L a famiglia ha chiesto il massimo riserbo e nessuna ulteriore comunicazione verrà diffusa dopo la stringata nota con la quale l'agente di Avicii ha annunciato la morte, a soli 28 anni, di una delle più grandi star della musica elettronica contemporanea. Nel suo curriculum due Mtv Music Awards, due candidature ai Grammy e un Billboard Music Award e hit di enorme successo come 'Wake me up'. Al secolo Tim Bergling, il dj e produttore discografico svedese è stato trovato defunto questo pomeriggio a Muscat, la capitale dell'Oman. Nulla si sa, al momento, delle cause del decesso. Il fisico del giovane era da tempo minato dall'abuso di alcol, che nel 2014 gli costò prima una pancreatite e poi la rimozione della cistifellea e dell'appendice, nonché - di conseguenza - l'interruzione di un tour mondiale. Ma anche la sua anima era tormentata, come spesso avviene a chi ottiene troppo successo troppo presto (Avicii era presenza fissa nella top 5 di Forbes dei Dj più pagati) - era fragile. Tanti sono i fan che si domandano ancora i veri motivi del suo addio alle scene, almeno per quanto riguarda la dimensione live.
La promessa di un nuovo inizio
"Raggiungiamo tutti un punto nelle nostre vite e nelle nostre carriere nel quale capiamo cosa conta più per noi. Per me è creare musica. Questo è ciò per cui vivo, quello che sento è quello che sono nato per fare", scrisse Avicii lo scorso anno sul suo sito, spiegando le ragioni della sua scelta, "Lo scorso anno ho smesso di esibirmi dal vivo. Ma, sebbene molti di voi avessero pensato il contrario, la fine dei live non ha mai significato la fine di Avicii o della mia musica. Invece sono tornato nel posto dove tutto aveva senso, lo studio. Il prossimo passo sarà tutto legato al mio amore per il fare musica per voi. È l'inizio di qualcosa di nuovo. Spero che vi piacerà come piace a me".
Un'inarrestabile ascesa
Nato a Stoccolma nel 1989, Bergling pubblicò il primo singolo appena diciottenne. Da allora la sua carriera fu in continua ascesa: tanti singoli, tanti remix e, soprattutto, una solidissima reputazione live. Il primo grande successo arriva nel 2010 con 'Seek Bromance'. Seguirà un contratto con la Emi. E nuove hit che faranno ballare milioni di persone nei club di tutto il mondo. Nel 2011 'Levels' gli guadagna la prima nomination al Grammy. L'anno dopo 'Sunshine' segna la collaborazione con un altro gigante del settore, David Guetta, tra i primi a manifestare il proprio cordoglio online. Il primo vero album esce invece nel settembre 2013, si intitola 'True', contiene quello che è forse il suo pezzo più famoso, 'Wake me up', e si posiziona al numero uno della classifica di Billboard per 14 settimane. Le collaborazioni con altre star fioccano, e nel 2015 arriva pure quella con Madonna, della quale Avicci non si dirà soddisfatto.
'Stories', il secondo album, arriva nel 2015, quando il fisico di Avicii era già fortemente minato dall'abuso di alcol. Nell'agosto del 2015 l'ultima performance live, a Ibiza, dopo l'annuncio dell'addio ai palchi. "Avevo bisogno di capire cosa volevo dalla vita", spiegò a Rolling Stone, "è stato tutto successo per il successo. Non ne ricavavo più felicità". Parole che oggi suonano come un testamento.