AGI - Aiello è uno di quegli 'indie' pronti a conquistare il palco del Festival di Sanremo, che quest’anno ha definitivamente e finalmente aperto le porte ad una scena che non era più 'snobbabile' da parte della passerella più importante per la musica italiana. Qualche anno fa Antonio Aiello, così all’anagrafe, nato a Cosenza 35 anni fa, aveva già provato la strada del festival per lanciare la sua carriera, propose una canzone per la sezione Giovani ma venne rifiutato, oggi si prende la sua rivincita non solo rientrando dalla porta principale riservata ai big, ma da esponente, tra i maggiori ormai, di una scena cantautorale nuova che numericamente surclassa la vecchia musica leggera. Si tratta di un artista contemporaneo, che ama spaziare con il proprio sound, mischiare i generi, rischiare, forte di una capacità innata di arrivare in maniera netta al pubblico, una magia che potrebbe anche risultare utile in termini di classifica.
In conferenza stampa hai detto che Sanremo non lo vedevi come un passo dovuto…
"Assolutamente, non l’ho mai visto come un passo obbligato nella carriera di un artista, uno può diventare un grande anche senza andare lì, fare musica anche senza andare lì; nonostante io poi non lo dica con amarezza perché io sono sempre stato uno spettatore e un fan, da piccolino c’ho provato, mi hanno chiuso le porte, e pazienza. Non l’ho fatto l’anno scorso o due anni fa, che erano già momenti bellissimi per me, non ci pensavo, poi quest’anno è successo quello che è successo, e onestamente è il palcoscenico più importante. Poi Amadeus secondo me ha fatto un cast incredibile, scena contemporanea, fresca, cool, quindi a me inorgoglisce doppiamente essere stato scelto. Per me è un’occasione unica, perché il tour non c’è stato e quindi l’unica occasione per farmi conoscere da più persone possibili e presentare il mio progetto che è la cosa alla quale tengo di più. Io l’avrei comunque visto, non l’ho mai snobbato".
Cosa significa per te questa partecipazione? A prescindere dal pubblico nuovo che raccoglierai o la possibilità di esibirti in un mondo che ancora non lo permette…
"Per me è sicuramente un riconoscimento in qualche modo, di un percorso che ho fatto, di qualcosa che mi sono sudato letteralmente, perché non me l’hanno regalato all’epoca e non me l’hanno regalato neanche adesso, Amadeus si è innamorato della canzone. Mi inorgoglisce perché questo è il festival della resistenza, io lo definisco così, un festival in cui tutti stiamo resistendo, la musica sta resistendo, il festival stesso sta resistendo, è una prova di grande forza che dobbiamo a noi stessi e agli altri. È un Sanremo dal sapore inedito, nuovo, molto più contemporaneo, quindi è una gran figata".
Hai fatto anche diversi riferimenti entusiastici al cast…
"Un cast veramente figo".
Ma secondo te Sanremo è arrivato tardi su questa scena?
"Sanremo è un evento così largo che inevitabilmente deve abbracciare tutti e quando tu devi piacere a tutti è difficile fare delle scelte coraggiose e rischiare di perdere una fetta di affezionati, che sono anche magari un po' più adulti, quindi è un atto di coraggio quello che ha fatto quest’anno Amadeus, più degli altri anni, e secondo me verrà premiato, anche perché, dicono, togli la mia, che sono tutte canzoni molto belle. E secondo me anche per le persone più adulte, di fronte a delle belle canzoni ci si emoziona comunque e si partecipa comunque. Non è mai troppo tardi per fare dei passi verso la contemporaneità".
Hai fatto anche diversi riferimenti alla tua voglia di cantare davanti ad un pubblico, ti chiedo dunque se la tua performance al festival sarà condizionata secondo te dall’assenza di pubblico…
"Tutte le performance sono condizionate in meglio o in peggio se c’è un pubblico che le sostiene, quindi cantare senza pubblico è sicuramente un deficit che hai di partenza, aggiungi quest’anno anche l’ansia del Covid, avremo le mascherine attaccate fino all’ultimo secondo, sarà veramente un’impresa andare su quel palco e godersi in totale serenità la performance; però daremo il massimo e speriamo di fare arrivare al pubblico a casa tutto l’amore possibile".
Quale sarà l’ultima cosa che penserai prima di entrare in scena?
"Secondo me penserò alla mia famiglia e ai miei amici ed è una cosa che mi preoccupa, perché l’ho fatto anche alla serata in cui Amadeus ha presentato i nomi e un attimo prima di salire sul palco mi sono commosso, quindi spero di non pensarli…"
Ma sarà inevitabile…
"Eh si, mi verranno i flash di mia madre, mio fratello, i miei amici, che mi guardano orgogliosi, è una roba forte, perché poi io vivo Sanremo con grande emozione ma con un approccio da addetto ai lavori, i miei lo vivono come spettatori ed è una cosa ancora più grossa, è tanta roba per tutti".