L igabue festeggia trent’anni di carriera mandando sempre avanti la controfigura del cantautore che tanto amammo a cavallo tra i due millenni. Ritorno agli inediti per i romani Tiromancino con un brano estremamente raffinato; da Roma viene anche Fulminacci che si conferma uno dei cantautori più interessanti di oggi ma, soprattutto, di domani. Selton e Willy Peyote si divertono un po' assieme mentre i trapper FSK SATELLITE provano a disegnare nuovi contorni punk della trap con ottimi risultati. Chicca della settimana il disco del rapper casertano Masamasa.
Ligabue – “La ragazza dei tuoi sogni”: Non sappiamo cosa abbia fatto Ligabue, ma speriamo che con questo brano la sua donna l’abbia perdonato. In tutta onestà non vediamo altra utilità per questa canzone nella quale ritroviamo sempre quel famoso signore uguale spiccicato a Ligabue, con la stessa identica voce, che gioca ad imitare quello vero. Ligabue quest’anno festeggia i trent’anni di carriera, noi, non ne abbia a male, gliene concediamo esattamente la metà, da “Ligabue” del 1990 a “Nome e cognome” del 2005, poi per quanto ci riguarda abbiamo perso le tracce e stiamo lì come Penelope ad aspettare che si faccia nuovamente vivo, proprio perché lo stimiamo, proprio perché gli vogliamo bene, proprio perché cavolo se avremmo bisogno di vederlo tornare.
Tiromancino – “Finché ti va”: basta ascoltare una canzone del genere per ricongiungersi alla musica italiana, quella scritta come si deve, composta come si deve. I Tiromancino, correndo alle volte e zoppicando altre, stanno comunque in piedi da una trentina d’anni, tempo che hanno impiegato per mettere insieme un repertorio di raffinatissima qualità, “Finché ti va” è una perla che sta nella stessa collana. Se i presupposti sono questi non vediamo davvero l’ora di affondare le orecchie nel prossimo album, perché abbiamo bisogno di qualità, anzi, ci accontenteremmo anche della decenza, ma parliamo di musica e ci piace sognare. Bentornato Zampagliò.
Fulminacci – “Canguro”: Fulminacci, nonostante la giovane età, forse il più maturo, centrato di tutta questa nuova generazione di cantautori del panorama indi(e)pendente, torna agli inediti. Il brano, segna un ulteriore passo in avanti dell’artista romano in un percorso che risulta piuttosto nitido, antico, anzi all’antica, e sia preso come un enorme complimento. Infatti Fulminacci non ha bisogno di mostrare i muscoli su Instagram, non ha bisogno di vendere la propria opera sui social come se fosse appendice sacrificabile del proprio personaggio, un po' insomma quello al quale ci siamo ormai ingiustamente abituati; Fulminacci preferisce far parlare la propria musica, come si faceva una volta, quando non prestavamo il fianco a quei social che nemmeno esistevano e che poi si sono divorati il mercato; quella stessa musica che risulta profonda, toccante, onesta, mai artefatta. “Canguro” ne è un perfetto esempio, il ragazzo di Roma identifica nella figura del marsupiale quel mostro che ci portiamo dentro e che ci scombussola la rotta quando insiste, inutilmente, a saltarci incontrollabile tra i pensieri. Per farla semplice: come nella vita, esistono i cantautori da una botta e via, avremmo potuto utilizzare la metafora astronomica della meteora ma questa ci sembra più azzeccata; e poi ci sono i cantautori veri, i grandi amori, quelli che ci sposiamo, quelli che con musica e parole ti tirano per i capelli quando ti passa per la testa di prostituirti a quel sound stonato e sempliciotto che tanto va per ora. Ecco, per quanto riguarda Fulminacci non c’è nemmeno bisogno di metterlo davanti al bivio, la strada è una soltanto ed è la seconda; rende tutto facile, basta starsene seduti ad ascoltare mentre lui non ne sbaglia una. Una bomba di canzone.
Selton feat. Willie Peyote e Emicida – “Fammi scrollare”: Divertissment tra i brasiliani adottati da Milano Selton e Willie Peyote, forse il più estroso giocoliere di parole del panorama rap italiano. Il tema è ultramoderno, ben poco romantico, sembra quasi risultato di una sonora bevuta finita in sala di registrazione. Sarà questa idea o sarà che sia Selton che Peyote sono tra le più interessanti realtà della nuova musica italiana, ma ci è molto piaciuta. Ad accompagnarli Emicida, che se a noi dice poco in Brasile è una star, basta andare a cliccare qualche suo brano per capire perché. Alla fine, comunque, l’unica nota negativa è pensare di non aver partecipato a quella serata.
FSK SATELLITE – “Padre, figlio e spirito”: L’attacco del disco della formazione formatasi appena tre anni fa in quel di Venosa, provincia di Potenza, con la title track è quasi illuminante, quasi entusiasmante; che la trap, musicalmente e concettualmente, possa fondersi con il punk, possa divenirne nuova espressione, nuova declinazione? Non siamo in grado di capire quanto di quello che ci abbiamo visto noi è stato messo nel brano con senso logico dalla crew, ma quel brano in particolare ci è molto piaciuto, compreso l’italiano smorzato e incomprensibile, le grida smisurate e totalmente folli. L’album poi, al netto di brani comprensibilmente minori, presenta ottime produzioni come “Husky”, “Asso di bastoni” e “Top Gun”; in “Soldi sulla carta”, cantata in featuring con Sfera Ebbasta e prodotta da Charlie Charles, provano pure a rendere la trap melodica, ma i risultati sono scarsetti; molto meglio il feat. con Chief Keef, trapper americano da 5 milioni di ascolti mensili su Spotify.
Mecna – “Vivere”: Questo rap “poppato” andava molto forte una volta, oggi meno, ma è stato un errore dimenticarcelo perché, per esempio, l’EP di Mecna dal titolo “Vivere” è un ottimo lavoro, brani che si fanno ascoltare e che suonano benissimo alla luce delle ‘scoperte’ in termini di sound degli ultimi anni. Ritorno al futuro.
Vale Lambo – “’Nfaccia”: Non c’è niente da fare, l’incontro tra il dialetto napoletano e il rap è felice quanto quello del mare con la spiaggia, delle fave col pecorino, di Oliver Hutton e Tom Becker, in campo e, è evidente, non neghiamocelo, l’abbiamo pensato tutti, anche nel cuore di Tom. Le motivazioni sono immediate, scontate, la musica non viene utilizzata come valvola di sfogo alpha per mostrare i muscoli e ingozzare una cultura machista che ha già nauseato e annoiato; la musica serve a dire qualcosa, suona più autentica, come una fuga da qualcos’altro. Da non perdere.
Masamasa – “Fernando Alonso”: Rap vagamente acerbo ma intrigante. Masamasa, rapper casertano, si diverte, esplora tutte le possibili declinazioni del genere con l’affascinante sbruffonaggine di un Fernando Alonso al volante (da qui il titolo); l’immagine è calzante, Masamasa prende le curve a 200 all’ora, rischia, se ne sbatte e, grazie a questo espediente, riesce a tirarti dentro ad un disco che si fa ascoltare, incuriosisce. Spregiudicato, ci piace.