Articolo aggiornato l'11 febbraio 2017 alle ore 12
La formula inglese è "secondary ticketing" ma in Italia siamo abituati a parlare di "bagarinaggio", ovvero la pratica di accaparrarsi una quantità più o meno ingente di biglietti per un evento per poi rivenderli a un prezzo maggiorato, soprattutto in caso di tutto esaurito. I bagarini della vecchia scuola si aggirano di fronte all'entrata dei palazzetti cercando di piazzarli agli astanti in fila. Quelli 2.0, ormai la stragrande maggioranza, preferiscono invece i canali digitali. E online non è sempre facile, soprattutto per i navigatori più sprovveduti, distinguere da un annuncio di vendita legittimo (anche se proveniente comunque da un rivenditore) da uno illegale. Per questo Google, il 7 febbraio, ha deciso un giro di vite, fissando degli standard che i rivenditori dovranno rispettare per poter pubblicare il loro annunci sulle piattaforme di Mountain View.
"Tutti i rivenditori siano certificati"
“Molte attività vendono i propri biglietti direttamente, mentre altre si servono di rivenditori”, spiega David Graff, Senior Director, Trus & Safety, Global Product Policy. “Purtroppo, gli annunci di alcuni rivenditori non sono abbastanza trasparenti sui costi e sulle commissioni, così come sulla relazione che intercorre tra loro e chi organizza l’evento. La mancanza di trasparenza può ridurre la fiducia nella vendita di biglietti online e rende più difficile per le attività legali raggiungere gli utenti interessati”.
Pertanto “gli standard diventeranno più stringenti e chiederemo a tutti i rivenditori di biglietti di essere certificati e di aumentare il loro livello di trasparenza in modo sostanziale. Questo permetterà agli utenti di avere informazioni più chiare su chi rivende il biglietto e sul costo di quest’ultimo”.
Per avere la certificazione, i rivenditori dovranno chiarire di operare sul mercato secondario, indicare i possibili sovrapprezzi e il valore nominale del biglietto, nonché specificare la composizione del prezzo totale, le tasse e le commissioni.
In Italia, vedremo più avanti, la guerra al bagarinaggio online è ancora più difficile. Per via di una legge, meglio, di un comma di una legge, che lo rende in molti casi perfettamente legale. Ma andiamo per ordine.
Nel video, Stefano Lionetti, ad di TicketOne, al dibattito su Secondary Ticketing organizzato a Sanremo dalla SIAE.
Un giro d'affari da 8 miliardi di dollari
Ma quali sono le dimensioni del fenomeno in Italia? La Siae ha dedicato al secondary ticketing un vero e proprio "libro bianco" che si apre con alcune delle testimonianze raccolte grazie alla casella di posta nosecondaryticketing@siae.it, che ha consentito la raccolta di una serie di informazioni - spesso documentate - che, unite alle rilevazioni ed ai controlli operati nel tempo dalla società, hanno fornito un quadro pressoché esaustivo del fenomeno del bagarinaggio 2.0. Attraverso la voce degli spettatori si è quindi "delineato un vero e proprio sistema che, sfruttando la loro passione, tende a incrementare fino a dieci volte il prezzo inizialmente fissato per la partecipazione all’evento".
I principali siti di secondary ticketing, emerge dal rapporto, hanno base all’estero, per un volume d’affari globale stimato intorno agli 8 miliardi di dollari. I brand più famosi sono quelli di Viagogo, Seatwave, Ticketbis e Mywayticket. "E l'Italia sembra essere uno dei mercati più promettenti", sottolinea la Siae, "non crediamo sia un caso che, ad esempio, eBay abbia investito per acquisire, attraverso il suo StubHub, la piattaforma di secondary ticketing Ticketbis". "Alcuni operatori del mercato tendono a sminuire il fenomeno, adducendo che questo interessi non più di una ventina di concerti sold out", aggiunge la SIAE. Ma così non è: "Ciò che ormai si verifica è che, dopo pochi minuti dall’apertura delle vendite, i biglietti risultano tutti venduti.
Quasi in contemporanea - in alcuni casi anche prima dell’apertura della vendita ufficiale - sui siti di secondary ticketing risultano in vendita numerosissimi biglietti per i medesimi eventi a prezzi maggiorati rispetto a quelli previsti e praticati nel mercato ufficiale: più è sostenuta la domanda per quell’evento a fronte di una offerta limitata (vincolata dal numero di posti disponibili nel luogo dell’evento), più il biglietto acquista valore e viene rivenduto da 3 fino a dieci volte il prezzo nominale". E, tra gli sfoghi raccolti di Siae, non manca chi ipotizza che siano gli stessi organizzatori a destinare parte dei biglietti al mercato secondario.
