I Subsonica propongono al pubblico un album strumentale, male Britti, ottimi i Canova e Ghemon, Venerus si conferma una promessa, ANNA e Madame conquistano la scena rap, chicca da TROPICO, sorpresa ARIETE. A voi le recensioni delle uscite della settimana.
Subsonica – “Mentale strumentale”
La storia è questa: nel 2004, i Subsonica sono in rotta con la loro etichetta discografica, le catene stanno strette, e come potrebbe essere altrimenti per quei matti che provengono da cantine e garage che, perlomeno idealmente, non hanno mai davvero abbandonato? Come potrebbe essere diversamente per chi ha un’idea così precisa della propria musica? Allora decidono di proporre un disco strumentale, questo, che l’etichetta in questione ovviamente rifiuta. Chi ama i Subsonica è abituato a sentirli anche in versione strumentale, d’altra parte la sperimentazione è il loro pane quotidiano, ma “Mentale strumentale” è qualcosa in più, suona quasi come un grido forte e preciso, una dichiarazione di intenti selvaggia: non si cala la testa davanti a nessuno, non tradiamo noi stessi, non tradiamo chi ci segue, non tradiamo la nostra musica. Coraggioso ed ammirevole.
Alex Britti – “Una parola differente”
Il testo si apre con un pensiero del tutto plausibile: “Com’è difficile rimanere originali mentre tutto scorre ad alta velocità”. Alex Britti avrebbe la possibilità, in scioltezza, di portare a spasso il suo talento in luoghi che gli competono decisamente di più, luoghi che vanno meno di moda, meno pop, ok, ma più centrati rispetto alla sua essenza artistica. Gli anni delle hit estive sono stati simpatici, ci siamo tutti molto divertiti, ok, ma adesso vederlo inseguire sound da giovinastri buoni solo a lucidargli le corde della chitarra è alquanto deprimente. Perché non trovare qualcuno che gli presti parole più impegnate da adagiare su una musica che rispecchi in maniera più cristallina la profondità della musica che sappiamo è in grado di comporre?
Canova – “Never”
Sembra risalente a ieri la felice scoperta di “Avete ragione tutti”, l’album con il quale i Canova, band in mezzo a quell’orda scoordinata di nuovi cantautori tutti in qualche modo somiglianti a se stessi, si presentavano al grande pubblico. E invece “Never” è il terzo singolo che anticipa il terzo album, il terzo tassello che già ci fa intuire qual è il disegno che si nasconde dietro il puzzle. Andando avanti nella carriera ci si può impegnare in sperimentazioni più o meno azzardate per diversi motivi: per cercare se stessi, per la feroce volontà di crescere, per sfizio, per chiedere di più al proprio talento, per dimostrare di valere più della luce di un lampo; nessuna opzione risulta sbagliata se tutto viene fatto con profonda onestà e professionalità, cosa che ai Canova di certo non manca; anzi, continuano a dimostrare di essere forse la band più solida e centrata del nuovo panorama musicale italiano. “Never” è una ballad matura dalla struttura complessa, in certi frangenti struggente. Ci siamo, come al solito.
Ghemon – “Scritto nelle stelle”
Dire che Ghemon merita di essere considerato un artista estremamente raffinato, non fa cadere la mascella a terra a nessuno. “Scritto nelle stelle” ci dice questo. È un album che scorre via liscio e piacevole dalle orecchie alla gola. A fare i rompiscatole bisogna dire che manca qualche lampo di cui siamo ormai certi Ghemon è capace, “Rose viola” e “Un temporale” d’altra parte non sono brani che si scrivono da soli, tutto suona bene ma non in maniera epica, nessun brano lascia quella sensazione di aver ascoltato qualcosa di memorabile, seppur “Inguaribile e romantico” sia un pezzo di assoluto valore, forse un gradino in più degli altri. Apprezzabile anche se curiosa la scelta, evidente, di non inseguire affatto il sound che “va” in questo momento, buttandosi su una sorta di R&B anni ’90 che però ha lo svantaggio di risultare vagamente demodè, e non sia mai preso come un qualcosa di negativo.
