AGI - Altra settimana di tormentoni per quel che riguarda le nuove uscite discografiche; da Rocco Hunt e Ana Mena ad Elettra Lamborghini, tutti brani indiscutibilmente brutti. Molto meglio il duetto tra Noemi e Carl Brave, meravigliosi i dischi dei Sottotono, di Frah Quintale e di Scarda.
Emma feat. Loredana Bertè – “Che sogno incredibile”: Effettivamente deve sembrare tutto un sogno, duettare con un’icona come la Bertè, ultimamente in saldo dato che duetta praticamente con chiunque e con risultati spesso, diciamocelo, anche in questo caso, non alla sua altezza. E poi i tour sold out, la celebrazione di dieci anni di carriera, a dispetto di colleghi usciti dai talent che non hanno uno spillo di talento in più o in meno che sono durati dieci minuti. Detto ciò, ognuno merita di stare dove sta, compresa Emma, perché non si diventa una delle artiste femminili di riferimento per un intero panorama musicale nazionale così per caso, anzi il contrario, quindi, comunque, brava. Il brano è un reggae orecchiabile e buono per la stagione estiva, abbastanza sempliciotto ma efficace, in pratica puro Emma style.
Madame – “Marea”: A noi l’idea di una rapper così giovane eppure così cantautorale, così giovane eppure così profonda, così giovane eppure così pesante, malinconica, ci piace assai. Per questo non ci strappiamo i capelli dinanzi a questa “Marea”, che resta comunque un brano ben confezionato, estivo ma senza dichiarazioni di intenti reggeaton o altre macchinazioni discografiche per fregare più gente possibile. Il brano è scritto e prodotto insieme a quel geniaccio di Dardust, insomma un incontro tra due che masticano la musica come pochi fanno meglio al momento e che, se c’è da tirar fuori una canzone allo spuntar dei primi caldi estivi, lo sanno fare e anche con una buona quantità di mestiere.
Elettra Lamborghini – “Pistolero”: Elettra Lamborghini, come ampiamente dimostrato al Festival di Sanremo, non sa infilare due note una dietro l’altra. Capiamo perfettamente la necessità di una fetta di pubblico, ahinoi anche piuttosto grossa, di ascoltare musica innocua, stagionale, da una botta e via, ma queste canzoni, saremo noi particolarmente sensibili, non ci divertono affatto, non ci troviamo davvero niente da ridere nel successo di una ragazza che, twerk a parte, non ci risulta avere alcun talento. Non è che ce l’abbiamo con chi se la twerka in allegria, per l’amor di Dio, solo che chi twerka twerka e chi canta canta, a ognuno il suo, se la musica viene mortificata a mezzo per teletrasportarsi all’interno dello showbiz, allora qualcosa di grave sta succedendo. Dove sono quei movimenti femministi che combattono, giustamente, la silente misoginia della discografia italiana, quando sono proprio le donne ad ingozzare lo stereotipo della pop star che twerka a favore di camera e niente più? Se la musica è inseguimento affannoso e piuttosto volgare, prima che necessità di comunicare qualcosa, di interagire con i sentimenti di chi ascolta, di provare, cavolo, semplicemente a dire una qualsiasi cosa; allora no, ci spiace, ci rifiutiamo categoricamente anche di chiamarla musica. “Pistolero” infatti non è musica, è intrattenimento, e anche di basso livello; non è una canzone, è uno spot, fatto male, per ingigantire la propria bavosa comunità su Instagram. Se Elettra Lamborghini non avesse l’aspetto di Elettra Lamborghini e il cognome di Elettra Lamborghini, le uniche recensioni che riceverebbe sarebbero i colpi di scopa dai vicini di casa del piano di sotto per scongiurarla di smettere, noi non ne avremmo mai sentito parlare e il nostro patrimonio artistico si sarebbe messo da parte un pezzettino di dignità.
