AGI - Settimana particolarmente ricca di nuove uscite la scorsa; torna felicemente la coppia Mahmood/Dardust, ormai un marchio di fabbrica, sinonimo di successo. Prosegue il folle progetto de Lo Stato Sociale e questa settimana tocca a Checco proporre i suoi cinque brani. Tornano anche i Fast Animals And Slow Kids, che la comunità indie online attendeva con la bava alla bocca. Il disco della settimana è certamente quello del producer MACE, un’appassionante ed imperdibile epopea rap. Diversi anche i singoli da non lasciarsi scappare, in particolare quelli appena sfornati da Giorgieness, La Municipal, Pablo America e Ditonellapiaga.
Mahmood
“Inuyasha”: è dai tempi di “Soldi” che ci chiediamo, in fin dei conti tutti, perlomeno tutti quelli interessati a scoprirlo, cos’è che rende Mahmood così interessante. La curiosità è nettamente aumentata subito dopo “Soldi”, dato che quasi tutto ciò prodotto da Mahmood dopo “Soldi” è infinitamente migliore di “Soldi”.
“Inuyasha” forse ci da una risposta definitiva: Mahmood fa qualcosa che in Italia fa e può fare solo lui, solo lui può tradurre in maniera credibile e anche discretamente cool un orizzonte orientaleggiante di tutto fascino, quasi irresistibile, che rende funzionante, anche grazie all’apporto di quel geniaccio di Dardust, qualsiasi cosa canti.
Lo Stato Sociale
“Checco”: Secondo capitolo del folle progetto dei regaz di Bologna de Lo Stato Sociale: cinque album di cinque canzoni in cinque settimane affidati alle cure di ognuno dei cinque ragazzi della band. Dopo il capitolo di Bebo, ecco quello di Checco, il suo è un disco che ci riporta un po' a quello Stato Sociale romantico, cantato, che racconta le storie con quella prelibata imperfezione, graffi di immagini, mille colori diversi che rappresentano i mille colori diversi della band, che infatti firma con lui tutti e cinque i brani; in questo senso “Perso” è forse una delle migliori canzoni di tutto il repertorio Stato Sociale.
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Fast Animals And Slow Kids
“Animale”: A un paio d’anni da “Animali notturni” tornano in studio i Fask, una delle migliori band del panorama indie; tant’è che “Animale” è una canzone a lungo attesa dalla comunità creata, plasmata, da questa nuova scena cantautorale italiana.
Di certo nessuno potrà restare deluso, quello dei Fask resta ancora un sound dalle note rock pulito e strutturato, convinto e convincente; se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, e tutto sommato saremmo anche pagati per questo, potremmo dire che ogni volta che ascoltiamo materiale dei Fask il sapore che rimane in bocca ha sempre un non so che di agrodolce, il che fa funzionare il piatto, sempre, regolarmente, benissimo, ma resta sempre l’impressione, e sia preso come un complimento e come un augurio, che il meglio debba ancora venire.
MACE
“Obe”: Siamo certi che alla fine di questo 2021 ci ricorderemo di “Obe” nella nostra tradizionale classifica degli album più belli dell’anno. Il producer MACE più che un disco compie un’impresa; prima di tutto, in un’epoca in cui tutti hanno più o meno il braccino corto riguardo il numero di pezzi da mettere dentro un disco, lui incide diciassette brani, un’enormità.
Poi riesce a non lasciarsi scappare la mano a mandare messaggini ai colleghi e coinvolge nel suo progetto solo ed esclusivamente artisti funzionali al progetto. Per cui non è che la collaborazione con Salmo faccia questo gran scalpore, in fondo i due avevano lavorato insieme e con successo già altre volte, ma fa specie che decida di inserire Salmo dentro un pezzo scritto da BLANCO, che prima di “La canzone nostra” conoscevano giusto i parenti più stretti e, soprattutto, ha solo diciassette anni.
Il talento di MACE sta nell’utilizzare con talentuosa spietatezza il materiale che ha a disposizione per fare centro con la propria musica, così dentro “Obe” tutti rendono al massimo. Rende meravigliosamente Venerus, i due sono legati da profonda amicizia e si sente, rende oltre quello che ci si potrebbe aspettare in un disco rap Colapesce, si, proprio il poeta siciliano dell’indie, cui voce viene incastrata alla perfezione con quella di chiello_fsk, che nella vita di solito fa una specie di punk trap.
E poi Joan Thiele che insieme a Venerus propone un’orgia di carezze sonore in “Senza fiato”. Pesca dal mondo del pop perfino Irama, un artista che sta anni luce lontano da questa scena, uno che siamo più abituati a commentare per tormentoni estivi di dubbio gusto, e lo piazza nello stesso brano dei FSK SATELLITE; per i meno avvezzi, è come vedere duettare Cristina D’Avena con Marilyn Manson. Ma non è tutto, MACE con questo disco vuole dire qualcosa, non è il solito galà rap per una raccolta fondi di stream, si tratta di un discorso univoco, coerente, ragionato, in cui il mondo viene osservato sotto un determinato punto di vista e le narrazioni si incastrano tra loro come in un’inestricabile partita di scacchi. Che in fondo questa è la vita, no? Eccezionale.
Selton
“Sigaretta in mano a Dio”: Vorremmo tutti vivere dentro una canzone dei Selton.
Giorgieness
“Tempesta”: In futuro, e più che una speranza è una supposizione, avremo meno problemi con le quote rosa nella discografia italiana, ce lo dimostrano cantanti come Giorgieness, che in quanto a contemporaneità e intuizione melodica lascia chilometri indietro molti dei colleghi maschietti. “Tempesta” è l’ennesimo ottimo brano di una ragazza pronta a prendersi il proscenio, a farsi, appunto, tempesta, rivoluzione, innovazione, sconvolgimento. E non vediamo l’ora.