Q uando Arisa conclude il suo concerto augura ai circa seimila del pubblico un buon inizio di giornata. Si perché sono quasi le otto, del mattino, e Rosalba Pippa, in arte Arisa, ha appena concluso la sua esibizione in occasione del CaterRaduno, l’appuntamento che ogni anno raccoglie a Senigallia i seguaci di uno dei programmi storici della radiofonia italiana, Caterpillar, che spegne quest’anno venti candeline. Un weekend di festa che prende il via, come ogni anno, da tradizione, proprio con il concerto all’alba sulla spiaggia del comune marchigiano, che quest’anno ha visto protagonista della passerella sul mare, proprio la cantautrice lucana. La musica quando invade luoghi e orari poco consueti lascia sempre un ottimo sapore in bocca, anche quando per assistere ad un concerto ci si deve mettere la sveglia alle 5 del mattino. I seimila che hanno invaso la spiaggia di Senigallia, illuminati da un sole appena spuntato dal mare che offriva una cornice meravigliosamente surreale, non sembravano minimamente pentiti della levataccia. Questo perché Arisa ha fornito un’esibizione, come al solito, tecnicamente impeccabile, confermando di essere indiscutibilmente una delle interpreti più preparate (forse la più preparata in attività) del panorama pop italiano.
Anche l’atmosfera post-concerto è di conseguenza surreale; birre, vodka e salumi fanno spazio a caffè e cornetti. D’altra parte sono le 8 del mattino ed è ora di fare colazione.
Com’è stato cominciare un concerto alle 6 del mattino?
Bellissimo, perché la mattina è il momento più importante della giornata. È il momento in cui cominci a vedere come andrà. Se ti svegli bene è possibile che andrà tutto bene.
Arisa è così, esattamente per come vediamo e immaginiamo che sia. Gentile, squisita nei modi e molto profonda nei pensieri. Si intravede nitidamente la sua voglia di dire più di quello che i confini del parlato riescono a raccontare, ma lei non molla mai.
Quando me l’hanno chiesto non ho avuto alcun tipo di reticenza. Poi a me piace molto questa cosa della meditazione, dello yoga (che in realtà non riesco a praticare sempre). Effettivamente è molto importante.
Sei qui per i vent’anni di Caterpillar, nel mondo della discografia quanto è importante ancora la radio?
La radio è importantissima. La radio è tutto. La radio ti permette di arrivare alle persone; la televisione un pochino compromette la musica ma la radio è lo strumento per eccellenza che rende merito alla musica e la fa arrivare alle persone, quindi è molto importante essere “radio-friendly”. Infatti io sto lavorando ad un nuovo disco che spero piaccia molto alle radio perché mi va di arrivare alla gente proprio attraverso la radio.
Ascoltare parlare Arisa ti restituisce la realtà del suo mondo e, di conseguenza, della sua musica. Usa proprio termini come “un pochino” e “Radio-friendly” e osservare la naturalezza della sua semplicità ci fa capire all’istante il motivo del suo successo, il motivo per cui ciò che canta, anche se spesso “semplice” nei concetti, nelle storie che racconta senza troppe metaforiche capriole, risulta sempre credibile. Tangibile. Reale. Sono le storie che abbiamo vissuto tutti e che racconteremmo esattamente come fa lei, che invece le canta. E bene.
In questo nuovo disco dobbiamo aspettarci qualche sperimentazione…?
Sto sperimentando cose nuove, come sempre. Per sentirsi vivi bisogna fare cose nuove altrimenti ci si sente tanto vuoti. Io ho sperimentato anche questa fase della vita, la fase in cui rifai sempre le stesse cose e ti senti vuoto. Alle volte puoi anche decidere di assecondare quello che la gente si aspetta da te e far si che sia tutto più facile, però in generale io non me la sento. Io spero che le persone mi seguano e capiscano il mio bisogno di rappresentare il momento che sto vivendo. Di essere fedele a me stessa. Perché le persone cambiano. Gli eventi cambiano. La vita cambia. Quindi tu hai bisogno di metterti in altri vestiti…C’è Giulio, il mio musicista, che mi dice “La gente come fa ad indentificarsi con te se ti vesti ogni giorno in maniera diversa?”. Però che devo fare? Sono così. Mi piace così.
Quella che rimane è una voce incredibile…
Eh la voce rimane, perché la voce è il metro dell’anima. L’anima a volte è un po' più tormentata, a volte un poco più tranquilla, però è sempre la stessa.
Leggendo si potrebbero scambiare certe risposte per vaneggiamenti surreali di chi vuole solo darsi l’aria dell’artista, di chi desidera più nutrire il proprio ego che la curiosità di chi poi leggerà l’intervista, ma poi ci si rende conto che sono tutti concetti fortemente ragionati e che si, se si volesse misurare l’anima di chi vive di canto, probabilmente il metro da utilizzare sarebbe la voce con i suoi comuni umori. D’obbligo allora chiedere anche cosa ne pensa della musica che mette la voce, in quanto canto e in quanto personalizzazione, decisamente in secondo piano: la trap, secondo Arisa:
Nella storia della musica sono state dette tante belle cose, tante cose importanti, quindi adesso ci dev’essere un’urgenza vera e propria. Per me la trap è espressione di una generazione che ragiona in quel modo, che parla in quel modo, aldilà del fatto che chi ascolta musica d’autore possa restare un po' sconcertato dalla maniera abbastanza informale con la quale la trap comunica (che a me piace, tra l’altro). C’è una ricerca nel suono, quindi diciamo che la qualità della musica si sposta in una ricerca sonora che è molto interessante. È una musica circolare, è una musica ipnotica…è una corrente rispettabilissima come tutte le altre. Poi quando uno c’ha urgenza di dire qualcosa, lo dice. Poi, oh, Beyoncè ormai fa trap. La farei pure io la trap!
Eccola che viene fuori ancora una volta, meravigliosamente, Rosalba, una ragazza evidentemente ancora innamorata della musica come una di quelle sue ascoltatrici che la aspettano alla fine del pontile per una foto. Arisa ama la musica esattamente come un’ascoltatrice. Non tutti gli artisti, spesso troppo innamorati di se stessi, sono capaci di mantenere quella dimensione. Arisa no, lei continua a sognare e cantare con quella leggerezza, sempre come se fosse da sola nella sua stanza con una spazzola per microfono. Trovando spazio dentro se stessa per sognare ancora qualcosa di più grande, anche dopo le vittorie al festival di Sanremo (sezione giovani e Premio della critica “Mia Martini” nel 2009 con “Sincerità” e tra i big nel 2014 con “Controvento”), il successo di pubblico con le avventure come conduttrice, attrice e doppiatrice, e la “cattedra” a X-Factor. Forse per questo arrivano così chiare e dirette le emozioni che desidera regalarci, per questo riesce a coinvolgere il suo pubblico così intensamente nel palese divertimento che ancora anima il suo mestiere. Anche alle 6 del mattino.