È Spotify la prima piattaforma a tirare le somme di questo sfortunato 2020. La materia che Spotify tratta, d’altra parte, la musica, si può considerare tra gli elementi protagonisti assoluti di questo delicato periodo storico, così come ha accompagnato tutti i periodi storici più importanti.
I dati forniti da Spotify, poi, permettono al pubblico di specchiarsi in una realtà incontrovertibile fatta di numeri per capire, anche attraverso la musica più ascoltata, cosa siamo e cosa siamo diventati. Questo perché se, come vedremo, è il rap è indiscutibilmente, in particolare in Italia, il genere più ascoltato, sarebbe erroneo e riduttivo attribuire il trend alla moda, che poi tornerà a riaccattocciarsi su un pop del quale non ci restano in tasca che pochi spicci. Non succederà, quello che per molti nostalgici sembra un periodo di irritanti trap beat, da aspettare che passi come un nuvolone stringendo bene in mano il proprio ombrello, in realtà è solo l’alba di un movimento che si divorerà tutto, ancor più di quanto non stia già facendo.
Nel mondo
Con 8,3 miliardi di stream, è il portoricano di Vega Baja Bad Bunny l’artista più cliccato negli ultimi dodici mesi, a testimonianza di un genere, il reggaeton, che rappresenta il vero trend del 2020, molto più di quanto non lo sia stato il rap, che solo dalle nostre parti è una sorpresa, tant’è che la seconda posizione di Drake, icona assoluta dell’hip hop mondiale, è del tutto prevedibile.
Ma il reggaeton torna in terza posizione con il colombiano J Balvin, fuori in questo momento in Italia in duetto con il nostro Sfera Ebbasta. Quarto posto per Juice Wrld, il rapper morto nel 2019 per un attacco epilettico che lo ha colto fatalmente all’aeroporto di Chicago; chiude la top five il cantante e producer canadese The Weeknd, lo stesso che è rimasto all’asciutto di premi durante l’ultima edizione dei Grammy, puntando il dito contro un’organizzazione che, secondo lui, non darebbe il giusto peso allo spessore degli artisti di pelle nera.
E il ragazzo di Toronto potrebbe avere ragione se si pensa che in cima alla classifica dei brani più ascoltati c’è proprio la sua hit “Blinding Lights” che nel 2020 ha raccolto oltre 1,6 miliardi di stream, lasciandosi alle spalle altri successi del mercato globale come (in successione): “Dance Monkey” della giovanissima australiana Tones And I, “The Box” di Roddy Ricch, Imanbek e SAINt JHN con “Roses - Imanbek Remix” e Dua Lipa con “Don’t Start Now”.
La voce femminile più ascoltata in questo 2020 è quella di Billie Eilish, nuova principessa del pop statunitense e mondiale, che conferma anche il primato targato 2019; seguono Taylor Swift, Ariana Grande, Dua Lipa e al quinto Halsey, altra cantautrice statunitense snobbata dai Grammy e che in merito ha dichiarato “Non sempre riguardano soltanto la musica”. Anche la chart sugli album più ascoltati rispecchia il trend indicato dai brani, in cima infatti troviamo “YHLQMDLG” di Bad Bunny con più di 3.3 miliardi di stream, seguito da “After Hours” di The Weeknd e “Hollywood’s Bleeding” di Post Malone, altra leggenda urban a stelle e strisce; quarto posto per “Fine Line” album della consacrazione solista di Harry Styles, ex membro dei One Direction; chiude la top five “Future Nostalgia” di Dua Lipa.
In Italia
L’Italia sta finalmente scoprendo il rap, forte di una generazione di artisti che ne sta valorizzando gli spunti più interessanti e, soprattutto, più fruibili al grande pubblico. Non è un caso che i numeri siano stratosferici e solo i tormentoni estivi riescono a scalfire, ma mica tanto, una predominanza uguale a quella che il pop aveva fino a dieci anni fa, quando Spotify quasi non esisteva e la musica passava dalla tv, un decennio da dimenticare.
In cima alla classifica degli artisti più seguiti su Spotify troviamo tha Supreme, vero nome Davide Mattei, classe 2001, e dalle sue mani in questo momento passa il futuro della musica italiana; nell’ambiente è considerato un genio, lo stile proposto con la sua musica sta facendo scuola, la stessa che ha lasciato a 16 anni (per quel poco che si sa di lui dato che nasconde la sua immagine dietro un fumetto), Salmo e Hell Raton lo piazzano al centro del progetto della Machete Crew e lui non fa che sfornare hit dal sound internazionale; è suo anche l’album italiano più ascoltato, quel “23 6451” che sta già facendo la storia del genere nel nostro paese, ed è solo il suo debutto.