Gazzelle feat. Mara Sattei – “Tuttecose”: Una bomba vera di pezzo, le voci di Gazzelle e di Mara Sattei si incrociano alla perfezione, la canzone, attenzione, è una vera e propria canzone, non un algoritmo musicale studiato a tavolino alla ricerca del like. In questo modo, pur volendosi dare un tono di leggerezza, che non guasta mai nel repertorio, si resta e si dura ben oltre un’estate.
Gigi D’Alessio – “Assaje”: Si, ci spiace, non possiamo farci niente, ma questa nuova influenza cafonal napoletana a noi ci piace, appunto, assaje. In realtà a noi piace qualsiasi produzione sia dannatamente sincera e a Gigi D’Alessio tutto gli si può dire tranne che non sia onesto in ciò che fa. L’esplosione della trap napoletana, più autentica venatura del genere in Italia, lo ha aiutato molto nel poter spiegare le ali verso le sonorità che più gli si addicono senza la vergogna di essere additato come Gigi D’Alessio, il neomelodico pop messo alla gogna per buona parte della propria carriera, spesso anche a prescindere, senza essersi mai fermati a valutarlo come il gran musicista che è. Questa “Assaje”, canzone che racconta delle piccole grandi semplicità che costituiscono la spina dorsale di ogni storia d’amore, brillerà in versione live.
Rocco Hunt feat. Ana Mena – “Un bacio all’improvviso”: A orecchio, sarà nuovamente questa la coppia dell’estate 2021, la stessa che l’anno scorso ha imbambolato l’Italia dei lidi con “A un passo dalla luna”. Ecco, per essere chiari e farvi capire cosa ci aspetta, questa “Un bacio all’improvviso” è brutta uguale; anche perché fare peggio sarebbe stato complesso.
Noemi feat. Carl Brave – “Makumba”: Brano divertente in tipico stile Carl Brave, che già avere un proprio stile significa aver preso la strada più corretta possibile. La combo con Noemi funziona alla grande, il brano rischia di rimanere anche quando le giornate si faranno più brevi e più fredde.
Sottotono – “Originali”: Bisogna essere coraggiosi per riproporsi nel mercato discografico più agguerrito della storia dopo due decadi di silenzio. Coraggiosi si, oppure semplicemente musicisti veri, spinti da un progetto concreto, coerente, significativo. “Originali” è un disco eccezionale, sicuramente tra i migliori finora usciti nel 2021, quattrodici brani che si alternano tra inediti e rivisitazioni di grand hit del passato di Big Figh e Tormento. I nuovi brani, uno su tutti “Ti bacio ancora mentre dormi”, sono contemporanei, profondi, varcano quel famoso orizzonte del rap all’incrocio con il cantautorato più impegnato. Le nuove versioni di vecchi successi dei Sottotono, in compagnia di alcuni tra i più importanti esponenti della scena rap e pop italiana, sono semplicemente commoventi. L’avevamo già notato in “Solo lei ha quel che voglio” rivista insieme a Marracash, Gue Pequeno e Tiziano Ferro (nei cori della versione originale del ’96), e tutto viene confermato in “Amor de mi vida” insieme a Mahmood o “Dimmi di sbagliato che c’è” insieme ad Elodie. Nel disco presente anche un inedito in cui possiamo risentire la voce di Primo Brown, genio indiscusso della scena rap italiana, diventato una sorta di santo protettore dei rapper una volta scomparso nel 2016, un artista dal talento inarrivabile che manca moltissimo in un panorama annacquato da una pochezza di contenuti imbarazzante. La verità è che nella musica c’è un solo modo di essere e rimanere cool: farla bene, con amore. Big Fish è nato nel 1972, Tormento nel 1975, eppure sono trenta volte più fighi di qualsiasi ragazzino tatuato sulla faccia scali le classifiche di Spotify per un quarto d’ora.
