A un mese dall'avvio dell'atteso festival musicale Eurovision, tornano a farsi sentire i tamburi di guerra tra Russia e Ucraina. L'emittente televisiva russa Channel One ha annunciato che non parteciperà al concorso canoro Eurovision né lo trasmetterà a causa dell'esclusione imposta da Kiev della concorrente russa, la cantante Julia Samoylova, a causa della sua esibizione in Crimea nel 2015, l'anno dopo la contestata annessione della penisola ucraina da parte della Russia.
Che cosa è Eurovision
Nei primi anni di vita veniva chiamato anche “Eurocanzone”, termine che è stato usato in Italia anche di recente con significato spregiativo (da chi considera la rassegna vecchia e obsoleta). Si tratta del più grande concorso europeo di canzoni e programma televisivo non sportivo più seguito al mondo, nato nel 1956 per iniziativa della EBU (European Broadcasting Union), l’ente che riunisce le tv pubbliche europee (quindi anche la RAI che vi ha preso parte ininterrottamente sino al 1980. Successivamente ha partecipato dal 1983 al 1989 e negli anni 1990, 1991, 1992, 1993 e 1997. Dopo dieci anni di assenza, l’Italia è tornata a partecipare nel 2011 quando si piazza a sorpresa seconda con Raphael Gualazzi.
L'Italia all'Eurovision
L'Italia ha vinto una sola volta, nel 1964, e si è piazzata una volta seconda e tre volte terza:
- Hilversum 1958 – Domenico Modugno, “Nel blu dipinto di blu” - Terzo
- Londra 1963- Emilio Pericoli, “Una per tutte” - Terzo
- Copenaghen 1964 – Gigliola Cinquetti, “Non ho l’età” - Prima
- Londra 1974 – Gigliola Cinquetti, “Si” - Seconda
- Stoccolma 1975 – Wess e Dori Ghezzi, “Era”
- Zagabria 1990 – Toto Cutugno, “Insieme: 1992” - Primo
- Düsseldorf 2011 – Raphael Gualazzi, “Madness of love“ - Secondo
L'ingresso nella regione attraverso la Federazione russa è considerato illegale in base alle leggi ucraine e a marzo il servizio d'intelligence di Kiev aveva annunciato l'esclusione dell'artista dal concorso.
La 62esima edizione della kermesse si terrà il 13 maggio a Kiev, patria della vincitrice dell'anno scorso, quella Jamala, tatara di Crimea che con la sua canzone '1944' sulle deportazioni di massa ordinate da Stalin aveva già suscitato pesanti frizioni con Mosca, in una delle edizioni più politicizzate di sempre. Ogni anno in 180 milioni si sintonizzano per guardare il concorso musicale che coinvolge cantanti da una quarantina di Paesi, principalmente europei.
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Gli organizzatori del festival avevano proposto alla Russia di far gareggiare da remoto la cantante, bionda 28enne nata a Ukhta, costretta su una sedia a rotelle a causa della atrofia muscolare spinale, o eventualmente di inviare un'altra artista, ma Mosca ha rifiutato entrambe le opzioni.
Il direttore di Eurovision, Frank Dieter Freiling, ha fatto sapere di "condannare duramente la decisione delle autorità ucraine di imporre un bando a Julia Samoylova, riteniamo che danneggi profondamente l'integrità e non la natura non-politica del concorso e la sua missione di far gareggiare insieme tutte le nazioni in una competizione amichevole".