L a Fase 2 non ha portato con sé le risposte che in molti si aspettavano e uno dei settori del quale si sta parlando poco o niente o male è la musica. Vi immaginate un mondo senza concerti? Fareste bene a farci un pensierino perché con ogni probabilità, per la salvaguardia di tutti, è ovvio, quel che resta del 2020 sarà triste così.
Questo crea un problema notevole proprio ad una ramificazione del settore musicale che era in grande ripresa: il live. L’impossibilità del realizzare concerti, infatti, lascia a casa un’intera categoria di lavoratori “invisibili”. Invisibili perché si tratta di quelli che non vediamo ma che ai concerti stanno dietro le quinte e alla fine "offrono" lo show. Invisibili, soprattutto, perché non sono ufficialmente inquadrati, lavorano “a chiamata”, molto spesso in nero, e oggi agli occhi dello Stato sono praticamente inesistenti.
Una soluzione per aiutarli forse l’ha trovata Spotify, la più popolare tra le piattaforme per l’ascolto della musica in streaming. L’app è riuscita a trovare un compromesso tra il supporto fisico e lo scaricamento illegale della musica. L’iniziativa “Spotify COVID-19 Sosteniamo la Musica” prevede una collaborazione con l’industria musicale per portare soluzioni a sostegno degli artisti e della comunità di creatori maggiormente colpiti dagli effetti del virus.
L’iniziativa è stata pensata dalla sede centrale di Spotify e la filiale italiana non ha tardato a mettersi in moto superando il primo ostacolo fondamentale: a chi affidare questi fondi raccolti, a quale entità ci si può affidare per raccogliere sotto un’unica ala tutti quei lavoratori del settore musicale che per molti mesi resteranno senza alcuna entrata.
La ricerca si è conclusa puntando su Music Innovation Hub, un’impresa sociale che, come si legge sul sito, “crede nella musica come strumento di emancipazione, inclusione ed integrazione, forma espressiva in grado di sprigionare nuove energie e rompere barriere sociali”.
La cosa funziona più o meno così: per ogni euro donato a MIH attraverso la pagina “Spotify COVID-19 Sosteniamo la Musica”, Spotify ne donerà un altro, fino a un totale complessivo di 10 milioni di dollari a livello globale. Per entrare più nel dettaglio abbiamo sentito Federica Tremolada, Managing Director Southern and Eastern Europe di Spotify.
“Quella che viene lanciata oggi è la localizzazione di un progetto che Spotify ha lanciato a livello internazionale e che abbiamo adattato poi in Italia. Spotify mette a disposizione un fondo per poter supportare il mondo della musica data l’emergenza coronavirus. Noi, appena abbiamo sentito di questa opportunità, ci siamo immediatamente mobilitati, perché l’Italia è stato uno dei paesi più impattati e di conseguenza riuscire a supportare, non solo gli artisti, i musicisti, ma l’intero indotto della filiera musicale, per noi è stato immediatamente uno dei primi obiettivi”
Da oggi @SpotifyItaly grazie a #MusicInnovationHub mette a disposizione dei professionisti della musica in Italia il progetto Spotify COVID-19 Sosteniamo la musica. Per ogni $ donato, Spotify ne donerà un altro fino ad un totale di 10 milioni di $ per https://t.co/3gj34hzMIR
— Federica Tremolada (@Ninamyers) May 7, 2020
Come mai il coinvolgimento proprio di Music Innovation Hub?
“Come accade in queste occasioni alle volte c’è la disponibilità per donare ma non è sempre facile fare arrivare le donazioni, ci siamo attivati subito per identificare quale poteva essere il partner migliore, prima di tutto verificato, serio, che lavorasse nel mondo della musica e dall’altra parte che ci permettesse di impostare un meccanismo di donazioni”
Voi in realtà potreste essere stati i primi a dare una risposta concreta dato che molti si chiedevano come si potesse aiutare questa categoria. E voi avete trovato Music Innovation Hub
“Ci piace anche un po' il fatto che Music Innovation Hub sia un’impresa sociale, il braccio operativo di tante attività che si sentono nominare spesso nel mondo della musica come, per esempio, la Milano Music Week; si tratta di un contenitore di tante attività, di formazione, di networking per tutte le persone che sono immerse nel mondo della musica, non solo artisti e musicisti, ma è in grado di raggiungere tutte le persone che ruotano attorno a questo mondo”
Loro in pratica riceveranno questi fondi da Spotify e poi li redistribuiranno a tutti quei lavoratori dello spettacolo secondo una determinata selezione. È corretto?
