T utto pare sia cominciato a casa di Luis Alfonso Rodríguez López-Cepero, il cantante portoricano ormai famoso come Luis Fonsi; erano due anni che non pubblicava nulla e, nonostante stesse portando avanti una carriera più che dignitosa, nessuno stava lì a strapparsi i capelli. Il nuovo disco, aveva deciso, avrebbe dovuto rappresentare una svolta, aveva voglia di inserire una canzone più divertente, più danzereccia.
Così chiama a rapporto l’amica Erika Ender, cantautrice panamense già vincitrice del Latin Grammy Award. “Voglio che scrivi una canzone che si intitola Despacito - dice lui - Vamos a hacerlo in una playa in Puerto Rico, ho pensato a queste parole”, "Hasta que las olas griten Ay Bendito" risponde lei. E così nasce il testo. Il pezzo funziona, è una sorta di reggae/cumbia, ma Luis non è contento, vuole qualcosa di più “urban”, così, probabilmente scorrendo i numeri della rubrica, gli viene in mente che potrebbe chiedere aiuto ad un suo vecchio amico con il quale aveva collaborato qualche anno prima, si chiama Daddy Yankee, così parte subito il messaggio su Whatsapp e una volta incassato il suo “si” la storia può finalmente fare il suo corso.
C’è da dire che probabilmente quando quel 13 gennaio del 2017 il video di “Despacito” viene messo in rete, nessuno poteva aspettarsi quale ciclone si stava innescando. Probabilmente nemmeno lo stesso Luis che conduceva una carriera discreta in Sudamerica, ma niente che potesse far supporre un rilancio così enorme su scala mondiale. E invece quel 13 gennaio tutto è cambiato, anzi, per l’esattezza un mese dopo, quando “Despacito” finisce tra le mani di Justin Bieber, che ne produce una versione remix che sbanca letteralmente.
Primo video su YouTube a toccare prima i 4 miliardi di click, poi i 5 e ora i 6. È record. Ufficialmente il video più visto di sempre sulla piattaforma. Di quei Latin Grammy se ne porterà a casa tre: Disco dell'anno, Miglior canzone di musica urbana/Performance e Miglior video musicale. Billboard, praticamente la Bibbia americana per nerd musicali, lo piazza al quinto posto tra i brani latini più belli di tutti i tempi.
Un’esplosione di numeri talmente alta da mettersi alle spalle non solo tormentoni volanti come l’orrenda “Gangnam Style” di PSY, che fortunatamente ormai appartiene al passato, ma alcuni dei più importanti e seguiti personaggi dello starsystem musicale globale. Gente come Bruno Mars, Maroon 5, Katy Perry, Taylor Swift ed Ed Sheeran, quest’ultimo il più vicino alle visualizzazioni di “Despacito” con la sua bellissima “Shape of You”, peccato che i due video in classifica siano separati da un miliardo di click.
Luis Fonsi, con la sua “Despacito” ha avuto anche il merito (o estremo demerito, dipende dai punti di vista), di risdoganare non solo la vecchia e intramontabile abitudine del tormentone estivo spagnoleggiante, che ogni anno imperversa nelle orecchie dei rockettari duri e puri e ad ogni costo, ma anche di far conoscere al pubblico, italiano per esempio, una discografia latina che prima dell’avvento di Spotify, YouTube e compagnia bella, ci arrivava centellinata, giusto un paio di pezzi l’anno che sbarcavano nel nostro paese a metà marzo per poi scomparire da classifica e memoria con le prime piogge di settembre.
Ora invece, con l’abbattimento dei costi della musica dominano le hit parade di ogni angolo del globo, combattuti a suon di numeri solo da rapper, trapper e superstar alla Ariana Grande. “Despacito” il 24 febbraio del 2019 diventa il video musicale più visto di sempre, la domanda a questo punto dovrebbe essere: cosa dice questo di noi? A voi la risposta.