Venerus – “Canzone per un amico”
Venerus è presente e futuro, delicatezza ed energia, contemporary R&B e cantautorato. Le sue produzioni sono piccole perle che ci dimostrano che esiste un modo di essere moderni senza essere banali, romantici senza essere smielati, pop senza rinunciare alla qualità. Si ascolta la sua musica e non ci si stanca mai, e non si smette mai di stupirsi. “Canzone per un amico” è l’ennesimo pezzo di un repertorio ancora povero ma tutto, davvero tutto, molto bello.
ANNA, MadMan e Gemitaiz – “Bando”
C’è da dire che “Bando”, il brano che sta sparando la sedicenne ANNA in cima ad ogni classifica possibile, già è una bomba di suo. Questa nuova versione in cui la giovanissima è accompagnata da due giganti del rap come MadMan e Gemitaiz rappresenta giusto la spada sulle spalle, la benedizione reale. Che poi andrà meritata sul campo di battaglia, è ovvio, ma, certo, avere un orecchio del genere per produrre un brano così centrato rispetto a dove sta andando a parare la musica, in Italia e nel mondo, è roba da talenti veri.
Madame – “Sentimi”
Madame è moderna, offre esattamente ciò che il pubblico, specie più giovane, desidera sentire in questo momento. Per questo quella che ora sembra un’esplosione non è niente rispetto al terremoto che provocherà nella musica. È scritto.
Sofia Tornambene – “Ruota panoramica”
La giovanissima Sofia Tornambene è brava nonostante tutto. Nonostante l’essere un ex concorrente di un talent, cosa che nella stragrande maggioranza dei casi le carriere invece di lanciarle le distrugge; nonostante vogliano incorniciare il suo talento cristallino, ampiamente dimostrato durante l’ultima stagione di X-Factor, in produzioni troppo cool, troppo moderne. La giovanissima Sofia non è così, è più incline alla melodia nuda e cruda, che può risultare a tratti anche odiosa, irritante, anche a chi vi scrive (la strada, per dire, è quella delle Laura Pausini, che non è esattamente protagonista delle playlist da queste parti) ma è più importante, specie in giovane età, capire che prima ancora dell’intonazione, della produzione, del talento, viene l’onestà. Detto ciò “Ruota panoramica” si fa ascoltare, ma una volta, poi passiamo ad altro. “A domani per sempre” è canzone di un altro pianeta.
Emanuele Colandrea e Roberto Angelini – “I miei amici immaginari”
Emanuele Colandrea è uno dei più sottovalutati cantautori italiani, se “I miei amici immaginari” non è la prima canzone che consiglieremmo su due piedi per farlo conoscere (forse andremmo a cliccare play su piccole perle come “Piazza di provincia” o “Senza niente addosso”, a proposito, consigliatissime) questo lavoro con Roberto Angelini, musicista dallo spessore immenso, non fa che confermare che c’è chi ancora si ostina, nonostante il mercato strizzi l’occhiolino al minimalismo estremo, quello che sfiora l’assenza, a provare ad andare oltre, a dire qualcosa. E noi siamo contenti ci sia.
TROPICO – “Egotrip”
È difficile per un artista comporre brani e non sbagliarne mai nessuno, mantenere sempre un certo spessore, lui ci riesce con una scioltezza disarmante. Nella sua biografia su Spotify di se stesso dice: “Cantante. Autore. Scrivo. Suono. Parlo poco. Vaffanculo”, non sarà esattamente il messaggio più mainstream della storia ma rende abbastanza bene l’idea. Fare musica, ridurre a zero la rappresentazione di altro, quella narrazione talmente di flusso che poi sembra togliere idee ed energie per andare al sodo e produrre musica decente. “Egotrip” è la prova che non è passato il tempo in cui le persone producono buone canzoni, è passato il tempo in cui vengono proposte al grande pubblico. Ma basta cercare bene.
ARIETE – “Amianto”
Terzo singolo in assoluto per questa ragazza dalla voce accattivante, che ci aiuta anche a spiegare cosa cerchiamo quando parliamo di nuove voci femminili. Esattamente questo. Da consumare di ascolti.