“Essendo un’impresa sociale, questa attività è aperta a tutte le persone che faranno l’applicazione, ovviamente ci saranno dei criteri per evitare che categorie che già ricevono degli altri fondi abbiano accesso a questo tipo di risorse che noi vogliamo mettere a disposizione proprio per chi non ha alcun tipo di entrata ed è maggiormente impattata. Specie la parte degli eventi dal vivo, i concerti, che sono le attività che non solo sono state cancellate fin dall’inizio ma soprattutto non potranno riprendere in futuro e necessitano maggiormente di un supporto. Quello che Music Innovation Hub rappresenterà sarà un comitato operativo perché, in quanto impresa sociale, sono abilitati a ricevere donazioni e hanno creato un regolamento disponibile sul loro sito che permette poi di andare a redistribuire i soldi con un criterio trasparente, efficace ed equo”
Avete pensato in questo periodo, dato lo stop alla musica, ad un aumento delle percentuali che date agli artisti che stanno su Spotify per i loro ascolti?
“I nostri accordi riguardo lo streaming continueranno a rimanere quelli che sono in essere, di conseguenza non ci sarà una differenza nel modo in cui lavoriamo con gli artisti, questo è un modo che Spotify sta mettendo in azione in tutti i paesi, soprattutto quelli maggiormente impattati, per poter raggiungere in particolare gli artisti che in questo momento hanno una necessità e che magari non sono altrettanto supportati attraverso altri tipi di categorie imprenditoriali. Lo streaming continua ad essere una fonte di ricavo di entrata per tutti gli artisti che stanno all’interno di Spotify e che operano all’interno del mondo dello streaming. Tra l’altro abbiamo messo a disposizione anche un’altra funzionalità dove gli artisti possono richiedere l’introduzione di un ‘bottone’ che permette agli utenti di fare una donazione a se stessi o ad un altro artista o a un fondo come ‘Spotify Covid Sosteniamo La Musica’”
Questa iniziativa in altri paesi è già partita, esatto?
“Si, in altri paesi è già partita e in altri paesi partirà. Noi ci siamo attivati immediatamente, i tempi poi sono diversi perché l’adattamento locale dipende da quali partner coinvolgere, noi siamo particolarmente fieri perché siamo riusciti ad aggiungere, oltre a Music Innovation Hub, che ci sta supportando in tutta la parte di gestione del fondo, anche altri partner istituzionali che ci aiuteranno nella comunicazione attraverso i loro network, per raggiungere il maggior numero di persone che gravitano attorno a questo mondo. Ci siamo dovuti strutturare e, vista l’importanza del progetto, volevamo avere dei partner istituzionali che ci aiutassero a lanciarlo, perché lanciarlo senza avere una sorta di supporto intorno, rischiava di partire un pochino più lentamente. Abbiamo anche il supporto di Milano Music Week e del Comune di Milano, che ci fa particolarmente piacere perché Milano è la capitale della musica”
Ma secondo i vostri dati, durante questa quarantena, gli italiani hanno ascoltato la musica?
“Normalmente non citiamo i dati pubblicamente, paese per paese, nell’ultima comunicazione che abbiamo fatto si legge di un iniziale declino dei numeri ma anche che passati i giorni iniziali il trend è ricominciato a crescere. Quello che noi stiamo vedendo è che proprio i trend si sono modificati, non essendoci più una routine in cui esco di casa, vado a lavoro, vedo gli amici, torno a casa…le abitudini di ascolto si sono modificate. Ci sono ascolti oggi che magari avvengono in momenti diversi della giornata e magari su piattaforme diverse che prima venivano utilizzate di meno, come ad esempio da casa, con le tv connesse, la musica ascoltata in macchina, per esempio, che è uno degli utilizzi sul quale stiamo scommettendo maggiormente, ovviamente cala, ma viene compensato da altri tipi di ascolti. In generale il trend comunque è in ripresa”.