J ack Folla è tornato, Diego Cugia ha dato di nuovo vita alla sua creatura, quel Dj Nel Braccio Della Morte che a cavallo del 2000 ha incantato dalle frequenze di Radio 2 l’Italia intera, rivoluzionando il linguaggio radiofonico classico (certamente quello Rai) e rappresentando una voce poetica e sovversiva nei palinsesti radio-televisivi italiani.
E' il 1999 quando per la prima volta l’Italia ascolta le parole di Giacomo Folla, dj condannato a morte per omicidio che trasmette i suoi pensieri da un carcere degli Stati Uniti. A prestargli le parole Diego Cugia, scrittore e autore dalla profonda verve. Forse perché sono gli anni dell’ascesa berlusconiana, forse perché colui che presta la voce a Folla è Roberto Pedicini, una di quelle indiscutibilmente più belle del doppiaggio italiano, ma il format funziona e i numeri sono altissimi. Attorno al personaggio di Jack Folla si crea un vero e proprio culto, il Dj da voce alla rabbia del Paese.
Il linguaggio è poetico si, ma anche aggressivo, diretto, strafottente. Resiste su Radio 2 fino al 2002, e il verbo non è scelto a caso, perché Jack Folla non le manda certo a dire e i commenti nei confronti della società italiana, vista dalla sua cella americana “2 metri per 3”, sono sempre estremamente diretti e polemici. Diventa perfino un programma tv con Francesca Neri; show annunciato con una maestosa campagna pubblicitaria come preserale e alla vigilia della messa in onda spostato nel silenzio generale alle 23; Repubblica titolerà “Alcatraz fa paura, niente prima serata”.
Al raduno per abbracciare i suoi “albatros”, così ama definire i suoi ascoltatori, accorrono in 10 mila. Poi il format, cosa non per forza addebitabile a forze oscure, scade ed è giusto metterlo da parte. Cugia nel frattempo trasforma la voce di Jack in due romanzi, che raccolgono i migliori monologhi del programma, e prosegue il suo percorso in Rai come autore richiesto per i più importanti eventi televisivi.
È lui, per esempio, ad inventarsi il tormentone Rock/Lento che fece la fortuna del Rockpolitic di Adriano Celentano ed è grazie a lui che Gianni Morandi riconquista il Paese con anima da influencer con lo show 'Non Facciamoci Prendere Dal Panico'. Poi qualcosa nel meccanismo sembra incepparsi, la sua scrittura così forte è sempre meno gradita. Gli italiani ancora sentono il bisogno dei commenti taglienti alla contemporaneità del Paese di Jack Folla, ma ogni esperimento sembra fallire dopo un tot di tempo, comprese quelle repliche, secondo Cugia, ampiamente tagliate e montate ad hoc trasmesse da Radio 2 nel 2011 e 2012.
Lo scrittore vorrebbe far rivivere in radio il personaggio e sulla scia delle migliaia di lettere ricevute dalla Rai gli viene chiesto di presentare progetti per un eventuale seguito della storia di Jack Folla, ma puntualmente vengono rimandati al mittente. Oggi però c’è la rete, un mezzo che non ha bisogno di permessi o piani editoriali, un mare libero dove l’albatros Cugia ha finalmente ritrovato la possibilità di far volare i suoi pensieri, su YouTube, un posto che quando 19 anni fa trasmetteva da dietro le sbarre, era ancora lontano dall'entraere nellke nostre vite.
Il risultato non è esaltante, bisogna dirlo, il divertente cinismo, la ponderata insolenza, il sarcasmo pungente e mirato, hanno lasciato il posto a una sorta di rabbia repressa, a un voler a tutti i costi tirare il passato per la coda. Prende, sì, anche perché la penna di Cugia è sempre armoniosa, ma fino ad un certo punto. È come se il Jack Folla di vent’anni fa parlasse di noi, quello di oggi parli di se stesso. La voce non è più quella di Roberto Pedicini, ma di Francesco Pannofino, che non è meno bravo, figuriamoci, ma non è proprio più lui. Il risultato insomma non è troppo vincente e di conseguenza anche le visualizzazioni stentano a decollare, però, bisogna ammetterlo, qualcosa nel cuore di chi aveva tanto amato quella trasmissione radiofonica ci fa gioire all’idea che Jack Folla, condannato a morte, in fondo è ancora vivo e lotta insieme a noi.