(AGI) - Il testo di una giovane cantautrice siciliana inserito nel corso di studi di una prestigiosa università americana. Si tratta di 'No Name'
E proprio nell’anniversario numero 110 della strage, la rivista americana i-Italy ha dedicato un ampio servizio al ricordo di queste operaie e lo ha fatto con un’intervista a Francesca Incudine che ha affidato proprio alla penna della Giunta che, inoltre, insieme alla professoressa Mary Anne Trasciatti, ha anche curato un libro di prossima pubblicazione, un’antologia di saggi intimi e politici sull’incendio, dal titolo 'Talking to the Girls'. Della scrittura del brano, puntuale e minuziosa ricostruzione storica, la Incudine ha spiegato: “Credo fosse necessario contestualizzare e parlare di dati storici come fa un cronista. Mi sono messa nei panni non solo di una cantautrice ma di un cronista perché la cronaca ha quel taglio lucido, a volte pietrificante che ti mette in una posizione di ascolto. ‘In 146 bruciammo a marzo’ Ti raggela e ti riporta dalla poesia alla realtà in un attimo. E’ importante dire che queste cose sono successe in un tempo, in un luogo, soprattutto quando la musica raggiunge le nuove generazioni. Ci sono un sacco di ragazze e ragazzi che ascoltano la mia musica e che si sono innamorati di 'No Name'”.
Attraverso 'No Name' hanno conosciuto questa storia. Era importante che la storia fosse precisa—e in questo ovviamente mi ha aiutato il lavoro certosino di Ester. Io poi ho ampliato il mio bagaglio. Sono andata a cercare le immagini, immagini che ho ricomposto in maniera frammentata nel video, dove immagini [d’archivio] si sovrappongono a me, il passato si sovrappone al presente, e si sovrappone anche al futuro--per evitare che determinate cose succedano di nuovo”.
Tra breve Francesca Incudine tornerà con la sua musica a raccontare di donne: “Ad aprile uscirà brano sulla storia di Sabeen Mahmud, un’attivista Pakistana che è stata uccisa a colpi di pistola perché difendeva i diritti umani. Ho conosciuto questa storia grazie alla console italiana che mi ha invitato a suonare in Pakistan”.
Francesca Incudine nasce ad Enna nel 1987. Si appassiona all’età di 13 anni ai tamburi a cornice. Proprio in quegli anni comincia a studiare le percussioni e il canto per iniziare un percorso di formazione artistica che ad oggi continua a crescere e ad impadronirsi delle forme musicali che gli sono più proprie; tra queste, in particolari, la musica folk, di radice popolare che spazia fino alla world music. È proprio su questo campo che da qualche anno ha intrapreso anche la strada della canzone d’autore, scrivendo e componendo in siciliano. Tante già le esperienze artistiche che le hanno permesso di consolidare, dare nuova vita e linfa ad un percorso in continua crescita.
Tra quelle più significative la partecipazione al Premio per la World Music dedicato ad Andrea Parodi che nel 2010 le ha fatto conquistare insieme alla Compagnia Triskele il primo posto con la canzone 'Fimmini', il cui testo porta la sua firma; numerosi i premi arrivati invece nel 2013 con il brano “Iettavuci” (premio della Critica, premio Miglior Testo, premio Migliore Musica, premio dei Bambini).
Ad ottobre 2015 è tra le dieci finaliste al Premio “Bianca D’Aponte” ad Aversa, unico premio nazionale per la canzone d’autore al femminile. Nel 2018 esce il suo secondo disco dal titolo 'Tarakè', con la direzione artistica di Carmelo Colajanni e Manfredi Tumminello, disco che vince la Targa Tenco 2018 come miglior album in dialetto.