E sisteva una pagina su Facebook chiamata “Io odio i Queen” e nonostante il social di Mark Zuckerberg rappresenti alla perfezione il marasma socio-culturale dell’epoca, una pagina (che contava circa 5mila likes) contro la band inglese era qualcosa che proprio non tornava.
Questo perché la musica dei Queen è sempre apparsa come inattaccabile, come entità universalmente riconosciuta perfetta aldilà di qualsiasi gusto personale. Puoi preferire i Beatles o i Rolling Stones, i tuoi ascolti possono viaggiare spensierati tra il punk e i neomelodici napoletani, può piacere il jazz, il blues, il rap, puoi sbronzarti con i ritmi spagnoleggianti del pop più commerciale, puoi preferire il mare o la montagna, la destra o la sinistra, Cristiano Ronaldo o Messi; ma tutti amano i Queen.
Non stupisce allora che il film probabilmente più atteso per l’autunno prossimo sia “Bohemian Rapsody”. Un film sulla band inglese atteso da milioni di fans non qualche mese ma moltissimi anni, e che ora finalmente ha una data di uscita. Il 24 ottobre in Inghilterra, il 2 novembre negli Stati Uniti, solo il 29 in Italia, tutti gli amanti di Freddy Mercury&co. potranno rivivere la loro straordinaria storia sul grande schermo.
Sulla pagina Facebook ufficiale del film, intitolato come il più meravigliosamente impervio, nonché indiscutibile, capolavoro dei Queen (e forse della storia della musica moderna), è stato divulgato il trailer italiano. Trailer che non fa che alimentare l’attesa per tutti coloro i quali non vedono l’ora di riscontrare al cinema l’ottimo lavoro svolto soprattutto da Rami Malek sul personaggio di Freddie Mercury.
Si, perché pare che la band avesse in cantiere il progetto già da molti anni, ma la difficoltà, com’è facilmente intuibile, fosse trovare qualcuno che potesse interpretare degnamente il cantante. La storia di “Bohemian Rapsody” infatti è stata particolarmente travagliata.
Una lunga gestazione
La prima notizia di un film sulla straordinaria storia della band trapela nel 2010 e si parla di un accordo già stretto tra Brian May, chitarrista dei Queen, e Sacha Baron Cohen, straordinario talento comico salito alla ribalta mondiale grazie al bellissimo Borat.
I fans sono in delirio, i giornalisti tentano di decifrare qualsiasi rumors, ma silenziosamente il progetto non prende il largo, fino a saltare del tutto. L’entourage della band nega che ci fosse alcun accordo con l’attore, che dichiara invece di aver rinunciato lui alla parte non essendo d’accordo con i compagni di avventura di Mercury su un aspetto fondamentale della sceneggiatura, dichiara così che "Un membro della band, ma non dirò il nome, mi ha parlato che a metà del film c'è la morte di Freddie. Così gli chiedo cosa ci sia nella seconda parte. E lui mi dice che racconta di come la band si sia fatta forza dopo quel momento. Gli ho detto che nessuno sarebbe andato a vedere un film dove il personaggio principale muore di AIDS per vedere come reagisce la band".
Non sappiamo quanto ci sia di vero, fatto sta che per anni di un film sui Queen non si parla più. Poi, qualche mese fa, improvvisamente, ecco arrivare la conferma dell’inizio della produzione. C’è una sceneggiatura quindi, che copre dalla fondazione della band all’indimenticabile storica performance al Live Aid, lo show che incoronò la regina, la firma Anthony McCarten, già autore de’ La teoria del tutto, il pluripremiato biopic su Stephen Hawking.
Alla ricerca del Freddie perfetto
Il secondo Mercury preso in considerazione è Ben Whishaw, che però non convince; l’illuminazione arriva a Brian King tramite cellulare, quando riceve un video amatoriale di Rami Malek, molto conosciuto ai più per la serie tv Mr. Robot, che gioca ad imitare il leader dei Queen. È lui. È indiscutibilmente lui il suo uomo. Il ragazzo accetta dichiarando poi “Quando ho ottenuto questo ruolo ho pensato che sarebbe potuta essere una performance in grado di definire una carriera. Due minuti dopo ho invece pensato 'Questa parte potrebbe distruggere una carriera”.
Non ha tutti i torti, la responsabilità è enorme, ma chi ha assistito alle riprese è rimasto scioccato dalla capacità di immedesimazione dell’attore di origini egiziane. La somiglianza post-trucco d’altra parte, nel trailer si nota subito, è impressionante. L’attore in più ha assunto un coreografo per studiare nei minimi particolari le movenze storiche del cantante, ha passato tanto tempo con i membri della band per farselo raccontare nell’intimo, si è fatto costruire una protesi dentale ad hoc per assomigliargli il più possibile; ma sulla voce non c’è stato niente da fare, lì anche il volenteroso Malek ha dovuto alzare le braccia, lasciando che le scene “cantate” fossero girate utilizzando i master dei Queen o registrazioni di Marc Martel, un cantante canadese che qualche anno fa lasciò a bocca aperta Roger Taylor inviando per un contest un video impressionante di una sua versione di Somebody To Love; il ragazzo riesce a riprodurre alla perfezione il timbro di Freddie, la visione del video è consigliatissima, ad oggi supera 14 milioni di visualizzazioni.
La regia viene affidata a Bryan Singer, andando a colpo sicuro su un grande professionista di Hollywood, uno che tiene le redini di megaproduzioni come la saga di X-Men ma nella sua carriera ha dimostrato anche l’eccezionale bravura nella narrazione di un capolavoro come I soliti sospetti.Ma le cose con lui vanno male, a film quasi chiuso infatti arriva un clamoroso licenziamento. Secondo un articolo di virginradio.it “In base alle dichiarazioni dello stesso regista, si pensava che la causa fosse un mancato permesso, richiesto da Bryan alla produzione, per poter assistere la madre gravemente malata. Ma altre voci parlano di cattivi rapporti di Singer con l’attore protagonista. Lui ha smentito, e si è fatta strada una terza ipotesi: quella che ha a che fare con il caso Harvey Weinstein: dopo soli tre giorni dal licenziamento Singer è stato, infatti, accusato di violenza sessuale ai danni di Lester Waters, che sarebbe stato stuprato dal regista nel 2003, a 17 anni.” A sostituirlo Dexter Fletcher, più conosciuto come attore per The Elephant man e Lock & Stock che come regista; la firma sulla pellicola comunque resterà quella di Singer.
Non resta quindi che aspettare fine novembre quando, per ultimi, potremo affondare gli occhi nel tanto atteso biopic. Nel frattempo l’operazione commerciale sta già dando i suoi frutti, secondo il sito specializzato billboard.com infatti la musica dei Queen ha ricominciato a macinare vendite e ascolti, e sta tornando trionfalmente in classifica. Questo perché, comunque la si possa pensare, i Queen sono amati senza se e senza ma. Si può ascoltare di tutto, ma il battito di mani dell’intro di We Will Rock You è, e resterà per sempre, un incipit sonoro al quale tutti nel mondo e nella storia, sapranno sempre come rispondere.