L’uomo dei record Sfera Ebbasta deve accontentarsi del secondo posto, recuperato in extremis, supponiamo, grazie al successo del suo “Famoso”, l’album uscito il 20 novembre e che ha registrato 16 milioni di ascolti nelle prime 24 ore; al momento è il quarto album più ascoltato nel mondo, questo grazie ad una serie di collaborazioni, come con J Balvin e Future, che hanno fatto da cavallo di Troia per il mercato internazionale.
Gradino più basso del podio occupato da Marracash, che ormai sta tracciando la sua carriera sulla scia di Fabri Fibra, rap d’autore dunque, che strizza l’occhio al pop contemporaneo e mette da parte tematiche più teen per concentrarsi sul sociale, sull’azzardo musicale, sulla sperimentazione; il suo “Persona”, secondo album più ascoltato dell’anno secondo i dati di Spotify, è un piccolo capolavoro vicino al nostro miglior cantautorato.
Quarta posizione occupata da Gue Pequeno, un rapper che, al contrario, nonostante l’età sia più avanzata degli altri (40 candeline per lui il prossimo 25 dicembre) resta bloccato in un’idea di rap ancora tutto muscoli e strafottenza, cosa dimostrata anche nel suo “Mr. Fini”, che nella chart dei dischi più ascoltati nel 2020 occupa la quarta posizione.
Chiude la top five Geolier, altro fenomeno classe 2000, napoletano di Secondigliano, uno scugnizzo che si è imposto grazie all’estrema raffinatezza del suo “Emanuele (marchio registrato)”; che è un altro esordio ma soprattutto rappresenta un qualcosa di ancor più significativo, la rivincita del neomelodico napoletano, snobbato fino a che, proprio la trap, grazie anche ad una contestualizzazione pop data dal successo della serie “Gomorra”, non trova nuova linfa vitale in questo genere, che adotta di fatto il dialetto napoletano come lingua principale, una lingua che ne restituisce al meglio la matrice urban, dando il LA alla formazione di un’intera generazione di artisti di grande valore e di ancor più grandi numeri.
Per quanto riguarda i dischi, l’ultima posizione non citata, la terza, appartiene a Ghali con il suo “DNA”, un disco in cui il rapper di origini tunisine segna sul terreno in maniera ancora più marcata, una linea che lo separa dal resto della ciurma; il suo impegno sociale misto ad una voglia di esplorare tutti gli angoli più remoti del suo genere lo porta ad essere uno degli artisti dal futuro più luminoso.
Discorso diverso per le canzoni più ascoltate, dove entrano in gioco i tormentoni estivi, vizietto all’italiana difficile da estirpare dalla nostra cultura; primo posto infatti per “Mediterranea” dell’ex “Amici di Maria De Filippi” Irama, segue in seconda posizione “Good Times” di Ghali, in terza “M’ Manc”, la hit prodotta da Shablo, uno dei nuovi vate del rap italiano, in featuring con Geolier e Sfera Ebbasta. Completano la top five italiana “A Un Passo Dalla Luna ” di Ana Mena e Rocco Hunt, e “blun7 a swishland” di tha Supreme.
I tre artisti internazionali più ascoltati in Italia nel 2020 su Spotify sono Ozuna (sedicesimo posto), J Balvin (diciottesimo) e Travis Scott (diciannovesimo), mentre, a livello globale, gli artisti Italiani più ascoltati del 2020 sono Meduza (crew di dj di adozione londinese) e Laura Pausini, ancora tra le artiste più amate nel continente sudamericano.
A proposito di donne, Spotify ci comunica anche che in un panorama musicale rosa quasi moribondo in cui le donne si contano davvero sulla punta delle dita, la più ascoltata nel nostro paese è Elodie, seguita da Dua Lipa, Billie Eilish e Ana Mena, per trovare un’altra italiana serve arrivare alla quinta posizione, occupata da Elisa, una cantautrice che, comunque, si è ampiamente “sporcata le mani” con collaborazioni con alcuni dei più importanti rapper della nostra scena. Un primato poi se lo porta a casa anche Fedez, si tratta di quello per il podcast più ascoltato che è il suo “Muschio Selvaggio”, condotto assieme allo youtuber Luis Sal, seguono il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia e quello del programma radio La Zanzara.