F orse la meravigliosa idea di un ritorno al Festival le è venuta durante le ultime tre edizioni di Sanremo, alle quali ha partecipato, ma a modo suo, in voce e ologramma negli spot dello sponsor Tim. Quello del 2018, in qualche modo presago, la ritraeva in versione digitale nelle vesti di comandante di una nave spaziale che viaggiava verso la Terra e il Festival di Sanremo.
Mina però manca dalla gara sanremese dal 1961, quando, secondo i pronostici era destinata alla vittoria con i suoi due brani “Io amo tu ami”, e “Le Mille bolle blu” ma arrivò solo quarta e quinta, ci rimase malissimo e annunciò che non avrebbe più partecipato a gare canore. Così fece, per poi eclissarsi divisticamente dalle scene 41 anni fa nel ’78, dopo l’ultimo concerto alla Bussola, mentre la sua ultima apparizione tv è di quattro anni prima, a Milleluci con Raffaella Carrà e la sigla finale che era tutto un programma: “Non gioco più”.
Ma adesso, forse perché quello della prossima edizione sarà il settantesimo festival di Sanremo e quello degli 80 anni dell’artista, e cabalisticamente i numeri contano parecchio, a Mina non dispiacerebbe tornarci. Non sul palco, non esageriamo, ma da direttore artistico. L’ha fatto sapere tramite suo figlio Massimiliano Pani, suo produttore e ormai portavoce che in un’intervista al Messaggero ha lanciato la bomba musical-mediatica su un suo possibile ruolo organizzativo: "Se la Rai le chiedesse di scegliere i brani in gara, e le permettesse di mantenere la sua visione artistica, credo proprio che accetterebbe”, ha dichiarato. Chiarendo (e forse pensava alla vittoria di Mahmood nell’ultimo festival) la cultura musicale, molto contemporanea, della madre: “Ha collaborato con Mondo Marcio (già cinque anni fa prima di duettare con il rapper quest’anno in “Angeli e demoni” ndr) e con gli Afterhours, quando non erano così mainstream”.
Una clamorosa apertura la sua, che ha ovviamente mandato in fibrillazione il mondo della musica, dello spettacolo e fatto alzare le antenne alla Rai, che tra uno o due mesi comincerà a metter mano alla complessa macchina dell’evento sanremese, stabilendo anche chi si metterà al timone governato da Claudio Baglioni nella scorsa edizione. Si era parlato di Carlo Conti, poi di Amadeus nel doppio ruolo di conduttore e direttore artistico, ma finora sono solo voci catalogabili come boatos.
Intanto il 6 e il 7 maggio l’ad dopo le polemiche dell’ultimo festival sulle varie giurie, terrà un incontro collegiale a Milano con esperti del settore, tra cui spiccano Caterina Caselli e Filippo Sugar, titolari dell’omonima etichetta discografica ed Enzo Mazza, presidente della Fimi, la federazione delle imprese di musica.
Ma intanto, in questa metà di aprile regna un’esaltazione generale da probabile sbarco della marziana Mina sulla terra sanremese. Una fibrillazione tale che ha portato Pani a chiarire che la candidatura della mamma alla direzione artistica rientrava in una lunga conversazione con Il Messaggero sulle nuove realtà musicali, era solo insomma un’affermazione in linea di principio e che con la Rai non c’era stato nessun contatto.
Ma essendo noto che il figlio di Mina con la comunicazione ci sa fare parecchio e non dichiara nulla a caso, un risultato (parziale) l’ha subito ottenuto da viale Mazzini. La Rai andrà a vedere le carte della diva: “Mina è Mina, e di fronte a un'apertura come questa manifesto tutto il mio interesse e quello dell'azienda” ha dichiarato l’ad Fabrizio Salini al Messaggero.
“Chiamerò Massimiliano Pani nei prossimi giorni per dirgli che siamo ovviamente disponibili, per uno o più incontri, per ascoltarlo e ragionare sul futuro del festival". Ovviamente, prima di pensare all’eventuale cachet e alla carta bianca concessa alla potenziale direttrice artistica, sia in Rai sia nel mondo della musica si ragiona su un nodo fondamentale: su quanto l’icona dell’invisibilità
a cui Gino Castaldo ha dedicato il capitolo “La sparizione di un mito” del suo “Romanzo della canzone italiana” (Einaudi) sia disposta ad esporre se stessa, con un dietrofront rispetto alla scelta estrema dell’assenza fisica, essendo certamente complicata una direzione artistica a distanza. Ce la farebbe l’artista che ha venduto 150 milioni di dischi in tutto il mondo a lasciare il suo quieto rifugio svizzero mettendosi al centro della scena sanremese?
In attesa di sviluppi si stanno già creando le due squadre dei favorevoli e contrari. Tra i primi spicca il conduttore di Tv Talk Massimo Bernardini, che su Huffington Post si dice sicuro che “la signora”, come Massimiliano Pani chiama Mina, sarebbe una bomba a Sanremo “perché è la più ventenne dei settantenni in circolazione, perché si è sempre stufata in fretta di ogni mainstream, perché è curiosa e setaccia da anni tutto il meglio della musica per portarsene a casa un pezzetto, cerca il talento e lo trova, come una rabdomante”.
Tra i totalmente contrari si distingue la pagina Facebook del Mina Fan Club, con Marcello Pettinelli che scrive: "Mina, ti amo. Non lo fare!”. Mentre a spegnere gli entusiasmi ci pensa su Twitter l’ex direttore di Raiuno Giancarlo Leone. E’ sicuro che di fronte a un impegno ciclopico come quello da direttore artistico, una carica che “supera di gran lunga la notorietà di quasi tutti i ministri del governo, è più esposta rispetto al ruolo di allenatore della nazionale di calcio e comporta un’ attività che ricorda molto da vicino l’impegno per la scalata dell’Himalaya” Mina di fronte a una chiamata di Sanremo risponderà come Nanni Moretti in “Ecce Bombo”: cioè “Andate, andate, vi raggiungo dopo”.