Nel video, Fabio Zaffagnini, Rockin' 1000, al dibattito su Secondary Ticketing organizzato a Sanremo dalla SIAE.
Ma tecnicamente come funziona?
Attraverso l’uso di Bot ed inserendosi sul sito della biglietteria ufficiale, un soggetto riesce a far incetta di biglietti: biglietti che, successivamente, rivende a prezzi maggiorati sui siti di secondary ticketing (o sui social). È facile trovare in rete, al costo di migliaia di euro, programmi che consentono di bypassare le protezioni di TicketOne e comprare qualsiasi numero di tagliandi all’apertura della vendita degli stessi, in tempo pressoché zero. Eccone un esempio. E basta cercare "TicketOne bot" su Google per trovarne altri.
Su uno dei siti incriminati si legge testualmente che il programma consente di “prenotare biglietti multipli, fare ricerche multiple istantanee per uno o più eventi con un semplice click del mouse. Potete programmare l’azione del bot che prenderà i biglietti per voi mandandovi una notifica se questi incontrano le vostre necessità. Il Bot può essere personalizzato per venire incontro ad ogni vostra esigenza. Attivate il programma prima che i biglietti vadano online e lui lavorerà per voi aspettando fino al momento dell’acquisto”. Il Captcha stesso che dovrebbe fermare i bot per far comprare i biglietti agli umani, svolge esattamente il ruolo contrario, fungendo da collo di bottiglia, spiega la Siae, tali costosi programmi sono infatti in grado di superarlo agilmente, bombardando i siti di vendita di migliaia di richieste.
Su uno di questi siti si legge testualmente che il programma consente di “prenotare biglietti multipli, fare ricerche multiple istantanee per uno o più eventi con un semplice click del mouse. Potete programmare l’azione del bot che prenderà i biglietti per voi mandandovi una notifica se questi incontrano le vostre necessità. Il Bot può essere personalizzato per venire incontro ad ogni vostra esigenza. Attivate il programma prima che i biglietti vadano online e lui lavorerà per voi aspettando fino al momento dell’acquisto”. Il Captcha stesso che dovrebbe fermare i bot per far comprare i biglietti agli umani, svolge esattamente il ruolo contrario, fungendo da collo di bottiglia, spiega la Siae, tali costosi programmi sono infatti in grado di superarlo agilmente, bombardando i siti di vendita di migliaia di richieste.
Spiega Stefano Lionetti, Ad di Ticket One: "TicketOne si avvale dei cosidetti Firewall, qualsisi tentativo di acquisto ripetuto viene immediatamente bloccato quindi i bot in vendita per il sito Ticketone vengono sistematicamente e completamente bloccati. Abbiamo presentato una perizia del Politecnico che certifica la efficacia dei nostri WAF (web application firewall). Così come abbiamo presentato una certificazione di PWC (Pricewaterhousecoopers) che certifica come da una analisi di tutti i dati di vendita (in particolare anche per il caso degli U2) non si evince nessun caso riconducibile a bot".
I biglietti che finiscono sul circuito secondario, assicurano a TicketOne, derivano per lo più da singoli privati che acquistano regolarmente. "Alcuni sono singoli che ne hanno fatto una fonte di reddito, altre sono organizzazioni che però si avvalgono di persone singole che acquistano in modo del tutto regolare e poi mettono insieme i biglietti acquistati". Insomma, questo fenomeno dei bot va molto ridimensionata. "È molto marginale, se esiste", aggiunge Lionetti. "Non è assolutamente vero che il Captcha si supera agilmente".
Nel video, Stefano Lionetti, ad di TicketOne, al dibattito su Secondary Ticketing organizzato a Sanremo dalla SIAE.
Le testimonianze dei fan furibondi
Fatto sta che, soprattutto in presenza di grandi eventi, come gli show di U2 e Coldplay del 2016, per un normale fan diventa difficile accaparrarsi un biglietto attraverso i canali ufficiali. E la rabbia degli appassionati scaturisce potente dalle testimonianze raccolte nel "libro bianco".
