col tuo amico e c’è lui avresti voglia di rimanere a casa; il resto della band è composto da comparse di “Un posto al sole”. Nonostante ciò, che non è comunque poco, geniale la loro versione di “SexyBack”, una roba ruffiana, si, ma che colpisce nel segno, la riascolteremo volentieri.
Nika Paris – Voto 6,5: La ragazza ha carattere, è puro pop, il suo inedito è perfino più valido della stessa “Come” di Jain che ha cantato stasera, intendiamo proprio la versione originale. Noi continuiamo a guardarla con sospetto, questa freddezza da 007 a tratti è quasi inquietante, ma c’ha numeri, su questo non c’è dubbio.
Gianmaria – Voto 7,5: Un giovane Nino D’Angelo alto come Donnarumma prestato ad una sorta di trap/pop/emo che canta “Jenny è pazza” di Vasco. Bella botta. Niente male. Lui da sempre l’idea di uno che passa di lì per caso, potrebbe avere un futuro fuori da XFactor. Perlomeno finché il suo pubblico non compirà 13 anni.
Bengala Fire – Voto 7,5: Sono divertenti, discograficamente anonimi, invisibili, inodore e insapore; ma è la cover band che vorresti ascoltare preso bene al pub. Il cantante si sbraccia e se la sgambetta come Celentano in “Innamorato pazzo”, ma poi resta pochino.
VERSAILLES – Voto 7,5: Sarà che troviamo commovente ascoltare in tv “Fantasma” dei Linea77, ma abbiamo trovato l’interpretazione di VERSAILLES particolarmente azzeccata. Va al ballottaggio ma i giudici lo salvano e ci sembra un’ottima idea.
I giudici
Hell Raton – voto 7: Azzecca tutte le assegnazioni, forse mai come stasera nella sua carriera di giudice. Si presenta più truccato di Moira Orfei ma il maglioncino col QRCode è stiloso, se lo inquadrate con la fotocamera del cellulare esce fuori il menù di un ristorante cinese di Milano riciclato in giapponese; che tanto, pensano, chi se ne accorge?
Emma Marrone – Voto 5: Questo atteggiamento da tv del dolore che assume spesso è alquanto insopportabile, interrompe il ritmo della narrazione e, fondamentalmente, come se non bastasse, annoia.
Mika – Voto 6,5: Che il vestito da salamandra pronta per una serata allo Studio54 non distragga dal fatto che si tratta dell’unico giudice che in qualche modo smuove le acque, gli altri giocano con la racchetta da tennis, lui con la mannaia.
Manuel Agnelli – Voto 5: Anche stasera Agnelli ha mandato alla cattedra il suo gemello buono, cominciamo a sospettare che alla fine ‘sto giochetto del talent al leader degli Afterhours piaccia a prescindere, come tutti i fan degli Afterhours in fondo pensano, dall’assegno che gli arriva a fine mese. Non che ci sia niente di male, figuriamoci, ma la drammaturgia del programma salta se anche quello che occupa la sedia degli esperti, dei cattivi, dei prestati alla tv, diventa comoda come una poltroncina della D’Urso. Al pubblico la carne piace al sangue e non è solo una richiesta da sadici voyeur, è proprio che, ripetiamo, drammaturgicamente, è necessario.