AGI - Il festival della Canzone Italiana di Sanremo dura cinque giorni, alla fine viene eletto un vincitore, e dal giorno dopo comincia la gara. A dieci giorni esatti dalla fine della kermesse si può cominciare timidamente a tirare le somme di come stanno andando le canzoni in gara, qual è il riscontro del pubblico, l’unica vera giuria a decretare vita e morte di un qualsiasi progetto.
Come metro di giudizio utilizziamo la chart di Spotify, la principale piattaforma per l’ascolto della musica in streaming. Cominciamo con qualche dato, i partecipanti in gara alla 71esima edizione di Sanremo, la seconda guidata da Amadeus, sono stati 26, così controlliamo immediatamente quanti brani estratti dalla playlist del festival compaiono nei primi 26 posti della classifica di Spotify: sono 14.
Naturalmente sono passati ancora troppi pochi giorni per una scrematura oggettiva dei brani discograficamente più validi, sono in tanti ancora insomma a voler riascoltare le canzoni di Sanremo anche solo per capire cosa sia successo, un confronto più realistico andrà fatto più avanti.
In prima posizione su Spotify troviamo Colapesce e Dimartino, per il grande pubblico vagamente âgé della RAI due perfetti sconosciuti, in realtà trattasi di due dei migliori cantautori della scena musicale (tutta) contemporanea, l’ala siciliana della rivoluzione indie alla quale quest’anno Amadeus ha voluto finalmente concedere la dovuta visibilità; nonché autori de “I mortali”, uno dei migliori dischi della stagione 2020.
Il brano portato in gara e con il quale stanno letteralmente dominando tutte le chart specializzate si intitola “Musica leggerissima”, nonostante il largo pubblico lo abbia recepito come un tormentone, la canzone in realtà rappresenta una feroce critica proprio al bisogno compulsivo di musica, appunto, “leggerissima”, che attanaglia il pubblico italiano. I due concludono il festival al quarto posto, su Spotify (così come su tutte le piattaforme in uso in Italia) non c’è storia, i vincitori sono indiscutibilmente loro.
Differenza più netta quella che riguarda le classifiche della giovanissima Madame, classe 2002, altra debuttante al Festival dove la sua “Voce”, rap sofisticato e d’impatto, non arriva oltre l’ottava posizione, su Spotify si classifica seconda.
Terza posizione sulla piattaforma occupata dai Maneskin, i vincitori un po' a sorpresa della kermesse ligure con la loro “Zitti e buoni”, segno di un reale ringiovanimento del pubblico del festival che nel terzetto finale, tra la morbidezza del brano di Ermal Meta e la forza dirompente dei follower della coppia Michielin/Fedez, decide di premiare la veemente vena rock della band romana.
Michielin e Fedez che su Spotify comunque viaggiano sui 400 mila ascolti, la loro “Chiamami per nome”, arrivata seconda nella classifica finale del festival, sta dunque andando bene, e su questa chart influisce poco o niente l’influenza di donna Ferragni, accusata di aver smosso il suo esercito di 22 milioni di follower per far volare in alto il brano del marito a Sanremo; la verità è che parliamo di personaggi abbastanza mainstream, che hanno già raccolto numeri stratosferici con le loro precedenti collaborazioni, non stupisce la posizione guadagnata nella classifica finale del festival, così come non stupisce questa su Spotify.
L’unico che mantiene la stessa posizione sia a Sanremo che su Spotify è Irama, che in realtà sul palco dell’Ariston non lo abbiamo mai visto, se non in un video delle prove, sempre lo stesso, mentre cantava la sua “La genesi del tuo colore”, essendo l’unico cantante ad essere stato bloccato dalla quarantena dovuta a un caso di Covid tra i membri del suo staff.