"In questi giorni il web ruggisce a gran voce contro il secondary ticketing. Dopo lo scandalo di ColdPlay, U2 e tanti altri, ieri si è consumata l’ennesima tragedia nel mondo della musica. Il 2 febbraio era una data che io, ragazza ventenne, e tutto il resto d’Italia aspettavamo con ansia. Non è consuetudine che Ed Sheeran venga a donarci la sua musica qui in Italia, pertanto la gioia di noi tutti era all’estremo. Gioia che, esattamente alle 11:03 di ieri, a soli tre minuti dall’avvio della vendita online dei biglietti per la tappa di Torino, si è spenta lasciando il posto a tanta rabbia (...). Questa è la morte dei concerti, la morte della musica. Mi aspetto grandi cose dal mondo del no secondary ticketing".
"Questa settimana saranno disponibili i biglietti per Lady Gaga e su internet ho visto che Viagogo assicura già i biglietti a chi li acquista dal loro sito. É vergognoso non poter fare nulla a riguardo, tra l’altro io sono nato nel 98 e ho ricevuto il bonus cultura. Bello vedere come lo Stato esalti la cultura (musica o libri che sia) e poi non faccia niente contro chi cerca unicamente di lucrarci sopra".
Mi chiamo S. e ho 35 anni. Il mio primo concerto è stato a 15 anni ed era quello degli Aerosmith. Detto questo per tutti questi anni ho partecipato di un sacco di eventi gestiti da Live Nation e TicketOne. Negli anni ho passato ore in coda ai rivenditori TicketOne per acquistare biglietti per non parlare delle ore passate cercando di acquistare i biglietti online. RIUSCENDOCI SEMPRE, con fatica ma soddisfazione. Da un più di un anno circa NON RIESCO PIU AD ACQUISTARE UN BIGLIETTO PER UN CONCERTO della portata di quelli a cui ho sempre partecipato. PERCHE’???? Questa mattina i biglietti di Gaga erano inaccessibili. Dopo 6-7 minuti non disponibili e dopo un’ora disponibili su Viagogo. Ci riproverò Lunedì. Credo con gli stessi risultati. Risulta più semplice per un italiano partecipare ad un concerto nel resto d’Europa che in Italia. VEDI COLD PLAY.
Quello che mi ha stupito è che anche per concerti “di nicchia” e non così ampiamente ricercati come possono essere quello dei ColdPlay o degli U2 o di Lady Gaga, possano verificarsi episodi del genere. Nello specifico ieri ho tentato di acquistare 3 biglietti per il concerto di beneficenza che Damien Rice terrà a Napoli. La vendita si è aperta alle 11 di mattina ma alle 11.02 già era tutto non disponibile. Come al solito i biglietti compaiono nel carrello ma poi si smaterializzano come per magia e diventano non disponibili. Scopriremo tristemente, pochi minuti dopo, che su Viagogo sono disponibili ma a prezzi assurdi (...). Damien Rice è un grandissimo cantautore irlandese, famoso per chi ama il genere ma sconosciuto a molti. Stiamo parlando di una portata di interesse ragionevolmente minore rispetto ad altri eventi, per questo il fatto che dopo 2 minuti i biglietti già non fossero più disponibili mi rende un po’ perplessa. Quello che vi chiedo è di indagare sulla faccenda anche in virtù del fatto, già citato, che si tratta di un evento a scopo benefico.
Il caso U2
E proprio per il caso dei biglietti svaniti in 13 minuti durante la prevendita per il concerto degli U2 a Roma (2016) la Siae ha presentato un ricorso d'urgenza al tribunale civile di Roma per tutelare sia i diritti dei propri associati che i consumatori che si ritrovano a pagare anche fino a 10 volte in più sul mercato parallelo. "Dopo aver visto che ieri alcuni siti, 25 minuti dopo l'apertura della vendita dei biglietti sui canali ufficiali, hanno messo in vendita sul mercato secondario i biglietti a prezzi notevolmente maggiorati per il concerto del 15 luglio prossimo, abbiamo deciso di agire immediatamente - ha dichiarato Gaetano Blandini direttore generale di Siae -. Anche in questo caso abbiamo ottenuto l'adesione di Federconsumatori, con cui Siae ha siglato un protocollo d'intesa due anni fa, per intraprendere insieme tutte le azioni legali e mediatiche a tutela dei diritti dei consumatori". Va detto che il ricorso è stato respinto (il tribunale ha stabilito che le vendite sono state regolari. In sostanza, il promoter che ha venduto i biglietti non è perseguibile se poi chi li ha acquistati se li è rivenduti sulle piattaforme di 'secondary ticketing').
Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini. "È bene fare piena luce su un fenomeno odioso che danneggia gli appassionati di musica, gli artisti e gli autori, sul quale il Governo è intervenuto con la penultima legge di bilancio introducendo multe significative, la rimozione dei contenuti dalla rete e l'oscuramento del sito da parte dell'Agcom. Pene severe che sono già in vigore con i decreti attuativi di questa norma, attualmente in fase di redazione, che renderanno operative le nuove sanzioni nei confronti di chi commette questi illeciti".
Il comma 545 della legge di Stabilità 2016
Un anno fa TicketOne - società italiana fondata nel 1998, operante nel settore di ticketing per eventi di musica, teatro, sport, cinema e cultura - è stata multata (un milione di euro) dall’Atritrust, per la quale tra le cause delle difficoltà che hanno avuto i consumatori nel comprare i biglietti dei concerti più richiesti (hot events), non ci sono solo una domanda che in quei casi supera l’offerta e la condotta di Live Nation che ha ceduto “limitate quantità di biglietti” a un operatore di secondary ticketing, ma anche precise responsabilità di TicketOne. In particolare il rivenditore online, malgrado fosse tenuta dal contratto Panischi a predisporre misure antibagarinaggio, non avrebbe fatto nulla per contrastare l’acquisto di biglietti attraverso procedure automatizzate, i cosiddetti ticket bots. Anzi, secondo quanto scrive l’Autorità, “gli accertamenti ispettivi hanno consentito di dimostrare non solo che TicketOne fosse consapevole delle problematiche derivanti dall’uso dei bot, ma che deliberatamente abbia evitato di intervenire”. Leggi qui la storia sul Fatto Quotidiano.
La società ha presentato appello al Tar contro le conclusioni dell'Autority e si dice ottimista di ottenere la cancellazione del provvedimento per aver portato sufficienti prove della bontà della propria azione di contrasto. Il punto, come detto, è un altro. “La verità – riprende l'amministratore delegato, Stefano Lionetti - è che noi siamo le vittime di questa situazione. Nella vicenda U2, abbiamo cancellato circa duecento ordini sospetti dei circa ottocento tagliandi che sarebbero potuti finire nei circuiti paralleli. Lo stesso abbiamo appena fatto con il più recente concerto di Eminem. Abbiamo cancellato tagliandi che secondo noi erano stati acquistati da account sospetti. Ma oltre non possiamo andare, finché restano queste le regole il 'secondary' vincerà ancora una volta e ci ritroveremo persone che entreranno allo stadio di Roma con tagliandi che avranno pagato due, tre o anche quattro volte il prezzo al botteghino. Anche nei casi in cui individuiamo chi rivende i biglietti non possiamo fare nemmeno un esposto perché si tratta di attività ad oggi non perseguibile, deprecabile, ma di fatto lecita".
Basterebbe una firma
Eh, sì, il problema sono le regole. Oggi in Italia un privato (non un promoter ufficiale, già passibile di ammenda, dal dicembre 2016, se vende direttamente ad una piattaforma di 'secondary'), può tranquillamente acquistare 4 biglietti degli U2, magari in prevendita, e poi rivenderli su una piattaforma ‘secondary’ a un prezzo quintuplicato. È legale. "Recentemente abbiamo verificato un’operazione effettuata su 4 tagliandi acquistati da un grande e rinomato studio legale milanese. Ma non c’è niente di illegale”.
Ma quindi non se ne uscirà mai? “È un anno che stiamo aspettando che il Mef vari un decreto attuativo della legge di Stabilità 2016 che stabilisce (comma 545) che questo tipo di rivendita non è consentita al privato che lo fa nemmeno occasionalmente. Quel decreto esplicita il concetto di fine commerciale. C’è sempre un fine commerciale anche quando di acquistano e rivendono 4 tagliandi una volta tanto. Decreto che doveva passare 30 giorni dopo il varo della legge 2016. Lo stiamo ancora aspettando”. Sono 14 mesi che sul tavolo del ministro Padoan c’è un pezzo di carta che potrebbe sbloccare una volta per tutte il contrasto alle speculazioni sui prezzi dei biglietti e che basterebbe firmarlo per dare anche alle associazioni dei consumatori un’arma in più per difendersi? “Sì, è così. Basterebbe rendere efficace quel decreto”.