Frah Quintale – “Banzai (Lato Arancio)”: Ad un anno dal lato blu, Frah Quintale lancia il lato arancio del proprio “Banzai”, primo progetto discografico in cui il rapper bresciano si lancia con coraggio dentro sonorità che ricordano molto l’R&B. Si tratta di un ottimo lavoro, Frah Quintale, dopo l’esordio a metà strada tra rap e cantautorato indie, lo ritroviamo sempre più maturo, più serio, più centrato come artista. Avrebbe potuto continuare a sfornare hit, invece decide di seguire il lato più romantico della propria essenza di artista, e fa bene, perché mortificare il proprio valore è ingiusto verso se stessi, verso il proprio pubblico e anche verso chi è pagato per scrivere del tuo lavoro. Quindi bravo. Quindi grazie.
Tony Effe – “Untouchable”: Un disco che parla così tanto e con così tanta superficialità, continuamente, senza sosta, fino alla nausea, di droghe e criminalità che farebbe annoiare della malavita anche il più talebano dei malintenzionati. Ammazzare la delinquenza mostrandone il lato estremamente noioso, in questo il disco sarebbe geniale; ma, dato che presumibilmente è stato pubblicato con la perversa convinzione di fare musica, ci vediamo costretti a svelare che non c’è alcunché di interessante in nessuna delle tredici tracce del disco, nessun guizzo, nessuna illuminazione, né musicale né testuale, solo la solita imbarazzante sequela di luoghi comuni messa su basetta da chi si è visto troppe volte “Scarface”, senza averlo nemmeno capito.
Malika Ayane feat. Altarboy – “Self control”: Cover del capolavoro pop di Raf rivisitata per il film Netflix “Il divin codino”. Corto circuito felice tra Malika Ayane, che impreziosisce qualsiasi cosa sfiori con la voce, e gli Altarboy, illuminato duo elettropop romano. È tutto molto atmosferico e divertente.
Shade – “In un’ora”: Continua a stupire Shade: nonostante l’evidente incapacità di fare musica, continua a fare uscire musica. Un fenomeno, se ci pensate.
Scarda – “Bomboniere”: La vera bomboniera qui è lo stesso Scarda, che non si lascia andare a produzioni ruffiane extracontemporanee, che rimane liscio, pulito, semplice narratore di vita e amore, di piccoli gesti che si travestono da innocui, di attimi che immortala con fotografie in musica precise, centrate, incontrovertibili. Scarda incide un album bello con uno stile dal quale, a ben ragione, non si distacca, rimane unico nel suo genere, anche quando il trend del mercato è cambiato virando, forse troppo in fretta, forse scioccamente, verso questo quasi sempre insipido crossover con l’urban. In “Bomboniere” non troverete niente di tutto ciò, ma solo dei ricordi, frammenti di vita che Scarda innalza a evento, effettivamente meritevole di bomboniera.
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Cristina Donà – “Desiderio (Cannibal Version)”: è tornata, finalmente, Cristina Donà, una delle migliori cantautrici del panorama musicale italiano (per noi la migliore, indiscutibilmente, anche senza per forza guardare all’attualità). Il brano non poteva che essere una perla rara, come quelle che ha snocciolato per tutta la carriera; al centro noi e la nostra fame di, appunto, desideri, che inseguiamo con cieco furore, un sentimento che la Donà incarna alla perfezione con la sua interpretazione. Un brano assolutamente imperdibile.
N.A.I.P. – “David chi?”: N.A.I.P. forse ha trovato il giusto compromesso tra il suo stile, non proprio accessibilissimo nell’immediato, e un’orecchiabilità che, in effetti, aiuta quello stile. Questo brano è molto ben fatto, molto ben costruito, molto coinvolgente; forse è riuscito a dribblare gli schemi che condannano oltre il 90% dei concorrenti di X-Factor ad un triste dimenticatoio, perché è difficile dimenticarsi di N.A.I.P.
Cmqmartina – “Disco 2”: Un album che è una mina, così contemporaneo, ben scritto, ben prodotto, ben cantato. Cmqmartina a X-Factor, a questo punto possiamo dirlo, ha fatto vedere solo l’ombra di se stessa, da quando i riflettori si sono spenti non ne ha sbagliata una, questo disco si ascolta tutto d’un fiato con estrema leggerezza; e poi viene voglia di ricominciare. Grande.