La chart di Spotify a questo punto lascia spazio a “La canzone nostra” di MACE, brano non in gara al festival, l’unica posizione della top ten, la sesta, lasciata libera dai brani sanremesi. La differenza più netta tra la classifica del festival e quella di Spotify la notiamo per i Coma_Cose, settimi sulla piattaforma, ventesimi a Sanremo; la loro “Fiamme negli occhi”, rap leggero e romantico, non è stato evidentemente ben capito dalle varie giurie del festival, relegandolo ad una posizione non degna per un brano così ben strutturato, che infatti vola su Spotify.
Al settimo posto troviamo Fasma e la sua “Parlami”, che al festival è arrivata al 18esimo posto, un flop per il cantante romano lanciato proprio da Sanremo l’anno scorso nella sezione Nuove Proposte, ma la sua musica a metà strada tra pop e rap è esattamente il genere che più vola nelle classifiche degli ascolti, quindi non stupisce che ciò che Fasma non ha raccolto a Sanremo raccoglierà altrove.
Resta più o meno nella stessa zona Willie Peyote con la sua “Mai dire mai (La locura)”, brano che riprende il geniale monologo di Valerio Aprea in una puntata della terza stagione della serie cult “Boris”; nono posto su Spotify, sesto a Sanremo, dove si porta a casa anche il Premio della Critica Mia Martini.
Chiude la top ten di Spotify Annalisa con la sua “Dieci”, brano giunto settimo nella classifica del festival, addirittura secondo dopo la prima sera, affossato poi dalla sala stampa durante la serata del giovedì.
Sono in pochi poi a riuscire a ritagliarsi un posto nella top 50 di Spotify: AIELLO, cui esibizioni sul palco dell’Ariston decisamente esagerate hanno forse distratto dal buon brano portato in gara, si classifica 12esimo, prendendosi una bella rivincita sul penultimo posto rimediato al festivàl. Restano fermi quasi nella stessa posizione i debuttanti de La rappresentante di lista, 11esimi a Sanremo, 12esimi su Spotify; così come Noemi, 14esima al festival, 13esima su Spotify con la sua “Glicine”.
Ermal Meta, per molti vincitore annunciato, in testa per 4/5 di gara, su Spotify non va oltre il 17esimo posto, a Sanremo si è portato a casa la medaglia di bronzo. Arisa, decima al festival con “Potevi fare di più”, brano scritto per lei da Gigi D’Alessio, sulla piattaforma si classifica 24esima.
Su Spotify, per trovare un altro brano sanremese dobbiamo scendere giù fino alla posizione 33, occupata da Fulminacci, giovane fenomeno del cantautorato italiano, che ha deciso di debuttare al festival con “Santa Marinella”, brano grazie al quale strappa un 16esimo posto, un po' poco per un brano così intenso.
Sono questi i sopravvissuti a dieci giorni dalla fine delle trasmissioni, scrollando la top 50 di Spotify verso il basso poi troviamo al 37esimo posto l’ex X-Factor e “Amici di Maria De Filippi” Gaia con “Cuore amaro”, che a Sanremo finisce al 19esimo posto. Al Festival i regaz bolognesi de Lo Stato Sociale si sono classificati 13esimi, su Spotify appena 48esimi. Si fa bella lunga la lista degli artisti in gara al festival cui brani non sono stati troppo ascoltati su Spotify.
Non pervenuta Orietta Berti, giunta nona al festival, e nemmeno gli Extraliscio, gli outsider di questa edizione di Sanremo, riescono a ritagliarsi un posto tra i primi 50 più ascoltati su Spotify, ma prima del loro esordio sul palco dell’Ariston avevano appena cinquemila ascolti mensili, che in pratica vuol dire essere discograficamente inesistenti, oggi ne hanno oltre 390 mila, un bel salto.
Fuori dalla top 50 di Spotify anche due cavalli di razza come Malika Ayane e Max Gazzè. Nemmeno Ghemon e Renga riescono a piazzare i loro pezzi tra i 50 più ascoltati su Spotify. Tutte assenze più o meno giustificate da diversi fattori, tutti artisti che non hanno mai fatto numeri particolarmente significativi su una piattaforma frequentata soprattutto da giovanissimi. Unica sorpresa forse non ritrovare il nome di Bugo e della sua “E invece si”.